Dal 19 novembre al 10 dicembre nell'ambito del Piccolo Festival dell’Animazione

Quarant'anni di William Kentridge in mostra a Udine

William Kentridge, Second-hand Reading, 2013, Durata 7' | Courtesy Studio Kentridge 
 

Samantha De Martin

16/11/2021

Udine - Nel nuovo spazio Moroso Design Outlet di Tavagnacco, a Udine, ristrutturato in stile loft industriale, le potenti immagini di William Kentridge dominate da sibille e danzatrici, e da una natura sempre più prepotente che si fa spazio tra foglie, alberi, uccelli, corvi in volo, racchiudono il monito lanciato dall’artista di Johannesburg contro la prepotenza dell'uomo.
Se l’umanità tenta di piegare la natura viene di conseguenza piegata, essendone parte. Non ci si salva in un mondo deformato e in cui i diritti dell'umanità non sono salvaguardati sembra ribadire Kentridge, costantemente in movimento tra film, disegno, musica, letteratura, in una trama di riferimenti culturali incrociati.

Dal 19 novembre al 10 dicembre un’esposizione monografica di video-animazioni realizzate tra il 1975 e il 2020, dal titolo Waiting for Kentridge, si svolgerà in concomitanza con il Piccolo Festival dell'Animazione, giunto alla XIV edizione e atteso presso il nuovo spazio Moroso di Tavagnacco con oltre cento corti animati provenienti da tutto il mondo, accuratamente selezionati e suddivisi fra nove programmi che spaziano dalle Opere Prime al Visual&Music.


William Kentridge 2021 | Courtesy Studio Kentridge 

Dodici film di Kentridge attendono appassionati del cinema d'animazione e dell'arte tout court in postazioni video, monitor, computer e tv posizionati in diversi punti del nuovo spazio della Moroso. Paola Bristot e Andrijana Ružić, che curano gli allestimenti in collaborazione con la Galleria Lia Rumma e lo Studio Kentridge, pongono sotto la lente la convergenza tra il mondo del design e quello del cinema d'animazione, sempre più proiettato verso orizzonti legati all'arte contemporanea in una sinergia tra linguaggi visivi e sistemi di produzione.

Al centro della mostra Waiting for Kentridge scorgiamo un Kentridge moltiplicato, seduto o appoggiato al famoso divano Victoria and Albert realizzato dal designer Ron Arad in occasione di una mostra presso l'omonimo museo londinese, emblematica chicca della produzione Moroso.


William Kentridge, City Deep, 2020, durata 9' 41'' | Courtesy Studio Kentridge

I film di Kentridge mostrano come l’artista sudafricano noto per i suoi disegni, le incisioni, ma soprattutto i film di animazione creati a partire da disegni a carboncino, abbia fin dall'inizio avuto una grande attenzione per il cinema d'animazione in grado di valorizzare le qualità narrative dei suoi lavori. Realizzate con la tecnica del carboncino e delle cancellature e ripassi che assegnano alle immagini una profonda densità grafica, le sue opere affrontano problematiche che spaziano dai temi sociali all’ambiente.
Colpiscono di Kentridge i film realizzati a partire dalle pagine dei libri che si sfogliano come fotogrammi in sequenze visivamente icastiche, dove si estrapolano frasi emblematiche che stigmatizzano il senso della scelta del libro come fonte ispiratrice. Da Waiting for the Sibyl alle pagine del Paradiso di Dante, sono soprattutto le immagini, simboliche e potenti, a sedurre l’osservatore, catapultandolo tra forme geometriche e danzatrici, sibille e corvi in volo.

Nei film dell’artista che, attraverso la contaminazione di diverse espressioni artistiche - sculture, arazzi, video installazioni, performance - riesamina costantemente i problemi legati alla società contemporanea, dal razzismo al ruolo dell'arte e degli artisti di oggi, la caratteristica dell'impatto emotivo che guida il gesto è amplificata da una puntuale scelta musicale che orienta occhio, orecchio e cuore dell’osservatore.


William Kentridge, Other Faces, 2011, durata 11'10'' | Courtesy Studio Kentridge

Tra i film presentati in mostra spicca anche un video in cui Kentridge dà un assaggio della sua abilità nella ricerca scultorea, dove le forme in movimento sono saggi di anamorfosi. L'opera animata di William Kentridge è una parte inseparabile della sua creazione artistica, attraverso la quale l’artista dà voce ai problemi sociali legati al colonialismo e all'apartheid.

I suoi film sono disegnati su un solo foglio di carta con la tecnica del carboncino - che, come spiega lo stesso Kentridge, "cambia il disegno alla velocità del pensiero" - davanti a una telecamera Bolex, basandosi sull'improvvisazione piuttosto che sullo storyboard. A rendere unica la sua opera animata, l'uso di un montaggio frammentato e dinamico, tagli improvvisi, flashback e naturalmente la musica.


William Kentridge, Dissolve, 2008, durata 6' 17'' | Courtesy Studio Kentridge

"Il modo in cui il film è costruito da questi frammenti che reinterpretiamo retrospettivamente, cambiando il corso del tempo, è la mia sensazione di come comprendiamo il mondo. E così i film d'animazione possono essere una dimostrazione di come progettiamo il mondo, non una lezione su cosa significa il mondo" spiega il genio creativo del Sud Africa, il cui operato pare scaturisca in buona parte dall'ossessione per i crimini commessi dalla minoranza bianca contro la popolazione nera durante l'apartheid.

Organizzata dall'Associazione Viva Comix, all'interno del Piccolo Festival dell'Animazione, con il sostegno del Ministero del Cinema, MIC, della Regione Friuli Venezia Giulia e di Promo Turismo FVG con la collaborazione della Galleria Lia Rumma, Studio Kentridge e il sostegno di Moroso, la mostra sarà aperta dal martedì al sabato dalle 17 alle 20 e le domeniche 21 e 28 novembre dalle 17 alle 20.

 Leggi anche:
• Nel segno della Sibilla. A Napoli William Kentridge dialoga con le sculture della Cona dei Lani