Dal 9 aprile al 29 luglio a Londra
Monet e l'architettura. Alla National Gallery una mostra inedita
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Claude Monet, The Douanier's Cottage, 1882, olio su tela, 74.9 x 61 cm, Harvard Art Museums / Fogg Museum Bequest of Annie Swan Coburn, 1934.27 © President and Fellows of Harvard College, Cambridge, Massachusetts
Samantha De Martin
09/01/2018
Mondo - Non solo giardini e marine e scorci attraversati da glicini e ninfee. C’è un altro Monet, ugualmente immenso, che snocciola la sua passione per i ponti, i sobborghi, gli edifici parigini, ma anche per i palazzi eleganti di Londra e di Venezia. Una mostra alla National Gallery, intitolata Monet e l’architettura, organizzata dal Credito svizzero, e in programma dal 9 aprile al 29 luglio, offre al pubblico la possibilità di godere di una serie di capolavori, poco noti e raramente esposti, provenienti da alcune collezioni private.
Si tratta della prima retrospettiva dedicata al padre dell’Impressionismo e al suo rapporto con l’architettura.
In quest’ampia rassegna di edifici, ciascuno dei quali racchiude storie e ruoli importanti - dalla Chiesa di Varengeville alla moderna Gare Saint-Lazare - non manca un accenno all’Italia, con i suoi scorci, le chiese ed i palazzi, come il Palazzo del Doge visto da San Giorgio Maggiore o come l’omaggio al Canal Grande, una delle opere realizzate durante il soggiorno dell’artista in Italia. In particolare saranno nove le tele dedicate a Venezia, una decina riguarderanno i sobborghi di Parigi, mentre otto, realizzati tra il 1899 e il 1904, saranno i dipinti londinesi.
Sul palcoscenico di questo sfavillante teatro di luce, quello che per Monet conta, non sono tanto gli edifici ed i paesaggi, quanto le atmosfere caleidoscopiche che, con le nebbie e i riflessi cangianti, avvolgono le architetture, conferendo loro un fascino unico.
"Altri pittori dipingono un ponte, una casa, una barca. Voglio dipingere l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono" scriveva il maestro nel 1895.
Le tre sezioni che compongono la mostra - Il villaggio e il pittoresco, La città e il moderno, Il monumento e il misterioso - mostrano al pubblico l’abilità con la quale uno degli artisti più apprezzati al mondo ha immortalato una società in rapida evoluzione.
La mostra di Londra sarà un’occasione unica anche perché, per la prima volta, verranno esposti insieme i due dipinti che ritraggono la Chiesa di Vétheuil, immortalata dal pittore al suo arrivo nel piccolo comune francese, nel 1878. Uno dei due è conservato presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, mentre l’altro appartiene a una colleziona privata.
E poi ci sarà la celebre tela, conservata alla National Gallery, che ritrae il Tamigi sotto Westminster, affiancata dalla Spiaggia di Trouville, opera nata probabilmente come bozzetto per una composizione più ampia.
In occasione del grande appuntamento nella prestigiosa istituzione di Trafalgar Square, giungeranno a Londra anche Quai du Louvre, uno dei primi paesaggi urbani di Monet, proveniente dal Gemeente Museum dell’Aia, il Boulevard des Capucines, in prestito dal Museo Puškin di Mosca, esposto, non tra poche polemiche, alla prima mostra impressionista del 1874, e la tela con Rue Montorgueil, 30 giugno 1878, dal Musée d’Orsay, nella quale il pittore, quasi come un “reporter” osserva i parigini dall’alto, in un tripudio di colorate bandiere svolazzanti.
«È il sogno di ogni curatore riuscire a riunire così tanti dipinti realizzati da un così grande artista, combinandoli in gruppi capaci di evidenziare un nuovo modo di concepire il suo lavoro» ha spiegato Richard Thomson, curatore della mostra e studioso di Monet.
Se le immagini di Londra, Parigi, Rouen, con quei riflessi che scivolano lungo ponti ed edifici non smettono di affascinare, incatenando lo sguardo alla tela, è solo merito di un artista che è risucito, giocando con la luce, a fare entrare con forza i paesaggi visivi nell’ immaginazione di tutti.
Leggi anche:
• Monet, il poeta della luce in mostra a Roma
• La luce di Monet risplende a Basilea
Si tratta della prima retrospettiva dedicata al padre dell’Impressionismo e al suo rapporto con l’architettura.
In quest’ampia rassegna di edifici, ciascuno dei quali racchiude storie e ruoli importanti - dalla Chiesa di Varengeville alla moderna Gare Saint-Lazare - non manca un accenno all’Italia, con i suoi scorci, le chiese ed i palazzi, come il Palazzo del Doge visto da San Giorgio Maggiore o come l’omaggio al Canal Grande, una delle opere realizzate durante il soggiorno dell’artista in Italia. In particolare saranno nove le tele dedicate a Venezia, una decina riguarderanno i sobborghi di Parigi, mentre otto, realizzati tra il 1899 e il 1904, saranno i dipinti londinesi.
Sul palcoscenico di questo sfavillante teatro di luce, quello che per Monet conta, non sono tanto gli edifici ed i paesaggi, quanto le atmosfere caleidoscopiche che, con le nebbie e i riflessi cangianti, avvolgono le architetture, conferendo loro un fascino unico.
"Altri pittori dipingono un ponte, una casa, una barca. Voglio dipingere l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono" scriveva il maestro nel 1895.
Le tre sezioni che compongono la mostra - Il villaggio e il pittoresco, La città e il moderno, Il monumento e il misterioso - mostrano al pubblico l’abilità con la quale uno degli artisti più apprezzati al mondo ha immortalato una società in rapida evoluzione.
La mostra di Londra sarà un’occasione unica anche perché, per la prima volta, verranno esposti insieme i due dipinti che ritraggono la Chiesa di Vétheuil, immortalata dal pittore al suo arrivo nel piccolo comune francese, nel 1878. Uno dei due è conservato presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, mentre l’altro appartiene a una colleziona privata.
E poi ci sarà la celebre tela, conservata alla National Gallery, che ritrae il Tamigi sotto Westminster, affiancata dalla Spiaggia di Trouville, opera nata probabilmente come bozzetto per una composizione più ampia.
In occasione del grande appuntamento nella prestigiosa istituzione di Trafalgar Square, giungeranno a Londra anche Quai du Louvre, uno dei primi paesaggi urbani di Monet, proveniente dal Gemeente Museum dell’Aia, il Boulevard des Capucines, in prestito dal Museo Puškin di Mosca, esposto, non tra poche polemiche, alla prima mostra impressionista del 1874, e la tela con Rue Montorgueil, 30 giugno 1878, dal Musée d’Orsay, nella quale il pittore, quasi come un “reporter” osserva i parigini dall’alto, in un tripudio di colorate bandiere svolazzanti.
«È il sogno di ogni curatore riuscire a riunire così tanti dipinti realizzati da un così grande artista, combinandoli in gruppi capaci di evidenziare un nuovo modo di concepire il suo lavoro» ha spiegato Richard Thomson, curatore della mostra e studioso di Monet.
Se le immagini di Londra, Parigi, Rouen, con quei riflessi che scivolano lungo ponti ed edifici non smettono di affascinare, incatenando lo sguardo alla tela, è solo merito di un artista che è risucito, giocando con la luce, a fare entrare con forza i paesaggi visivi nell’ immaginazione di tutti.
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