Fino al 7 gennaio alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud
Il bosco sacro di Yuval Avital si svela a Lecce
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Yuval Avital, Lucus | Foto: © Samuele Vincenti | Courtesy Fondazione Biscozzi Rimbaud
Samantha De Martin
19/07/2023
Lecce - I riti sonori di Yuval Avital approdano in Salento. Alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce l’artista israeliano ha dato vita a Lucus, un progetto a cura di Massimo Guastella, quinto appuntamento espositivo dell’istituzione fondata nel 2018 dai coniugi Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud per promuovere l’arte moderna e contemporanea attraverso un programma di mostre.
Ispirato al bosco sacro, il lucus appunto, caro agli antichi romani ma anche alle arti, questo progetto site-specific, concepito dall’artista alla costante ricerca di tracce umane e recuperi rituali, tesse interrelazioni con la comunità e con le sue radici culturali e naturali, rievocando le remote aree boschive della penisola jonico-salentina.
Fino al 7 gennaio prossimo novanta opere - alcune recenti, altre realizzate appositamente, ma tutte accomunate da una pluralità di linguaggi, mezzi espressivi, e da una creatività che unisce il fare artistico tradizionale alla multimedialità - accompagnano il visitatore in un ambiente immersivo.
![](http://www.arte.it/foto/orig/ba/142101-04_MOSTRA_YuvalAVITAL_FotoSamueleVincenti_CourtesyFondazione_Biscozzi_Rimbaud.jpg)
Yuval Avital, Lucus | Foto: © Samuele Vincenti | Courtesy Fondazione Biscozzi Rimbaud
Nella prima sala cinque menhir che suggeriscono il luogo sacro sono riprodotti in scala, nel “dialogo” con gli artigiani locali della cartapesta. A queste strutture verticali si accompagna la serie pittorica dei Bagnanti, rappresentazioni d’impianto espressionista all’interno di un’atmosfera onirica. L’installazione, come sottolinea il curatore, “si tramuta in una metafora del paesaggio mediterraneo, perduto, ma persistente nella memoria, in una sorta di total room immersiva, molto prossima all’opera totale che è al contempo la cifra personale dell’artista”.
Il pubblico si imbatte quindi in dodici ieratiche maschere sonore che emettono suoni ineffabili, forse ancestrali, e ancora nel light box della serie fotografica Light Recordings n.8 Taidung/32, del 2018, ripresa notturna vissuta direttamente in un bosco sacro tra le tradizioni autoctone della gente di Taiwan.
Il percorso si chiude al primo piano dove, tra le opere della collezione permanente della Fondazione, Avital disloca l’alta giraffa respirante, il ragno blu tremolante e la vivace tinteggiatura del verme dal tono grave, tre Singing Tubes, sculture sonore totemiche che riproducono voci. In questo collage di mezzi espressivi del fare artistico, Avital fa coesistere elementi apparentemente distanti tra loro, facendo dialogare il presente con il territorio, le origini, i riti.
La mostra si può visitare dal martedì alla domenica dalle 17 alle 21.
![](http://www.arte.it/foto/orig/39/142099-05_MOSTRA_YuvalAVITAL_FotoSamueleVincenti_CourtesyFondazione_Biscozzi_Rimbaud.jpg)
Yuval Avital, Lucus | Foto: © Samuele Vincenti | Courtesy Fondazione Biscozzi Rimbaud
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• Yuval Avital. Lucus
Ispirato al bosco sacro, il lucus appunto, caro agli antichi romani ma anche alle arti, questo progetto site-specific, concepito dall’artista alla costante ricerca di tracce umane e recuperi rituali, tesse interrelazioni con la comunità e con le sue radici culturali e naturali, rievocando le remote aree boschive della penisola jonico-salentina.
Fino al 7 gennaio prossimo novanta opere - alcune recenti, altre realizzate appositamente, ma tutte accomunate da una pluralità di linguaggi, mezzi espressivi, e da una creatività che unisce il fare artistico tradizionale alla multimedialità - accompagnano il visitatore in un ambiente immersivo.
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Yuval Avital, Lucus | Foto: © Samuele Vincenti | Courtesy Fondazione Biscozzi Rimbaud
Nella prima sala cinque menhir che suggeriscono il luogo sacro sono riprodotti in scala, nel “dialogo” con gli artigiani locali della cartapesta. A queste strutture verticali si accompagna la serie pittorica dei Bagnanti, rappresentazioni d’impianto espressionista all’interno di un’atmosfera onirica. L’installazione, come sottolinea il curatore, “si tramuta in una metafora del paesaggio mediterraneo, perduto, ma persistente nella memoria, in una sorta di total room immersiva, molto prossima all’opera totale che è al contempo la cifra personale dell’artista”.
Il pubblico si imbatte quindi in dodici ieratiche maschere sonore che emettono suoni ineffabili, forse ancestrali, e ancora nel light box della serie fotografica Light Recordings n.8 Taidung/32, del 2018, ripresa notturna vissuta direttamente in un bosco sacro tra le tradizioni autoctone della gente di Taiwan.
Il percorso si chiude al primo piano dove, tra le opere della collezione permanente della Fondazione, Avital disloca l’alta giraffa respirante, il ragno blu tremolante e la vivace tinteggiatura del verme dal tono grave, tre Singing Tubes, sculture sonore totemiche che riproducono voci. In questo collage di mezzi espressivi del fare artistico, Avital fa coesistere elementi apparentemente distanti tra loro, facendo dialogare il presente con il territorio, le origini, i riti.
La mostra si può visitare dal martedì alla domenica dalle 17 alle 21.
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Yuval Avital, Lucus | Foto: © Samuele Vincenti | Courtesy Fondazione Biscozzi Rimbaud
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• Yuval Avital. Lucus
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