All’Alte Pinakothek di Monaco fino al 5 luglio
Ti racconto una storia. L’arte della narrazione da Brueghel a Rubens
Michael Pacher, Altare dei Padri della Chiesa, esterno dell'ala destra: Il diavolo mostra a Sant'Agostino il Libro dei Vizi, 1480 circa. Bayerische Staatsgemäldesammlungen - Alte Pinakothek Monaco
Francesca Grego
20/10/2025
Mondo - Raccontare storie è stato per molto tempo uno dei principali compiti dell’arte. Ma in che modo? A quale pubblico e con quali obiettivi? Per conto di chi? E come sono cambiate nel tempo le strategie narrative? All’Alte Pinakothek di Monaco fino al prossimo 5 luglio, la mostra Come i quadri raccontano storie, prova a rispondere a questi interrogativi attraverso capolavori di pittura fiamminga, tedesca e olandese realizzati tra il Quattrocento e il Seicento. Tra i grandi maestri chiamati a dire la loro, Albrecht Altdorfer, i Brueghel, Hans Holbein il Vecchio, Joos van Cleve, Pieter Paul Rubens, che, come romanzieri, rivelano al pubblico l’impalcatura narrativa dei loro dipinti. Tra le opere esposte, i visitatori possono ammirare per la prima volta La Vergine Regina del Cielo di Hans Baldung Grien, nuovo prezioso acquisto del museo.
Tante le sorprese e i colpi di scena da scoprire lungo il percorso: a volte le apparenze ingannano e capita che gli spettatori siano deliberatamente fuorviati dall’artista. Il protagonista della storia, per esempio, può nascondersi in mezzo a una folla vorticosa, e quello che a prima vista sembra un ritratto può rivelarsi essere qualcosa di diverso.
Gli episodi della Bibbia, in questo periodo al centro di numerosi dipinti, si prestano alle interpretazioni più disparate. Che cosa viene messo a fuoco dall’artista-narratore e perché? Che succede sullo sfondo? Qual è il ruolo dell’architettura e del paesaggio? Quadri che a prima vista sembrano simili, a uno sguardo più attento rivelano differenze e ambiguità, e non di rado il vero significato dell’opera si cela in dettagli apparentemente casuali. Questo non vale solo per le opere a tema religioso: la mostra spazia dai soggetti storici ai quadri di genere, mentre scopriamo che anche paesaggi e nature morte sono stati spesso concepiti come strumenti per raccontare storie.
Per dare rilievo ai singoli elementi di un racconto o per definirne il carattere complessivo, di volta in volta gli artisti hanno scelto di usare la luce o il buio, gli scorci prospettici, la deformazione della figura umana o un’estrema aderenza alla realtà. Le strategie adottate variano in base al tempo, alla provenienza geografica dell’autore, alla sua personalità artistica o al gusto dei committenti, dando vita a un ventaglio di linguaggi che non sempre oggi comprendiamo con immediatezza.
Tante le sorprese e i colpi di scena da scoprire lungo il percorso: a volte le apparenze ingannano e capita che gli spettatori siano deliberatamente fuorviati dall’artista. Il protagonista della storia, per esempio, può nascondersi in mezzo a una folla vorticosa, e quello che a prima vista sembra un ritratto può rivelarsi essere qualcosa di diverso.
Gli episodi della Bibbia, in questo periodo al centro di numerosi dipinti, si prestano alle interpretazioni più disparate. Che cosa viene messo a fuoco dall’artista-narratore e perché? Che succede sullo sfondo? Qual è il ruolo dell’architettura e del paesaggio? Quadri che a prima vista sembrano simili, a uno sguardo più attento rivelano differenze e ambiguità, e non di rado il vero significato dell’opera si cela in dettagli apparentemente casuali. Questo non vale solo per le opere a tema religioso: la mostra spazia dai soggetti storici ai quadri di genere, mentre scopriamo che anche paesaggi e nature morte sono stati spesso concepiti come strumenti per raccontare storie.
Per dare rilievo ai singoli elementi di un racconto o per definirne il carattere complessivo, di volta in volta gli artisti hanno scelto di usare la luce o il buio, gli scorci prospettici, la deformazione della figura umana o un’estrema aderenza alla realtà. Le strategie adottate variano in base al tempo, alla provenienza geografica dell’autore, alla sua personalità artistica o al gusto dei committenti, dando vita a un ventaglio di linguaggi che non sempre oggi comprendiamo con immediatezza.
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