Dopo 50 anni di chiusura, restauro completo e nuova destinazione culturale

A Napoli riapre la Cappella Pignatelli, gioiello del Rinascimento

La cupola della Cappella Pignatelli. Courtesy Università Suor Orsola Benincasa, Napoli
 

Francesca Grego

25/06/2018

Napoli - Mostre, concerti, laboratori, un centro di ricerca, una scuola di restauro e un punto di accoglienza per i turisti: così la Cappella Pignatelli si prepara a riaccogliere la vita della città dopo 50 anni di chiusura.
 
Primo a rinascere dopo il restauro tra 28 chiese, edifici storici e siti archeologici del progetto “Centro storico di Napoli - Valorizzazione del sito Unesco” finanziato dall’Unione Europea, il gioiello del Rinascimento partenopeo sarà inaugurato nella serata di oggi, lunedì 25 giugno, con un appuntamento gratuito incentrato sulla musica: da Scarlatti a Rossini, prende il via un ciclo di quattro lectio magistralis con il noto storico e critico musicale Paolo Isotta, alla scoperta degli “Splendori della Scuola Musicale Napoletana”.
Un’occasione ghiotta per ammirare il gusto e la ricchezza finora inaccessibile di un nobile casato, quello dei Pignatelli, che nei secoli ha espresso papi (Innocenzo XII, .1691-1700), cardinali e numerosi viceré del Regno delle Due Sicilie.
 
Dopo decenni di abbandono – chiusa al culto e ridotta persino a deposito di sedie, oggetto di furti e atti vandalici – la Cappella è pronta a esibire di nuovo la magnifica volta affrescata nel Settecento da Fedele Fischetti, i marmi e gli stucchi, i preziosi pavimenti in pietra, cotto e maioliche, nonché un pregevole apparato pittorico, comprensivo di un dipinto cinquecentesco inedito rinvenuto dietro l’altare durante il restauro, che ha come soggetto la Deposizione di Cristo.
In mezzo a tanto ben di Dio risplendono due ricchi sepolcri di famiglia: quello di Carlo Pignatelli, realizzato all’inizio del XVI secolo dallo scultore e architetto Tommaso Malvito, noto per il Succorpo di San Gennaro, e la piccola cappella di Caterina Pignatelli (1513-1514), opera dello scultore spagnolo Diego de Silòe, che porta nel cuore di Napoli la cultura romana di Raffaello, Michelangelo e Sansovino.
 
I lavori di restauro, condotti a tempo di record, sono stati curati dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, proprietaria della Cappella grazie alla donazione da parte dei Pignatelli all’inizio degli anni Novanta. Un intervento completo, che ha assicurato prima la stabilità dell’edificio e poi il recupero delle opere d’arte conservate al suo interno, con il coordinamento scientifico di Pierluigi Leone de Castris, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storici-Artistici al Suor Orsola, e il progetto di Massimo Del Giudice. Un impianto di illuminazione ad hoc, aule multimediali e una sala per conferenze, concerti e proiezioni arricchiscono gli storici spazi delle dotazioni di un moderno centro culturale.
 
Da stasera la Cappella sarà sede della Cattedra Permanente di Culture d’Europa dell’istituto, aperta a lezioni pubbliche sui grandi temi della storia e dell’attualità europea, che porterà a Napoli esperti internazionali di diverse discipline. “Un luogo di animazione culturale, di confronto e di ricerca aperto a tutti: alla città, agli studiosi e ai turisti, perché il compito di una Università è proprio quello di mettere i suoi saperi e il suo patrimonio artistico e scientifico al servizio del territorio”, spiega il rettore Lucio D’Alessandro.
La fortunata posizione dell’antico luogo di culto, affacciato sul Largo Corpo di Napoli tra piazzetta Nilo e San Biagio dei Librai, lungo il Decumano inferiore della città romana noto come Spaccanapoli, ne fa “il punto ideale per introdurre turisti, cittadini e studenti alla conoscenza della città, per guidarli ai monumenti e ai percorsi attraverso il centro antico”, conclude il rettore.
 
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