Da Martino Spanzotti a Gaudenzio Ferrari, le nuove sale dei Musei Reali
Un’Altra Armonia: a Torino lo splendore del Rinascimento piemontese
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Musei Reali, Torino |
Macrino d'Alba, Madonna col Bambino in gloria, angeli musicanti e santi (particolare), 1498
Francesca Grego
19/12/2017
Sono dedicate ai maestri del Rinascimento piemontese le nuove sezioni dei Musei Reali di Torino.
Nell’Ala Sud della Galleria Sabauda prende vita in nove sale l’allestimento permanente Un’altra armonia: 50 gioielli realizzati tra il XIV e il XVI secolo evidenziano la straordinaria ricchezza della tradizione pittorica regionale, per la prima volta protagonista di un progetto espositivo dedicato.
Ci sono Antoine de Lohny e Martino Spanzotti, Macrino d’Alba, Bernardino Lanino, Defendente e Gaudenzio Ferrari, che da marzo sarà protagonista di una grande mostra diffusa tra Vercelli, Novara e Varallo Valsesia.
Artisti di altissimo livello, che hanno lasciato le proprie tracce nei più rinomati luoghi d’arte del Piemonte: nel Duomo di Torino e a Palazzo Madama, nella chiesa di San Bernardino a Ivrea e sul Sacro Monte di Varallo.
Il percorso, concepito secondo una sequenza cronologica, ripercorre il cammino della pittura piemontese dalle preziosità del Gotico al Manierismo cinquecentesco, che segnò la fine delle scuole regionali e l’avvento di un nuovo linguaggio internazionale.
Focus sulle figure di maestri di eccezionale personalità o sulla loro fortuna nel collezionismo sabaudo aprono il racconto a mille spunti diversi: dalla tecnica dei fondi oro alle simbologie nascoste nei dipinti, dall’intreccio di influenze presente sul territorio all’organizzazione delle botteghe e alla funzione devozionale delle opere.
“L’Italia ha un’enorme ricchezza nelle scuole regionali del Quattrocento”, ha affermato la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella: “c’è quella toscana, c’è quella lombarda e noi alla Sabauda ospitiamo quella piemontese, che vogliamo far riscoprire conferendole un’identità propria”.
Una mostra che mira a emozionare e coinvolgere il visitatore, ma anche ad assecondarne le curiosità attraverso i video e i contenuti multimediali dei totem touchscreen consultabili in quasi tutte le sale.
Un raffinato repertorio di musiche polifoniche selezionate ad hoc accentuerà il carattere multisensoriale dell’esperienza di visita, invitando il pubblico a “immergersi nella sacralità del tempo e ammirare le singole opere in un contesto fortemente suggestivo”, come ha spiegato la coordinatrice dei servizi educativi della Sabauda Giorgia Corso.
I tesori del territorio prendono così posto accanto alle meraviglie dell’arte di sempre, custodite nello scrigno della Manica Nuova di Palazzo Reale: da Beato Angelico ad Andrea Mantegna, da Guido Reni a Rubens, Rembrandt e Van Eyck.
A cura di Anna Maria Bava, l’esposizione Un’altra armonia: maestri del Rinascimento in Piemonte è stata realizzata su progetto dell’architetto Lorenzo Greppi.
Leggi anche:
• Odissee. Da Ulisse a Pistoletto, 6000 anni di viaggi in mostra a Torino
• A Torino Piranesi, la Fabbrica dell’Utopia
Nell’Ala Sud della Galleria Sabauda prende vita in nove sale l’allestimento permanente Un’altra armonia: 50 gioielli realizzati tra il XIV e il XVI secolo evidenziano la straordinaria ricchezza della tradizione pittorica regionale, per la prima volta protagonista di un progetto espositivo dedicato.
Ci sono Antoine de Lohny e Martino Spanzotti, Macrino d’Alba, Bernardino Lanino, Defendente e Gaudenzio Ferrari, che da marzo sarà protagonista di una grande mostra diffusa tra Vercelli, Novara e Varallo Valsesia.
Artisti di altissimo livello, che hanno lasciato le proprie tracce nei più rinomati luoghi d’arte del Piemonte: nel Duomo di Torino e a Palazzo Madama, nella chiesa di San Bernardino a Ivrea e sul Sacro Monte di Varallo.
Il percorso, concepito secondo una sequenza cronologica, ripercorre il cammino della pittura piemontese dalle preziosità del Gotico al Manierismo cinquecentesco, che segnò la fine delle scuole regionali e l’avvento di un nuovo linguaggio internazionale.
Focus sulle figure di maestri di eccezionale personalità o sulla loro fortuna nel collezionismo sabaudo aprono il racconto a mille spunti diversi: dalla tecnica dei fondi oro alle simbologie nascoste nei dipinti, dall’intreccio di influenze presente sul territorio all’organizzazione delle botteghe e alla funzione devozionale delle opere.
“L’Italia ha un’enorme ricchezza nelle scuole regionali del Quattrocento”, ha affermato la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella: “c’è quella toscana, c’è quella lombarda e noi alla Sabauda ospitiamo quella piemontese, che vogliamo far riscoprire conferendole un’identità propria”.
Una mostra che mira a emozionare e coinvolgere il visitatore, ma anche ad assecondarne le curiosità attraverso i video e i contenuti multimediali dei totem touchscreen consultabili in quasi tutte le sale.
Un raffinato repertorio di musiche polifoniche selezionate ad hoc accentuerà il carattere multisensoriale dell’esperienza di visita, invitando il pubblico a “immergersi nella sacralità del tempo e ammirare le singole opere in un contesto fortemente suggestivo”, come ha spiegato la coordinatrice dei servizi educativi della Sabauda Giorgia Corso.
I tesori del territorio prendono così posto accanto alle meraviglie dell’arte di sempre, custodite nello scrigno della Manica Nuova di Palazzo Reale: da Beato Angelico ad Andrea Mantegna, da Guido Reni a Rubens, Rembrandt e Van Eyck.
A cura di Anna Maria Bava, l’esposizione Un’altra armonia: maestri del Rinascimento in Piemonte è stata realizzata su progetto dell’architetto Lorenzo Greppi.
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