Roberto Polillo. Visions of Venice

Roberto Polillo, Da Visions of Venice

 

Dal 13 Ottobre 2016 al 13 Novembre 2016

Milano

Luogo: Fondazione Stelline

Indirizzo: corso Magenta 61

Orari: da martedì a domenica 10-20

Curatori: Alessandro Luigi Perna

Telefono per informazioni: +39 02 45462.411

E-Mail info: fondazione@stelline.it

Sito ufficiale: http://www.stelline.it



Alla Fondazione Stelline Roberto Polillo, conosciuto dal grande pubblico per i suoi ritratti fotografici di musicisti jazz realizzati negli anni '60, mette in mostra "Visions of Venice", primo capitolo di “Impressions of the World”, il suo decennale progetto, tutto realizzato con tecnica ICM - Intentional Camera Movement, che ha per obiettivo di catturare il Genius Loci di città e paesi del mondo. Esposta in anteprima ai Tre Oci di Venezia, curata da Alessandro Luigi Perna e introdotta da un testo di Denis Curti, tratta dall’omonimo volume edito da Skira in distribuzione internazionale, la mostra è arricchita da citazioni su Venezia scelte dalle opere di scrittori famosi. A ispirare l’universo estetico e culturale di Polillo è la fotografia pittorialista, le opere orientaliste dei pittori viaggiatori dell'800 e poi i grandi movimenti artistici della pittura moderna e contemporanea. 

“Ed ecco, egli rivide l'ineguagliabile approdo, l'allucinante composizione di architetture fantastiche che la Serenissima offre allo sguardo incantato del navigatore in arrivo [. . .] e, guardando, si disse che giungere a Venezia per terra, dalla stazione, era come entrare in un palazzo dalla porta di servizio, e che solo così per nave, dal mare aperto, bisognava accostarsi alla città fra tutte la più inverosimile.”
Thomas Mann Morte a Venezia 

È in esposizione dal 13 ottobre al 13 novembre 2016 alla Fondazione Stelline di Milano la mostra fotografica “Visions of Venice”, primo capitolo di “Impressions of the World”, il decennale progetto di Roberto Polillo ispirato ai pittori viaggiatori dell'800 che ha per obiettivo la ricerca del Genius Loci di città e paesi del mondo. Un'avventura artistica e spirituale che finora lo ha portato in Marocco, India, Sud Est Asiatico, America Centrale, New Mexico, Miami, Islanda e Italia.
Tratta dal libro omonimo edito da Skira, presentata in anteprima ai Tre Oci di Venezia lo scorso inverno, la mostra è curata da Alessandro Luigi Perna ed è introdotta da un testo di Denis Curti. A comporre l’esposizione circa 75 immagini (dal piccolo al grandissimo formato) e una serie di citazioni dedicate a Venezia scelte dalle opere di alcuni degli scrittori più famosi che hanno parlato della città. La mostra è arricchita da un video innovativo che mostra la sequenza di scatti preparatori di alcune immagini in esposizione.
Il progetto “Impressions of the World” è tutto realizzato in ICM - Intentional Camera Movement, una tecnica di ripresa ancora poco conosciuta ma di grandi potenzialità artistiche che impone di realizzare le immagini tenendo tempi di ripresa lunghi e muovendo la macchina fotografica durante lo scatto. Il perfezionamento delle immagini avviene poi in postproduzione, fase di elaborazione fondamentale perché permette di declinarle secondo la cifra stilistica di ciascun autore.
A ispirare culturalmente ed esteticamente Roberto Polillo è la fotografia pittorica delle origini, la pittura orientalista dell’800 e poi i grandi movimenti artistici della pittura moderna e contemporanea rappresentati da autori come Delacroix, Matisse, Renoir, Van Gogh, Turner, De Chirico. Ma per quanti riferimenti ci siano nelle sue immagini alle loro opere, Roberto Polillo riesce a creare per sé e per il suo pubblico un suggestivo universo artistico ed estetico del tutto originale e autonomo. 

