Da aprile a giugno in mostra a Mayfair

Scoperto a Londra un nuovo dipinto di Artemisia

Artemisia Gentileschi, Davide e Golia, 1639 circa. Simon Gillespie Studio
 

Francesca Grego

03/03/2020

Mondo - Intuito, esperienza o fortuna? Era il 1996 quando lo storico dell'arte Gianni Papi vide per la prima volta il Davide e Golia in una foto in bianco e nero di dubbia qualità. La figura sinuosa dell'eroe biblico e l'atmosfera della tela lo fecero pensare immediatamente ad Artemisia Gentileschi, eccezionale interprete della pittura barocca allora sconosciuta a molti. Il tempo e gli studi condotti sul dipinto sembrano avergli dato ragione.

Quando l'anonimo proprietario del quadro ha deciso di restaurarlo, le rivelazioni non si sono fatte attendere. Sotto strati di sporco e vernici posticce, il restauratore Simon Gillespie ha portato alla luce un messaggio inequivocabile. Vergata a chiare lettere sulla spada dell'eroe biblico, la firma “Artemisia” conferma i numerosi segnali già emersi durante la pulizia della tela: l'ocra dell'abito di Davide, il tessuto delle maniche, la luce e il cielo nuvoloso rimandano allo stile della pittrice romana. Al punto da spingere Papi, incaricato di studiare il quadro, a formulare ipotesi precise circa la sua esecuzione in un articolo in pubblicazione su The Burlington Magazine: tutti questi elementi sembrano portare infatti agli anni Trenta e Quaranta del XVII secolo, quando Artemisia raggiunse a Londra il padre Orazio impegnato a decorare le residenze reali per conto di Carlo I d'Inghilterra. Se è vero che la pittrice si cimentò più volte con quello che all'epoca era un soggetto alla moda, lo scrittore Horace Walpole sembra alludere proprio all'opera ritrovata quando racconta: “Re Carlo ha molti dipinti di Artemisia e il suo preferito è un Davide con la testa di Golia”.

Davvero un bel colpo per il collezionista britannico che nel 2018 ha acquistato il quadro a soli 103 mila euro in un'asta da Hampel Fine Art a Monaco: oggi le quotazioni delle opere di Artemisia sono salite vertiginosamente, basti pensare ai 3,6 milioni di sterline sborsati due anni fa dalla National Gallery per l'acquisto dell'Autoritratto come Santa Caterina d'Alessandria e alla Lucrezia venduta all'asta per la cifra record di 4,7 milioni di euro nello scorso novembre.
Non a caso, a Londra ferve l'attesa per la prima mostra monografica che dal 4 aprile il Regno Unito dedicherà all'artista: a Trafalgar Square l'ultimo, clamoroso acquisto sarà accompagnato da una trentina di capolavori scelti tra le collezioni dei più grandi musei italiani e internazionali, in un percorso volto a valorizzare non solo una straordinaria protagonista della pittura al femminile, ma un talento assoluto, capace di emergere a dispetto di un vissuto a tinte forti e delle limitazioni riservate a una donna nell'ambiente artistico dell'epoca.

Accanto all'Autoritratto come Suonatrice di liuto, alla Maddalena in estasi – altro recente ritrovamento – e alla corrispondenza intima tra la pittrice e l'amante Francesco Maria Maringhi, non ci sarà però il Davide e Golia. La sua autenticazione è troppo fresca per spingere il museo di Trafalgar Square a sbilanciarsi, soprattutto alla luce dei passi falsi compiuti nel 2011 con il Salvator Mundi leonardesco e nel 2014 con il Davide che contempla la testa di Golia, allora attribuito a Orazio Gentileschi e oggi sospettato di essere un falso moderno. Niente paura però: per ammirare da vicino la nuova scoperta basterà recarsi a Mayfair nel Simon Gillespie Studio, dove sarà esposta da aprile a giugno. In attesa che, come auspicato dal proprietario, l'opera sia concessa in prestito a lungo termine “a un museo d'arte appropriato”.

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