PierBo. Out of Here
Dal 11 Febbraio 2015 al 30 Marzo 2015
Roma
Luogo: Il Margutta RistorArte
Indirizzo: via Margutta 118
Curatori: Francesca Barbi Marinetti
E-Mail info: uozzart@gmail.com
Sarà inaugurata martedì 10 febbraio alle ore 19:00 presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte la mostra personale di PierBo “Out of Here” a cura di Francesca Barbi Marinetti e organizzata da Tina Vannini. Saranno 27 i quadri in mostra, più un diario sfogliabile posto su un leggio. La mostra, ad ingresso libero, durerà sino al 15 marzo.
L’esposizione combina passione e fantasia, quotidianità e straordinarietà: non c’è un filo conduttore a livello tematico, quanto le emozioni e i desideri di un artista che usa la tela come specchio e come lente d’ingrandimento, per scoprire se stesso, ma anche tutto ciò che lo circonda. Alternando episodi reali a realtà parallele, l’artista colpisce per il suo stile incisivo, essenziale, forte, arrabbiato, emozionante e colorato. Molte le icone che scendono dall’olimpo per prendere una posizione nella lotta quotidiana: da Clint Eastwood a Fabrizio De André.
“Artista prolifico e generoso, produce tele scritte, colorate, affollate di personaggi ingombranti – dichiara la curatrice Francesca Barbi Marinetti - dagli alieni ai grandi del Rock, dalle icone della politica o dello star system fino all’Ego sovraesposto, ferito ma ostinatamente reattivo. Il suo mondo è quello della sopravvivenza agli amori delusi, all’amarezza delle convinzioni che recidono i fiori, al bombardamento mediatico del potere che condiziona la vita. Ma è anche la leggerezza di un supereroe da sognare e conservare nel pozzo salvifico della memoria infantile”.
La serata vedrà inoltre un momento live grazie alla performance di recitazione su un testo scritto per l'occasione dallo scrittore e sceneggiatore Maurizio Cohen e ispirato alle opere esposte.
“Lo stile che ho seguito per la mia mostra è molto facile da descrivere: è semplicemente il mio, e non so che roba sia – spiega l’artista PierBo - Non conosco un artista contemporaneo vivente, sono ignorante in materia. Cinque anni fa sono uscito da casa e ho comprato una tela e colori, il resto è venuto. Credo che ogni quadro sia diverso. E voglio che sia così. Che piacciano o meno, nessuno deve avere uno stesso quadro: lo troverei una mancanza di rispetto. Per il resto parto da un'idea, da un oggetto, da una frase ascoltata al bar o appuntata sul blocco sul comodino”.
PierBo, nome in arte di Pietro Bottai, classe 1974, ha studiato al Liceo Classico e si è laureato col massimo dei voti presso la facoltà di Lettere e Filosofia, a 35 anni. Finora ha scritto e viaggiato, studiato e imparato. E oggi è pronto per la sua prima mostra personale. Pietro si è approcciato al mondo della pittura con lo stupore di un bambino: ha preso il pennello e lo ha intinto nell’acrilico per colorare quella tela bianca con emozioni e poesia, riversando rabbia e amore. Proprio l’amore è uno dei principali protagonisti delle sue opere, che vive sempre con passione e incredibile fantasia.
“L’amore viene raccontato come io lo vivo, e non lo vivo sempre bene. Ma non penso di essere l'unico. Credo che un uomo e una donna che soffrono per amore abbiano le stesse reazioni: c'è chi cova vendetta, chi si butta subito in un altro letto, chi spacca porte. Ecco, nelle mie opere c’è tutto questo. Anche in quadri non direttamente collegati all'amore. Amo il rock, mi rimangono a casa 8 quadri di cantanti rock. Il rock insegna a dire tutto in poche righe”.
PierBo sarà protagonista anche di una performance live per la cena di San Valentino, sempre presso il Margutta RistorArte, durante la quale dipingerà live. La sua opera verrà poi messa in vendita la sera stessa, e il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’associazione Emergenza Sorrisi.
“Presentato da alcuni amici, mi invitò a casa sua per un caffè – racconta Tina Vannini, proprietaria del Margutta RistorArte - Mi catapulta sin da subito nel suo mondo e nel giro di poco mi sembra di sapere tutto di lui e della sua anima, fragile ma coraggiosa, arrogante e delicata, sognante e cruda. Mentre parla osservo le sue tele, di una coerenza disarmante e rarissima. Ne percepisco energia, purezza, depressione, ironia. Mi rendo conto che lui è totalmente ritratto in ogni segno, colore e oggetto presenti su quelle tele. Al momento di congedarci mi dice “Oddio, mi sono dimenticato il caffè” e scoppiamo a ridere. Ma vado via con la consapevolezza che ho un nuovo insolito artista-poeta da raccontare”.
