Vania Russo. Bergamo infinita e altre opere
Dal 24 Maggio 2014 al 08 Giugno 2014
Bergamo
Luogo: Ex Chiesa della Maddalena
Indirizzo: via Sant’Alessandro 39/b
Orari: martedì-venerdì 16-19.30; sabato e domenica 10-12.30 / 16-19.30
Curatori: Giovanna Russo
Enti promotori:
- Associazione Culturale Amici di Vania
- Banca Popolare di Bergamo
- Assessorato alla Cultura - Comune di Bergamo
Telefono per informazioni: +39 320 8015469
E-Mail info: info@ babelecomunicazione.it
Sito ufficiale: http://www.vaniarusso.org
Un “impressionista digitale” con un’unica, magnifica ossessione: la ricerca del SEGNO dell’ INFINITO. Bergamo ricorda, a quasi un anno dalla scomparsa, l’itinerario poetico e visionario di Vania Russo (1937-2013), grafico, pittore e pittore digitale, per il quale la creatività era sperimentazione continua di strumenti e materiali antichi e contemporanei, dal pennello al mouse, dalla tela alla tavolozza virtuale.
Si inaugura sabato 24 maggio alle ore 16.30, nei suggestivi spazi dell’Ex Chiesa della Maddalena a Bergamo, la mostra antologica commemorativa Vania Russo. Bergamo infinita e altre opere, promossa dall’Associazione Culturale Amici di Vania e realizzata grazie al sostegno di Banca Popolare di Bergamo, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo.
Curata dalla figlia di Vania, Giovanna Russo, l’antologica si propone di ripercorrere il sorprendente percorso creativo dell’artista attraverso una quarantina di opere selezionate e suddivise in tre sezioni.
Figura eclettica, Vania Russo si afferma in città come vignettista (con una lunga collaborazione con il quotidiano L’Eco di Bergamo e l’invenzione del personaggio “Orobik”) e come grafico pubblicitario (sono opera sua, a partire dagli anni Settanta, le campagne di comunicazione della Banca Popolare di Bergamo). E’ a partire dalla fine degli anni Ottanta che il pubblico comincia ad apprezzarlo anche come pittore. O meglio, ai avvicina alla pittura come la sentiva Vania Russo, ossia come sintesi tra arte e comunicazione, come creatività che non ha paura di cambiare, sperimentare, evolvere di continuo.
Nella prima sezione della mostra, intitolata PRELUDIO, è documentata la prima fase pittorica di Vania Russo, in una serie di acrilici su tela che già raccontano in nuce quelle che saranno le chiavi di ricerca dell’artista: poetici “assoli” di alberi sospesi sulla linea tagliente di un orizzonte che divide solo apparentemente cieli e terre i quali, accesi da Vania Russo di colori emotivi più che reali, finiscono talvolta per scambiarsi di posto. Ne nasce una potente “geografia dell’anima” in cui il segno – alfabeto formale e poetico del grafico – entra in gioco a sfibrare i contorni certi della visione, a far vibrare l’immagine di una vitalità nascosta, a suggerire altri percorsi possibili in una visione che pure ci pareva familiare e definitiva.
Procedendo via via per sottrazione, il linguaggio di Vania Russo negli anni 2000 procede verso l’astrazione: nella sezione INTERLUDIO le tele diventano campi cromatici di energia, in cui i segni migrano liberamente e si aboliscono le prospettive, al punto che è difficile stabilire qual è il punto di vista da cui osservare l’opera.
Ma soprattutto, sono gli anni, in cui, senza preclusioni e timori, Vania Russo individua nel computer potenzialità che si possono incrociare con la sua immaginazione pittorica. Prende così il via la serie di monotipi digitali stampati su tela: il mouse utilizzato come pennello, intinto nei colori virtuali.
Si approda così a SINFONIA, la sezione della mostra che rappresenta pienamente la maturità – e l’unicità- dell’artista che, senza timore di allontanarsi dal rapporto fisico con la pittura per esplorare nuovi territori creativi, comincia a sperimentare una sua “pittura digitale” ’incrociando strumenti che potrebbero essere considerati agli antipodi fra loro, quali procedure tecniche e materiali tradizionali con il disegno e la tavolozza virtuali.
Da un lato, quindi, il ricorso a supporti antichi come la tela juta o addirittura la tavola, preparati a gesso secondo una consuetudine di secoli, dall’altra il mouse a tracciare il disegno e il computer ad accendere le sue visioni di luci irreali e di colori di memorie e di emozioni.
