Videozoom

Scena tratta dal video dell'artista "Sylwia Narbutt"
 

20/09/2004

Videozoom prosegue le sue incursioni tra linguaggi ed immaginari di territori e culture distanti. Più che una ricognizione geografica, un confronto dialettico tra radici lontane e prospettive che si stringono nelle maglie della globalizzazione, dei circuiti televisivi, delle tecnologie digitali. “Videoartisti polacchi”, che segue le precedenti rassegne dedicate ad israeliani, iraniani, ed italiani, si articola in tre aree tematiche fondamentali: resistenza psichica, identità, autoironia. Nel primo filone, il video “Lesson of singing” di Artur Zmijewski, presentato nel 2002 al Manifesta di Francoforte, ed il film “Half A Woman” di Jacek Malinovski, che sperimenta le reazioni di uno spettatore ormai assuefatto alla retorica televisiva del dolore, qui decomposta in migliaia di frammenti filmici che giocano a confondere la realtà con la finzione. L’Identità, nei lavori di Anna Baumgart e Katarzyna Gorna, si associa inevitabilmente alla donna, ed al suo rapporto con il corpo, tra ossessioni collettive e status symbol. Nel video “Real? Cranes are flying”, la Baumgart, artista particolarmente attenta alle problematiche del mondo femminile, usa frammenti del cult movie russo Cranes are flying, di Michal Kalatozow, sostituendosi alla vera protagonista del film. Sylwia Narbutt, l’artista più giovane della rassegna, presenterà invece il suo video di laurea presso l’Accademia delle Belle Arti di Varsavia, dove in meno di due minuti di scioccante normalità l’artista uccide i suoi genitori. Infine l’ Autoironia attraversa un tema molto dibattuto negli ultimi anni in Polonia, perché è diretta a scuotere il rigido assetto istituzionale dell’arte contemporanea, il perduto senso di patrimonio collettivo, che finisce per inibire i comportamenti comuni nei luoghi istituzionali, come nei lavori di Hubert Czerepok, o si scontra con le speranze dei giovani artisti nei video amari del gruppo Azorro (Oscar Dawicki, Igor Krenz, Woijtek Niedzielko, Lukasz Skapski), già dal film d’esordio, We like it a lot (2001), cospiratori dei meccanismi nascosti che tramano la nostra realtà. VIDEOZOOM “Videoartisti Polacchi”, a cura di Anna Jagiello – Istituto Polacco di Roma Palazzo San Carluccio Viterbo Dal 15 al 30 settembre Info: 0761.220090