L’esposizione combina passione e fantasia, quotidianità e straordinarietà: non c’è un filo conduttore a livello tematico, quanto le emozioni e i desideri di un artista che usa la tela come specchio e come lente d’ingrandimento, per scoprire se stesso, ma anche tutto ciò che lo circonda. Alternando episodi reali a realtà parallele, l’artista colpisce per il suo stile incisivo, essenziale, forte, arrabbiato, emozionante e colorato. Molte le icone che scendono dall’olimpo per prendere una posizione nella lotta quotidiana: da Clint Eastwood a Fabrizio De André.
“Artista prolifico e generoso, produce tele scritte, colorate, affollate di personaggi ingombranti – dichiara la curatrice Francesca Barbi Marinetti - dagli alieni ai grandi del Rock, dalle icone della politica o dello star system fino all’Ego sovraesposto, ferito ma ostinatamente reattivo. Il suo mondo è quello della sopravvivenza agli amori delusi, all’amarezza delle convinzioni che recidono i fiori, al bombardamento mediatico del potere che condiziona la vita. Ma è anche la leggerezza di un supereroe da sognare e conservare nel pozzo salvifico della memoria infantile”.
La serata vedrà inoltre un momento live grazie alla performance di recitazione su un testo scritto per l'occasione dallo scrittore e sceneggiatore Maurizio Cohen e ispirato alle opere esposte.
“Lo stile che ho seguito per la mia mostra è molto facile da descrivere: è semplicemente il mio, e non so che roba sia – spiega l’artista PierBo - Non conosco un artista contemporaneo vivente, sono ignorante in materia. Cinque anni fa sono uscito da casa e ho comprato una tela e colori, il resto è venuto. Credo che ogni quadro sia diverso. E voglio che sia così. Che piacciano o meno, nessuno deve avere uno stesso quadro: lo troverei una mancanza di rispetto. Per il resto parto da un'idea, da un oggetto, da una frase ascoltata al bar o appuntata sul blocco sul comodino”.
PierBo, nome in arte di Pietro Bottai, classe 1974, ha studiato al Liceo Classico e si è laureato col massimo dei voti presso la facoltà di Lettere e Filosofia, a 35 anni. Finora ha scritto e viaggiato, studiato e imparato. E oggi è pronto per la sua prima mostra personale. Pietro si è approcciato al mondo della pittura con lo stupore di un bambino: ha preso il pennello e lo ha intinto nell’acrilico per colorare quella tela bianca con emozioni e poesia, riversando rabbia e amore. Proprio l’amore è uno dei principali protagonisti delle sue opere, che vive sempre con passione e incredibile fantasia.
“L’amore viene raccontato come io lo vivo, e non lo vivo sempre bene. Ma non penso di essere l'unico. Credo che un uomo e una donna che soffrono per amore abbiano le stesse reazioni: c'è chi cova vendetta, chi si butta subito in un altro letto, chi spacca porte. Ecco, nelle mie opere c’è tutto questo. Anche in quadri non direttamente collegati all'amore. Amo il rock, mi rimangono a casa 8 quadri di cantanti rock. Il rock insegna a dire tutto in poche righe”.
PierBo sarà protagonista anche di una performance live per la cena di San Valentino, sempre presso il Margutta RistorArte, durante la quale dipingerà live. La sua opera verrà poi messa in vendita la sera stessa, e il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’associazione Emergenza Sorrisi.
“Presentato da alcuni amici, mi invitò a casa sua per un caffè – racconta Tina Vannini, proprietaria del Margutta RistorArte - Mi catapulta sin da subito nel suo mondo e nel giro di poco mi sembra di sapere tutto di lui e della sua anima, fragile ma coraggiosa, arrogante e delicata, sognante e cruda. Mentre parla osservo le sue tele, di una coerenza disarmante e rarissima. Ne percepisco energia, purezza, depressione, ironia. Mi rendo conto che lui è totalmente ritratto in ogni segno, colore e oggetto presenti su quelle tele. Al momento di congedarci mi dice “Oddio, mi sono dimenticato il caffè” e scoppiamo a ridere. Ma vado via con la consapevolezza che ho un nuovo insolito artista-poeta da raccontare”.
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