Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2018
Dal 24 Novembre 2017 al 01 Dicembre 2017
Firenze
Luogo: Tornabuoni Arte di Firenze e di Milano
Indirizzo: Lungarno Benvenuto Cellini 3
Orari: Firenze: dal lunedì al venerdì (9.00-13.00/15.30-19.30); sabato (11.00-19.00)
Telefono per informazioni: +39 055 6812697
E-Mail info: info@tornabuoniarte.it
Sito ufficiale: http://www.tornabuoniarte.it/
Tornabuoni Arte rinnova il consueto appuntamento annuale con l’esposizione di un’accurata scelta di opere di arte moderna e contemporanea che inaugura venerdì 24 novembre 2017, dalle ore 18.00, nella sede di Firenze (lungarno Benvenuto Cellini, 3) e venerdì 1 dicembre, dalle ore 17.30, presso la sede di Milano (via Fatebenefratelli, 36).
Grazie alla passione e dedizione di Roberto Casamonti che l’ha fondata, Tornabuoni Arte ha saputo, nel corso degli anni, creare un importante circuito espositivo e culturale in Italia e all’estero, coinvolgendo istituzioni pubbliche e private, con una programmazione internazionale, realizzata grazie anche al rapporto consolidato con critici d’arte, curatori e collezionisti.
Quest’anno si celebra anche la trentesima edizione dell’Antologia di arte moderna e contemporanea, raffinata pubblicazione che accompagna e approfondisce non solo le opere in mostra ma anche il complesso e immane lavoro che sta dietro la ricerca e la realizzazione di questa raccolta così unica. Per offrire una migliore consultazione, il catalogo introdotto da un testo di Gino Pisapia, è suddiviso per la prima volta in tre categorie: Artisti Italiani, Artisti Internazionali e Proposte Contemporanee.
Entrando nel vivo dell’esposizione, partiamo con la prima sezione e per la precisione con Carla Accardi, signora dell’astrattismo italiano, pittrice decisiva nel panorama dell’arte italiana del dopoguerra, di cui abbiamo qui due dipinti, Assedio colorato del 1955 e Verdi azzurro del 1962, definiti da quei segni morbidi, fluidi, influenzati dalle tradizioni orientali, che hanno caratterizzato tutta la sua produzione. Di quella stessa generazione che fa proprio il rapporto tra forma e colore, Piero Dorazio è presente con cinque olii su tela, che vanno dal 1956 al 1982, come lo straordinario Red composition (1959), scelto per la copertina di questo libro.
Facendo un passo in dietro nel tempo, opere di particolare valenza storica sono tra le altre: Il ritratto della signorina Concha de Ossa, del 1888 circa, di Giovanni Boldini, recentemente esposto al Complesso del Vittoriano di Roma, nella grande mostra dedicata all’artista; Impressioni di passaggio,dipinto nel 1908 da Umberto Boccioni; il Paesaggio astratto, nettamente futurista, fatto da Giacomo Balla nel 1918; alcuni capolavori di Giorgio de Chirico, al quale la galleria di Londra aveva dedicato una mostra lo scorso ottobre, come Natura morta ariostesca del 1940; di Massimo Campigli è stato scoperto e quindi pubblicato il famoso Bozzetto per l’affresco del Liviano,destinato all’atrio della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, progettato da Giò Ponti, e con il quale, nel 1938, il grande maestro si aggiudicò il concorso al quale partecipavano anche Mario Sironi e Achille Funi; e ancora opere di Felice Casorati, Ottone Rosai, Osvaldo Licini, Ardengo Soffici, Gino Severini e Marino Marini.
Sempre in questa prima parte dedicata all’arte italiana, ci sono cinque mirabili esemplari dei Concetti Spaziali, di Lucio Fontana, dal 1956 al 1962, a testimoniare quell’indagine rivolta nello specifico allo spazio reale che ritroviamo in parte in Polimaterico, del 1958, di Agostino Bonalumi e in una rara Superficie alluminio che Enrico Castellani ha realizzato nel 1972.
Non possono di certo mancare lavori di Alighiero Boetti e Emilio Isgrò, ai quali Tornabuoni Arte ha dedicato mostre importanti e di successo, rispettivamente minimum/Maximum, alla Fondazione Cini a Venezia, in occasione dell’ultima Biennale di Arte, realizzata in collaborazione con l’Archivio Alighiero Boetti, e la retrospettiva di Isgrò che ha toccato le sedi di Milano, Londra e Parigi.
In questo excursus, trovano un posto preminente anche i gruppi e i movimenti che hanno caratterizzato il secondo Novecento, dalla Scuola di Piazza del Popolo, nata a Roma negli anni Sessanta, rappresentata da opere museali di Renato Mambor, Mario Schifano, Tano Festa, Pino Pascali, ma anche l’Arte Povera con Merz, Zorio, Calzolari e la Transavanguardia di Paladino, Chia e De Maria.
Arriviamo alla sezione degli Artisti Internazionali, dove la Tornabuoni Arte è nota per la scrupolosità delle scelte, che comprende Eroded landscape, grandiosa scultura costruita con un delicato equilibrio di oggetti di uso quotidiano, fatti di vetro sabbiato (1988) dall’inglese Tony Cragg, uno dei più noti scultori contemporanei. L’inconfondibile segno di Keith Haring si ritrova in un acrilico su pelle, Untitled, del 1983. L’Ave Maria di Anselm Kiefer, del 2007, ci evoca invece suggestioni legate alla caducità della specie umana e alle distruzioni legate alla storia dell’Europa. Anche qui troviamo splendidi capolavori di artisti che hanno segnato la storia dell’arte del Novecento, da Marc Chagall a Joan Mirò e Jean Dubuffet, da Louise Nevelson a Victor Vaserely e Antoni Tàpies, da Andy Warhol a un maestro della Land Art come Richard Long.
La rassegna si chiude con Proposte Contemporanee, una selezione di lavori di artisti contemporanei che tende ad evidenziare quelle che sono le ricerche più diverse, condotte oggi in questo ambito. Così, tra gli altri, troviamo i “tableaux vivants” di Vanessa Beecroft, attenta nell’indagare il tema del corpo femminile; le sculture dell’armeno Mikayel Ohanjanyan, che ha vinto il Leone d’oro per la Migliore Partecipazione nazionale alla Biennale di Venezia del 2015; i dipinti della norvegese Anne-Karin Furunes che nascono da un’attenta ricerca di foto d’archivio; le opere poetiche create con materiali diversi della giovane Francesca Pasquali e, infine, le superfici vibranti, dall’andamento musicale dei monocromi di Carlo Rea.
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