Il fotografo si pone davanti a Venezia come i viaggiatori del passato, cercando di astrarsi dai tempi moderni in cui viviamo. Immagina infatti di rivivere tutta la meraviglia di coloro che per la prima volta giungevano in questa città dalle architetture visionarie e fantasmagoriche, con gli edifici, affacciati a precipizio sull'acqua, che sembrano avere fondamenta liquide anziché solide, con canali al posto delle strade e barche invece che carrozze, e con vicoli che sembrano nascondere un misterioso e magico segreto dietro ogni angolo.
La Venezia di Polillo, esplorata in differenti momenti della giornata e nelle diverse stagioni dell'anno, è carica di colori e umori mutevoli. Come fosse in grado di esprimere tutto l’arco dei sentimenti umani attraverso le sue luci, le sue ombre, le sue sfumature cromatiche. A volte è una città luminosa, solare, ottimista. Altre è invece cupa, misteriosa, gotica e avventurosa. Altre ancora è intimista, malinconica, desolata.
Roberto Polillo, senza mai accontentarsi, con il suo sguardo profondo, va a caccia delle molteplici anime di Venezia e ce le mostra in forma di potenti suggestioni pittoriche che mettono a nudo una città che sembra perduta, anzi sospesa, in eterno nel tempo. 

La storia di Roberto Polillo come fotografo inizia nei primi anni '60. È in quel periodo che il padre Arrigo Polillo, il più importante critico di musica jazz in Italia, lo spedisce a fotografare i grandi musicisti jazz di passaggio nel nostro paese per pubblicarne le immagini su Musica Jazz, la rivista di cui è direttore.
Buttato nella mischia da giovanissimo, Polillo impara presto e bene il mestiere di reporter tanto da scattare immagini che entrano nella storia della fotografia dello spettacolo - oggi una sua mostra è in esposizione permanente alla Fondazione Siena Jazz. Ma poi agli inizi degli anni '70 appende la macchina fotografica al chiodo per dedicarsi ad altro: l'imprenditoria e l'insegnamento universitario, entrambi nel campo dell'informatica, diventano infatti il suo futuro.
A riaccendergli la passione per il mezzo è la tecnologia digitale applicata alla fotografia. Che Roberto Polillo porta alle sue estreme conseguenze con la tecnica di ripresa ICM - Intentional Camera Movement. Usa infatti la macchina fotografica come fosse un pennello: tempi molto lunghi e movimenti di ripresa sempre diversi - verticali, orizzontali, circolari, obliqui, lenti o bruschi a seconda di come lo ispira il soggetto - fanno delle sue fotografie affascinanti rappresentazioni pittoriche della realtà. 

Le immagini sono state realizzate con reflex digitali Canon, prevalentemente con zoom di media focale dotati di filtro grigio scuro per permettere tempi lunghi anche con luce diurna.
Il ritocco digitale delle immagini è stato effettuato dall’autore in post-produzione con Photoshop senza mai modificare la struttura delle foto ma limitandosi a correggere saturazione, contrasto, chiarezza, nitidezza, dominanti dell’immagine originale. Mosso e sfocature sono nella ripresa originale e non sono stati usati filtri pittorici disponibili in Photoshop.
Le immagini sono state stampate su carta fine art William Turner e canvas Artist della Hahnemuhle con lo scopo di dare alle foto la texture degli acquerelli o della pittura su tela. 

Milanese, classe 1946, Roberto Polillo vive a Milano e a Roma. Fin da giovane si è occupato di fotografia e musica. Negli anni ’60 ha fotografato, per la rivista Musica Jazz, oltre un centinaio di concerti, realizzando così una galleria molto completa di ritratti dei più noti musicisti dell’epoca. Le sue immagini sono state esposte in numerose mostre personali, e utilizzate in riviste, libri, CD e magazine online. In particolare le sue foto sono regolarmente pubblicate sui mensili Musica Jazz e JazzIt.
Nel 2006 Roberto ha pubblicato il libro fotografico “Swing, Bop & Free”, edito dalla Marco Polillo Editore, che raccoglie i ritratti di oltre 100 fra i musicisti di jazz più importanti degli anni ’60. Polillo a partire dagli anni ’70 si è poi dedicato all’informatica, sia come imprenditore che come docente universitario. Da una decina d’anni ha ripreso a occuparsi attivamente di fotografia, svolgendo una ricerca personale nell’ambito della fotografia d’arte con tecnologie digitali.             

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