Con la scelta, tuttavia, di conservare l’unicità all’opera d’arte, rinunciando quindi alla riproducibilità offerta dal mezzo digitale per realizzare monotipi, ossia pezzi unici.
Mentre Vania Russo accoglie e manipola il digitale sentito come forte componente della contemporaneità, affiora definitivamente nelle sue opere anche la sua magnifica ossessione, ossia “Bergamo infinita”. Lo skyline della città alta appare nei suoi lavori inconfondibile ma ogni volta diverso, sospeso ancora una volta sulla linea di un orizzonte che abolisce i confini della tela.
Infuocata o notturna, cristallina o colorata dal sogno, Bergamo diventa per Vania Russo la chiave di accesso all’infinito: una città da percorrere e ripercorrere avanti e indietro, senza alcuna soluzione di continuità, in un viaggio pittorico che ognuno può intraprendere in maniera personale.
La mostra è accompagnata da un catalogo (ed. Grafica Monti), con contributi di Claudia Sartirani, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo, Giorgio Frigeri, Presidente della Banca Popolare di Bergamo, e il ricordo degli amici Nicoletta Prandi e Sergio Beretta.
Vania Russo (1937-2013), nasce vignettista su giornali studenteschi locali; lo diventa (quasi) seriamente per il quotidiano «L’Eco di Bergamo». Abbraccia la professione di grafico pubblicitario, ma contemporaneamente si dedica alla pittura in cui riversa la propensione alla grafica, intesa come sintesi fra arte e comunicazione. Non a caso la prima personale - figurativa - del 1988 è tenuta presso la galleria Grafica e Arte di Bergamo; come pure la seconda (informale) nel 1990. Nel 2002 espone all’Ateneo di Bergamo Alta elaborazioni pittorico-grafiche eseguite con il computer e riportate su tela. Nel 2004 espone al Centro Culturale S. Bartolomeo una serie di monotipi digitali su tela. Alla ricerca di forme e sistemi nuovi, pubblica una prima edizione del libro Bergamo Infinita con le vedute dei tre lati di Città Alta. Esce una seconda edizione nel novembre del 2008. Nel settembre del 2009 espone, nel Chiostro di S. Marta in Bergamo, una serie opere che hanno come tema lo skyline di Città Alta; segue, nel 2010, alla Galleria Santini Arte di Treviolo la mostra Alberi, fiori ed altre illusioni eseguendo opere su tela juta preparata a gesso. Nell’aprile del 2012 espone al Palamonti di Bergamo con il tema: I rifugi CAI nelle Orobie da un altro punto di vista. Nel dicembre 2012 è con una personale presso lo spazio espositivo della libreria Articolo 21. A giugno del 2013 alla Galleria Santini Arte di Treviolo la mostra Bergamo Infinita 2.0.
Si inaugura sabato 24 maggio alle ore 16.30, nei suggestivi spazi dell’Ex Chiesa della Maddalena a Bergamo, la mostra antologica commemorativa Vania Russo. Bergamo infinita e altre opere, promossa dall’Associazione Culturale Amici di Vania e realizzata grazie al sostegno di Banca Popolare di Bergamo, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo.
Curata dalla figlia di Vania, Giovanna Russo, l’antologica si propone di ripercorrere il sorprendente percorso creativo dell’artista attraverso una quarantina di opere selezionate e suddivise in tre sezioni.
Figura eclettica, Vania Russo si afferma in città come vignettista (con una lunga collaborazione con il quotidiano L’Eco di Bergamo e l’invenzione del personaggio “Orobik”) e come grafico pubblicitario (sono opera sua, a partire dagli anni Settanta, le campagne di comunicazione della Banca Popolare di Bergamo). E’ a partire dalla fine degli anni Ottanta che il pubblico comincia ad apprezzarlo anche come pittore. O meglio, ai avvicina alla pittura come la sentiva Vania Russo, ossia come sintesi tra arte e comunicazione, come creatività che non ha paura di cambiare, sperimentare, evolvere di continuo.
Nella prima sezione della mostra, intitolata PRELUDIO, è documentata la prima fase pittorica di Vania Russo, in una serie di acrilici su tela che già raccontano in nuce quelle che saranno le chiavi di ricerca dell’artista: poetici “assoli” di alberi sospesi sulla linea tagliente di un orizzonte che divide solo apparentemente cieli e terre i quali, accesi da Vania Russo di colori emotivi più che reali, finiscono talvolta per scambiarsi di posto. Ne nasce una potente “geografia dell’anima” in cui il segno – alfabeto formale e poetico del grafico – entra in gioco a sfibrare i contorni certi della visione, a far vibrare l’immagine di una vitalità nascosta, a suggerire altri percorsi possibili in una visione che pure ci pareva familiare e definitiva.
