Dal 3 maggio al 27 ottobre
Alla Fondazione Memmo l'incontro con Roma di Latifa Echakhch
Latifa Echahkch, L’air du temps - Prix Marcel Duchamp 2013, Centre Pompidou, Parigi, 2014 © Latifa Echakhch. Foto: © Fabrice Seixas
Samantha De Martin
03/05/2019
Roma - La Roma di Latifa Echakhch emerge dalle stanze delle antiche Scuderie di Palazzo Ruspoli come un universo fiabesco che richiama i “capricci” architettonici in materiale cementizio tipici dei giardini di fine Ottocento.
Invitata dalla Fondazione Memmo a realizzare un progetto inedito a partire dalle suggestioni derivate dal suo incontro con il paesaggio, le atmosfere, la storia e le vicende socio-culturali della capitale, l'artista visuale franco-marocchina ha riassunto in Romance - questo il titolo della mostra in corso fino al 27 ottobre - il suo dialogo con la stratificazione architettonica, culturale e geologica della città.
Da questo intreccio di differenti periodi storici, linguaggi e registri espressivi, emerge il sentimento di trasporto, indagine e sorpresa dell’artista, reso attraverso un’opera immersiva, inedita, concepita in nove sculture.
Il percorso a cura di Francesco Stocchi - che trae origine da un processo di avvicinamento graduale che ha portato Latifa a scoprire, interiorizzare e tradurre gli stimoli raccolti nel corso delle sue visite a Roma - è stato concepito on site.
Sculture cave in calcestruzzo armato, dalle quali emergono oggetti decorativi di diverse origini, creano una stratificazione di riferimenti colti e popolari che invitano il visitatore a rintracciare il proprio momento storico addentrandosi tra caverne, stalattiti e stalagmiti, finte palizzate in legno e oggetti della vita quotidiana.
In questo giardino fantastico che grande ruolo assegna alla memoria, il pubblico coglie i diversi indirizzi che hanno contraddistinto la ricerca di Echakhch negli ultimi anni, dal tema dei giardini romantici de Le jardin méchanique al Nouveau Musée National de Monaco alla potenza evocatrice della campana in pezzi esposta nella personale al Kiosk di Ghent.
La mostra dedicata all’artista vincitrice, nel 2013, del Premio Marcel Duchamp, inaugura una nuova tappa del percorso attraverso cui la Fondazione Memmo intende promuovere l’incontro di artisti internazionali con il tessuto produttivo e artigianale della città di Roma.
Leggi anche:
• Latifa Echakhch. Romance
• L'artigianato incontra l'arte contemporanea tra le "rovine" di Kerstin Bratsch
Invitata dalla Fondazione Memmo a realizzare un progetto inedito a partire dalle suggestioni derivate dal suo incontro con il paesaggio, le atmosfere, la storia e le vicende socio-culturali della capitale, l'artista visuale franco-marocchina ha riassunto in Romance - questo il titolo della mostra in corso fino al 27 ottobre - il suo dialogo con la stratificazione architettonica, culturale e geologica della città.
Da questo intreccio di differenti periodi storici, linguaggi e registri espressivi, emerge il sentimento di trasporto, indagine e sorpresa dell’artista, reso attraverso un’opera immersiva, inedita, concepita in nove sculture.
Il percorso a cura di Francesco Stocchi - che trae origine da un processo di avvicinamento graduale che ha portato Latifa a scoprire, interiorizzare e tradurre gli stimoli raccolti nel corso delle sue visite a Roma - è stato concepito on site.
Sculture cave in calcestruzzo armato, dalle quali emergono oggetti decorativi di diverse origini, creano una stratificazione di riferimenti colti e popolari che invitano il visitatore a rintracciare il proprio momento storico addentrandosi tra caverne, stalattiti e stalagmiti, finte palizzate in legno e oggetti della vita quotidiana.
In questo giardino fantastico che grande ruolo assegna alla memoria, il pubblico coglie i diversi indirizzi che hanno contraddistinto la ricerca di Echakhch negli ultimi anni, dal tema dei giardini romantici de Le jardin méchanique al Nouveau Musée National de Monaco alla potenza evocatrice della campana in pezzi esposta nella personale al Kiosk di Ghent.
La mostra dedicata all’artista vincitrice, nel 2013, del Premio Marcel Duchamp, inaugura una nuova tappa del percorso attraverso cui la Fondazione Memmo intende promuovere l’incontro di artisti internazionali con il tessuto produttivo e artigianale della città di Roma.
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