Lodola&Mathis. Nuovo mecenatismo: immaginare il futuro

Lodola&Mathis. Nuovo mecenatismo: immaginare il futuro, Galata Museo del Mare, Genova

 

Dal 02 Ottobre 2014 al 22 Ottobre 2014

Genova

Luogo: Galata Museo del Mare

Indirizzo: Calata De Mari 1

Orari: tutti i giorni 10-19.30

Curatori: Ivan Quaroni

Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 7

Telefono per informazioni: +39 010 2345655

E-Mail info: accoglienzagalata@galatamuseodelmare.it

Sito ufficiale: http://www.galatamuseodelmare.it


Nella cornice del 54° Salone Nautico Internazionale di Genova, Bruno Guidi – industriale del mondo della nautica e mecenate d’arte contemporanea – promuove una nuova mostra al Galata Museo del Mare di Marco Lodola e Jill Mathis, firmata da Ivan Quaroni.
"Produco pezzi che in una nave non si vedono. Forse è per questo o forse perché sono spinto da una grande curiosità che riesco a vedere l’arte dove per i più non c’è. Attraverso gli scatti di Jill Mathis, mi si è rivelato il peso estetico degli oggetti e dei macchinari e l'intero spazio produttivo della mia fabbrica si è trasformato in una galleria d'arte" dichiara Bruno Guidi, fondatore nel 1968 dell’omonima azienda leader nella produzione di accessori per l’impiantistica navale – in un’intervista apparsa su La Stampa il 13 aprile 2013.
Anche quest’anno, la Guidi s.r.l. torna a Genova per partecipare al 54° Salone Nautico e porta con sé la grande passione per l’arte che l’aveva vista nel 2011 proporre la personale Industria di Jill Mathis, nel 2012 essere protagonista al Palazzo della Meridiana della messa in opera della grande installazione di Michelangelo Pistoletto Love Difference e nel 2013 presentare la mostra Gilmour&Mathis. L’arte contemporanea incontra l’industria, esposta a Palazzo Ducale.Per il 2014 mentre allo stand Guidi del Salone Nautico è protagonista un’opera della collezione aziendale – uno spettacolare piccolo yacht in scala 1:1 di Chris Gilmour, interamente realizzato in cartone riciclato, riproduzione di una barca costruita negli anni Settanta dagli storici Cantieri Navali Camuffo, già allora clienti di Guidi: circa cinque metri di lunghezza, completa di tutti i suoi particolari – è il Galata Museo del Mare ad ospitare un nuovo appuntamento tra arte e industria, presentando le opere di Marco Lodola e Jill Mathis, in una mostra curata da Ivan Quaroni.
Non è la prima volta che il prestigioso Museo genovese espone l’arte luminosa e inconfondibile dell’artista pavese che nel 2007 con la mostra Lightship to Lodola illuminò i piani del museo con le sue suggestive opere. 
Concept di questa esposizione, che fa dialogare arte e nautica, scultura e fotografia, è il Futuro, inteso come innovazione tecnologica che caratterizza sia l’industria che l’arte contemporanea. Così Ivan Quaroni – curatore della mostra – commenta il tema di quest’anno “L’arte, con la scienza (e la tecnologia), rappresenta da sempre l’ambito di ricerca più avanzato del pensiero umano, quello attraverso cui l’uomo è riuscito a immaginare realtà nuove. Come osservava Kandinskij, la sua qualità è di oltrepassare i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla e di indicare il contenuto del futuro. L’arte è, quindi, la scienza imperfetta dell’immaginazione, che consente di formulare ipotesi, talora perfino profezie, sul mondo che verrà. Essa ha in comune con la scienza la capacità di prefigurare la realtà, poiché tutto ciò che esiste, ogni cosa, ogni forma prodotta dall’uomo sono state necessariamente prima immaginate. Così come molte delle cose immaginate, sono spesso divenute solide realtà”.
Si tratta di un futuro che ha solide radici nel passato e nel presente, ma che viene interpretato e immaginato attraverso la creatività visionaria dei due artisti, chiamati a confrontarsi con l’argomento.
Jill Mathis presenta una selezione di fotografie, in b/n e a colori, scattate per l’occasione ai prodotti tecnologici della Guidi – realizzati nel presente ma che già guardano al futuro – che, grazie al suo tocco femminile, delicato e poetico, diventano opere astratte di grande atmosfera; Marco Lodola invece – con il suo inconfondibile segno pop tracciato con la luce – ha prodotto una grande scultura luminosa site specific che immagina un’imbarcazione del futuro sulla quale sono montati pezzi Guidi.
Così Quaroni descrive le opere in mostra: “Nello sguardo di Jill Mathis, i tubi di raccordo, i bocchettoni, i filtri, i manicotti, le pompe, le valvole, gli scarichi, gli ombrinali, gli ingrassatori e i distributori, ma anche le prese a mare, i tappi, i dadi e i collettori, diventano presenze immobili e statuarie, scolpite da una luce tersa e cristallina, che rimanda al nitore della pittura di quel primo Novecento italiano, in bilico tra Realismo Magico e Nuova Oggettività”.
“(..)A Marco Lodola, è, invece, affidato il compito di creare un’opera che sappia proiettare, oltre i limiti del presente, la vocazione dinamica dell’azienda guidata da Bruno Guidi. E, così, l’artista ha immaginato un motoscafo del futuro, un vettore di luce che pare sfrecciare sui flutti come una potente scia elettrica.”

