Un importante restauro a Palazzo Venezia
A Palazzo Venezia una nuova luce brilla sulle Fatiche di Ercole
Palazzo Venezia, Sala delle Fatiche di Ercole, affreschi della parete con Ercole e Anteo Photo credit M.Benedetti - A.Corrao. Courtesy of Polo Museale del Lazio
Samantha De Martin
23/05/2017
Roma - Fontane e amorini, draghi e centauri tornano a fare capolino dalle logge della sala Barbo dopo il restauro che ha restituito equilibrio cromatico a un prezioso ciclo rinascimentale che proprio a Palazzo Venezia trova una delle sue più alte espressioni.
Brillano di una nuova luce le otto fatiche dell'eroe, che impreziosiscono la sala al piano nobile di Palazzo Venezia, in quello che era l'appartamento del cardinale veneziano Pietro Barbo - fondatore dell'edificio, e poi divenuto papa Paolo II - ufficialmente destinato alla custodia dei paramenti sacri del pontefice.
Il restauro del soffitto e del fregio a fresco della sala «i cui colori erano stati fortemente offuscati da uno spesso strato di polveri e da un progressivo distacco dell'intonaco» - come ha spiegato Paolo Castellani, storico dell'arte del Polo Museale del Lazio, che ha diretto il cantiere - ha consentito di recuperare la leggibilità dell'opera e di reintegrare le immagini, sebbene alcune lacune siano rimaste purtroppo irreparabilmente visibili.
Questo straordinario intervento, successivo a quello del 1970, ha consentito il ripristino dell'idea originaria di un loggiato aperto in prospettiva, emblema del Rinascimento italiano.
Ed è così che Ercole e il leone Nemeo, Anteo, i buoi di Gerione, il drago Ladone, la cerva di Cerinea, gli uccelli di Stinfalo, il centauro Nesso tornano a emozionare i tanti sguardi all'insù, muovendosi in un ammaliante trompe-l'oeil tra le finte logge e un cielo adesso brillante.
La decorazione pittorica rimanda alla loggia, uno dei temi più interessanti dell'architettura di Palazzo Venezia, autentica novità nel panorama culturale della Roma del primo Rinascimento.
Generoso mecenate del restauro è la Fondazione Silvano Toti, da anni impegnata nel settore dell'arte e della cultura, che ha finanziato interamente i lavori rispondendo all'invito con il quale il ministro Franceschini aveva sollecitato i privati a una più incisiva collaborazione con il pubblico per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano.
«Questo intervento - ha spiegato Edith Gabrielli, direttore del Polo Museale del Lazio - si inserisce nel progetto di rilancio di Palazzo Venezia, un vero cantiere della conoscenza aperto al pubblico».
E infatti per alcuni giorni durante la fase di restauro, la sala delle Fatiche di Ercole è rimasta aperta ai visitatori, ospitando un divertito ed estasiato corteo di adulti e bambini abbarbicati sui ponteggi con il caschetto in testa per osservare da vicino il lavoro dei restauratori.
E d'altra parte anche mentre è in corso l'inaugurazione della sala, nelle altre stanze si continua a lavorare per restituire forme e colori all'arte di un Palazzo che, come ha spiegato Edith Gabrielli, «fino a pochi mesi fa giaceva in un sonno che rasentava la depressione» e che ambisce a riguadagnare la sua meritata centralità nella scena cittadina, aprendosi fisicamente al pubblico.
Una missione già in parte raggiunta con la riapertura, nel 2016, del giardino, precedentemente ridotto a parcheggio, di due nuovi varchi di accesso e grazie a una ricca agenda di iniziative in programma a partire dal mese di giugno, tra mostre e percorsi di visita volti a restituire alla città il suo straordinario monumento artistico.
Il restauro della sala delle Fatiche di Ercole, rappresenta, come ha ribadito Edith Gabrielli, «un virtuoso esempio di rapporto pubblico-privato, che ha reso possibile il recupero della leggibilità dell'opera d'arte, ma anche un elemento cardine nel rilancio del Palazzo». Il cantiere costituisce infatti l'intervento pilota per la musealizzazione dell'appartamento Barbo, dato che, come ha spiegato il direttore del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Sonia Martone, «si potranno studiare alcuni dettagli valutabili solo in fase operativa e quindi una volta risolti potranno essere estesi al progetto generale».