Procedendo via via per sottrazione, il linguaggio di Vania Russo negli anni 2000 procede verso l’astrazione: nella sezione INTERLUDIO le tele diventano campi cromatici di energia, in cui i segni migrano liberamente e si aboliscono le prospettive, al punto che è difficile stabilire qual è il punto di vista da cui osservare l’opera.
Ma soprattutto, sono gli anni, in cui, senza preclusioni e timori, Vania Russo individua nel computer potenzialità che si possono incrociare con la sua immaginazione pittorica. Prende così il via la serie di monotipi digitali stampati su tela: il mouse utilizzato come pennello, intinto nei colori virtuali.
Si approda così a SINFONIA, la sezione della mostra che rappresenta pienamente la maturità – e l’unicità- dell’artista che, senza timore di allontanarsi dal rapporto fisico con la pittura per esplorare nuovi territori creativi, comincia a sperimentare una sua “pittura digitale” ’incrociando strumenti che potrebbero essere considerati agli antipodi fra loro, quali procedure tecniche e materiali tradizionali con il disegno e la tavolozza virtuali.
Da un lato, quindi, il ricorso a supporti antichi come la tela juta o addirittura la tavola, preparati a gesso secondo una consuetudine di secoli, dall’altra il mouse a tracciare il disegno e il computer ad accendere le sue visioni di luci irreali e di colori di memorie e di emozioni.
Con la scelta, tuttavia, di conservare l’unicità all’opera d’arte, rinunciando quindi alla riproducibilità offerta dal mezzo digitale per realizzare monotipi, ossia pezzi unici.
Mentre Vania Russo accoglie e manipola il digitale sentito come forte componente della contemporaneità, affiora definitivamente nelle sue opere anche la sua magnifica ossessione, ossia “Bergamo infinita”. Lo skyline della città alta appare nei suoi lavori inconfondibile ma ogni volta diverso, sospeso ancora una volta sulla linea di un orizzonte che abolisce i confini della tela.
Infuocata o notturna, cristallina o colorata dal sogno, Bergamo diventa per Vania Russo la chiave di accesso all’infinito: una città da percorrere e ripercorrere avanti e indietro, senza alcuna soluzione di continuità, in un viaggio pittorico che ognuno può intraprendere in maniera personale.
La mostra è accompagnata da un catalogo (ed. Grafica Monti), con contributi di Claudia Sartirani, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo, Giorgio Frigeri, Presidente della Banca Popolare di Bergamo, e il ricordo degli amici Nicoletta Prandi e Sergio Beretta.
Vania Russo (1937-2013), nasce vignettista su giornali studenteschi locali; lo diventa (quasi) seriamente per il quotidiano «L’Eco di Bergamo». Abbraccia la professione di grafico pubblicitario, ma contemporaneamente si dedica alla pittura in cui riversa la propensione alla grafica, intesa come sintesi fra arte e comunicazione. Non a caso la prima personale - figurativa - del 1988 è tenuta presso la galleria Grafica e Arte di Bergamo; come pure la seconda (informale) nel 1990. Nel 2002 espone all’Ateneo di Bergamo Alta elaborazioni pittorico-grafiche eseguite con il computer e riportate su tela. Nel 2004 espone al Centro Culturale S. Bartolomeo una serie di monotipi digitali su tela. Alla ricerca di forme e sistemi nuovi, pubblica una prima edizione del libro Bergamo Infinita con le vedute dei tre lati di Città Alta. Esce una seconda edizione nel novembre del 2008. Nel settembre del 2009 espone, nel Chiostro di S. Marta in Bergamo, una serie opere che hanno come tema lo skyline di Città Alta; segue, nel 2010, alla Galleria Santini Arte di Treviolo la mostra Alberi, fiori ed altre illusioni eseguendo opere su tela juta preparata a gesso. Nell’aprile del 2012 espone al Palamonti di Bergamo con il tema: I rifugi CAI nelle Orobie da un altro punto di vista. Nel dicembre 2012 è con una personale presso lo spazio espositivo della libreria Articolo 21. A giugno del 2013 alla Galleria Santini Arte di Treviolo la mostra Bergamo Infinita 2.0.
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