Jill Mathis é cresciuta in Texas studiando fotografia alla University of Texas/San Antonio. Nel 1988 accede alla School of Photojournalism University of Texas di Austin. Dopo aver vissuto cinque anni a New York City, dove è stata assistente di Ralph Gibson, si é trasferita in Italia.
Da tempo lavora a una sequenza fotografica che ha come soggetto la ricerca etimologica iniziata con una mostra e un libro finanziati da Olympus Cameras, UK.
Nel 2012 ha pubblicato con Damiani editore il volume, Dreaming of Ingmar Bergman, una ricerca fotografica/etimologica/filosofica ispirata alla poetica di Bergman, dove le foto nascono intorno a parole evocative, ricercate nella produzione del regista e nei luoghi della Svezia in cui Bergman ha vissuto e filmato.
Il suo lavoro è stato citato in diversi studi universitari ed è incluso in molte collezioni accademiche tra cui la Columbia University, Georgetown University, University of Pennsylvania, Vanderbilt University e la University of Maryland.
Jill Mathis espone in Europa e negli Stati Uniti e le sue fotografie fanno parte di numerose collezioni private e pubbliche fra cui il The Whitney Musuem of American Art, The Jewish Museum NYC, The Brooklyn Musuem, The Delaware Art Museum, The Norton Museum of Art, The Birmingham Museum of Art, The Museum of Contemporary Art San Diego.  
www.jillmathis.com

Marco Lodola è nato a Dorno nel 1955, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze e Milano, vive e lavora a Pavia.
Dal 1983 ha esposto in importanti spazi pubblici e privati italiani e all’estero ed è uno dei fondatori del movimento Nuovo Futurismo. Le sue opere sono oggi presenti in tutto il mondo, ha realizzato scenografie per film, trasmissioni, concerti ed eventi di vario genere, dalla moda al teatro, dalle olimpiadi invernali di Torino del 2006, alla facciata dell'Ariston per il festival di Sanremo del 2008, a XFactor nel 2013. Ha esposto al Padiglione Italia della 53ª Biennale di Venezia un'installazione luminosa, omaggio al teatro di Fortunato Depero.
Marco Lodola, uno degli artisti italiani più noti e riconoscibili in Italia e all’estero, ha la rara capacità di trasformare in arte i segni del mondo contemporaneo; per lui l’arte è gioco e divertimento ma al contempo ha stretti legami con il mondo della letteratura, la pubblicità, la musica e la poesia.
Ha realizzato progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Harley Davidson, Illy (collana delle tazzine d'autore), Byblos oltre a Nonino e Carlsberg. 
www.lodoland.com 


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