Nonostante l'autore di questo ciclo rimanga ancora anonimo, la luce che le scene mitologiche emanano è intensa. I visitatori la potranno ammirare a partire da sabato 27 maggio, quando la sala aprirà ufficialmente al pubblico con ingresso gratuito, prima di essere inserita, da domenica 28, nel normale percorso museale di Palazzo Venezia. Un viaggio fatto di stupore e magìa, frutto di un pregevole atto di amore nei confronti dell'arte.
Leggi anche:
• Il giardino ritrovato
• Visita straordinaria al cantiere di restauro della sala delle fatiche di Ercole
Brillano di una nuova luce le otto fatiche dell'eroe, che impreziosiscono la sala al piano nobile di Palazzo Venezia, in quello che era l'appartamento del cardinale veneziano Pietro Barbo - fondatore dell'edificio, e poi divenuto papa Paolo II - ufficialmente destinato alla custodia dei paramenti sacri del pontefice.
Il restauro del soffitto e del fregio a fresco della sala «i cui colori erano stati fortemente offuscati da uno spesso strato di polveri e da un progressivo distacco dell'intonaco» - come ha spiegato Paolo Castellani, storico dell'arte del Polo Museale del Lazio, che ha diretto il cantiere - ha consentito di recuperare la leggibilità dell'opera e di reintegrare le immagini, sebbene alcune lacune siano rimaste purtroppo irreparabilmente visibili.
Questo straordinario intervento, successivo a quello del 1970, ha consentito il ripristino dell'idea originaria di un loggiato aperto in prospettiva, emblema del Rinascimento italiano.
Ed è così che Ercole e il leone Nemeo, Anteo, i buoi di Gerione, il drago Ladone, la cerva di Cerinea, gli uccelli di Stinfalo, il centauro Nesso tornano a emozionare i tanti sguardi all'insù, muovendosi in un ammaliante trompe-l'oeil tra le finte logge e un cielo adesso brillante.
La decorazione pittorica rimanda alla loggia, uno dei temi più interessanti dell'architettura di Palazzo Venezia, autentica novità nel panorama culturale della Roma del primo Rinascimento.
Generoso mecenate del restauro è la Fondazione Silvano Toti, da anni impegnata nel settore dell'arte e della cultura, che ha finanziato interamente i lavori rispondendo all'invito con il quale il ministro Franceschini aveva sollecitato i privati a una più incisiva collaborazione con il pubblico per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano.
«Questo intervento - ha spiegato Edith Gabrielli, direttore del Polo Museale del Lazio - si inserisce nel progetto di rilancio di Palazzo Venezia, un vero cantiere della conoscenza aperto al pubblico».
E infatti per alcuni giorni durante la fase di restauro, la sala delle Fatiche di Ercole è rimasta aperta ai visitatori, ospitando un divertito ed estasiato corteo di adulti e bambini abbarbicati sui ponteggi con il caschetto in testa per osservare da vicino il lavoro dei restauratori.
E d'altra parte anche mentre è in corso l'inaugurazione della sala, nelle altre stanze si continua a lavorare per restituire forme e colori all'arte di un Palazzo che, come ha spiegato Edith Gabrielli, «fino a pochi mesi fa giaceva in un sonno che rasentava la depressione» e che ambisce a riguadagnare la sua meritata centralità nella scena cittadina, aprendosi fisicamente al pubblico.
Una missione già in parte raggiunta con la riapertura, nel 2016, del giardino, precedentemente ridotto a parcheggio, di due nuovi varchi di accesso e grazie a una ricca agenda di iniziative in programma a partire dal mese di giugno, tra mostre e percorsi di visita volti a restituire alla città il suo straordinario monumento artistico.
Il restauro della sala delle Fatiche di Ercole, rappresenta, come ha ribadito Edith Gabrielli, «un virtuoso esempio di rapporto pubblico-privato, che ha reso possibile il recupero della leggibilità dell'opera d'arte, ma anche un elemento cardine nel rilancio del Palazzo». Il cantiere costituisce infatti l'intervento pilota per la musealizzazione dell'appartamento Barbo, dato che, come ha spiegato il direttore del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Sonia Martone, «si potranno studiare alcuni dettagli valutabili solo in fase operativa e quindi una volta risolti potranno essere estesi al progetto generale».
Nonostante l'autore di questo ciclo rimanga ancora anonimo, la luce che le scene mitologiche emanano è intensa. I visitatori la potranno ammirare a partire da sabato 27 maggio, quando la sala aprirà ufficialmente al pubblico con ingresso gratuito, prima di essere inserita, da domenica 28, nel normale percorso museale di Palazzo Venezia. Un viaggio fatto di stupore e magìa, frutto di un pregevole atto di amore nei confronti dell'arte.
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