Dal 18 marzo al 31 luglio presso il Complesso Monumentale della Pilotta
Architettura, Arte, Potere. L'epopea dei Farnese va in scena a Parma
Ph. Cosimo Filippini |
Fornasetti, Allestimento nel Teatro Farnese Complesso Monumentale della Pilotta
Francesca Grego
23/01/2022
Parma - Nel 1545, quando papa Paolo III Farnese creò il Ducato di Parma e Piacenza con a capo il figlio Pier Luigi, il cardinale Ercole d’Este commentò che era “cosa ben strana veder fare un duca di due simili città in una notte, come nasce un fungo”. Desiderosi di legittimare il proprio status di aristocratici, i Farnese si sarebbero lanciati in imponenti progetti di mecenatismo, come testimoniano i ritratti dello stesso Paolo III dipinti da Tiziano. Dalla leggendaria Collezione Farnese, tra le più ricche d’Europa, ai palazzi di Roma, Caprarola, Parma e Piacenza, dove straordinarie decorazioni pittoriche rintracciano nel mito le origini della dinastia, le arti sono al centro del programma di potere del casato. Dove abbia portato questa strada lo scopriremo dal 18 marzo al Complesso Monumentale della Pilotta, che si prepara a ospitare una mostra attesa da tempo.
Tiziano Vecellio, Ritratto di Paolo III Farnese, 1543. Museo di Capodimonte, Napoli
A cura di Simone Verde con Bruno Adorni, Carla Campanini, Carlo Mambriani, Maria Cristina Quagliotti, Pietro Zanlari, I Farnese. Architettura, Arte, Potere presenterà oltre 300 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private italiane ed europee - oltre che dalla prestigiosa raccolta parmense - all’interno degli ambienti più spettacolari del Complesso Monumentale che proprio ai Farnese deve la sua esistenza: una tappa cruciale del più ampio progetto di rilancio intrapreso dal museo, che nel corso del 2022 inaugurerà la totalità dei suoi spazi restaurati e riallestiti.
Sala del Trionfo, Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto Giovanni Hanninen
Dai Voltoni del Guazzatoio al Museo Archeologico, dalla Biblioteca Palatina al Teatro Farnese, fino alle sale della Galleria Nazionale, la marcia della dinastia di origine toscana sarà raccontata da opere d’arte, oggetti rari e ricercati e reperti di terre lontane, ma anche progetti e modelli architettonici, elaborazioni grafiche e video. Tra i prestiti spiccano i due globi Coronelli della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e, per la prima volta in Italia dal Musée des Amériques-Auch, la Messa di San Gregorio eseguita in Messico dagli indios per ringraziare Paolo III della bolla Sublimis Deus, che riconobbe l’umanità dei nativi americani e ne condannò lo sfruttamento.
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto Giovanni Hanninen
Venti i dipinti, che trovano il vertice nei capolavori di Raffaello, Tiziano, Annibale Carracci, El Greco e Parmigianino provenienti in buona parte dal Museo di Capodimonte: insieme rievocheranno l’allestimento della storica Galleria Farnesiana, dove erano esposte le cento opere più significative della collezione di famiglia. Sempre da Capodimonte arriveranno 80 oggetti preziosi che, insieme alla celebre Tazza Farnese del Museo Archeologico di Napoli, alle monete e alle medaglie della Pilotta e a pezzi selezionati della Collezione Gonzaga di Guastalla (poi confluiti nelle raccolte Farnese), consentiranno di ricostruire la camera delle meraviglie rinascimentale.
Tiziano Vecellio (1490 - 1576), Ritratto di papa Paolo III con i nipoti Alessandro ed Ottavio Farnese, 1546, Olio su tela, 210 x 176 cm, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Presentata come il più corposo progetto espositivo mai dedicato al collezionismo dei Farnese, la mostra parmense si caratterizza per due novità: si avvicina al mecenatismo rinascimentale con l’approccio della Global History e vi include per la prima volta le grandi imprese architettoniche commissionate dalla famiglia, in dialogo con l’edificio farnesiano della Pilotta.
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma
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Tiziano Vecellio, Ritratto di Paolo III Farnese, 1543. Museo di Capodimonte, Napoli
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Sala del Trionfo, Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto Giovanni Hanninen
Dai Voltoni del Guazzatoio al Museo Archeologico, dalla Biblioteca Palatina al Teatro Farnese, fino alle sale della Galleria Nazionale, la marcia della dinastia di origine toscana sarà raccontata da opere d’arte, oggetti rari e ricercati e reperti di terre lontane, ma anche progetti e modelli architettonici, elaborazioni grafiche e video. Tra i prestiti spiccano i due globi Coronelli della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e, per la prima volta in Italia dal Musée des Amériques-Auch, la Messa di San Gregorio eseguita in Messico dagli indios per ringraziare Paolo III della bolla Sublimis Deus, che riconobbe l’umanità dei nativi americani e ne condannò lo sfruttamento.
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto Giovanni Hanninen
Venti i dipinti, che trovano il vertice nei capolavori di Raffaello, Tiziano, Annibale Carracci, El Greco e Parmigianino provenienti in buona parte dal Museo di Capodimonte: insieme rievocheranno l’allestimento della storica Galleria Farnesiana, dove erano esposte le cento opere più significative della collezione di famiglia. Sempre da Capodimonte arriveranno 80 oggetti preziosi che, insieme alla celebre Tazza Farnese del Museo Archeologico di Napoli, alle monete e alle medaglie della Pilotta e a pezzi selezionati della Collezione Gonzaga di Guastalla (poi confluiti nelle raccolte Farnese), consentiranno di ricostruire la camera delle meraviglie rinascimentale.
Tiziano Vecellio (1490 - 1576), Ritratto di papa Paolo III con i nipoti Alessandro ed Ottavio Farnese, 1546, Olio su tela, 210 x 176 cm, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Presentata come il più corposo progetto espositivo mai dedicato al collezionismo dei Farnese, la mostra parmense si caratterizza per due novità: si avvicina al mecenatismo rinascimentale con l’approccio della Global History e vi include per la prima volta le grandi imprese architettoniche commissionate dalla famiglia, in dialogo con l’edificio farnesiano della Pilotta.
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