Virginia Ryan. I Will Shield You

Opera di Virginia Ryan

 

Dal 21 Luglio 2018 al 01 Settembre 2018

Perugia

Luogo: Castello di Postignano

Indirizzo: Località Postignano

Curatori: Tim Ryan, Carole Magnini

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0743 788911

E-Mail info: info@castellodipostignano.it

Sito ufficiale: http://www.castellodipostignano.it/



Nell'ambito della manifestazione culturale "Un Castello all'Orizzonte", sabato 21 luglio 2018 a Castello di Postignano (PG), alle ore 18, si terrà l'inaugurazione della mostra di Virginia Ryan dal titolo "I Will Shield You".
 
Le installazioni, inserite in un ambiente sonoro a cura di Tim Ryan e Carole Magnini, possono essere visitate presso l'appartamento Sabbioneta fino all'1 settembre 2018 nei seguenti orari: tutti i giorni, dalle 10 alle 22, con ingresso gratuito.
 
Virginia Ryan presenta nuove opere sviluppate nel 2017/2018 nell'ambito del "work-in-progress": sono per la maggior parte sculture 'ibride' a forma di scudi.
Simbolicamente gli scudi hanno una funzione protettiva e difensiva. In questo caso, però, Ryan va oltre la questione privata investendo paure planetarie e concetti come identità, differenza, globalizzazione rivolgendosi all'immaginario personale e collettivo: argomenti di stretta attualità, che lo sguardo dell’artista sublima e rende universali grazie alla sua cultura cosmopolita e alla frequentazione con le culture non occidentali. 
 
Come ha scritto Ursula Hawlitschka, curatrice e direttore della Galleria Montoro 12 , “..… il suo lavoro è molto influenzato dalla sua lunga permanenza in Africa. Infatti alcuni scudi mostrano le caratteristiche colorazioni africane, mentre altri sono più legati alla natura rurale europea e anche umbra. Gli scudi di metallo sono ricoperti da miriadi di oggetti, lana grezza, oggetti trovati, pagine di libri, scritti, fotografie e tessuti che alle volte li ricoprono come con una rete annodata.”
 
Memorie e visioni di cosmologie alternative concentrate in piccoli universi circolari. Un'opera corale, una visione unica e irripetibile.
 
Anche la storica e critica d’arte Barbara Martusciello, a proposito del lavoro di Virginia Ryan afferma: "Da sempre convinta del ruolo anche sociale che l’arte e l’artista possono assumere, fa una mostra piena in cui le singole opere acquisiscono senso e valore più netto e coinvolgente se intese nella più ampia forma di installazione con una riflessione anche antropologica. Così, apre bauli e innalza scudi metallici che ha lavorato ricoprendoli di pluriformi elementi: foto, monili, piccoli dipinti, pietre, pelli, frange, capelli sintetici, scarti, reperti recuperati in Africa…; lega tutto con un meticoloso, reticolare – e simbolico –  procedimento di annodature, merlettature, cuciture, trame e orditi coloratissimi: che ricordano i costumi tradizionali e l’artigianato di certe popolazioni specialmente asiatiche e africane. Queste superfici raccogliticce di plurilinguismi si ergono come una foresta tridimensionale e praticabile in cui ci si può muovere, passandoci intorno, inoltrandosi in un percorso a zig zag che permette di scoprire un davanti e un dietro ogni singolo totem con tantissimi particolari da scoprire via via. Negando la frontalità sembra quasi abbattere il rapporto di verticalità tra opera e pubblico prendendolo per mano accanto a sé e aprendo all’orizzontalità.
La meraviglia è assicurata, come la suggestione e quel tanto di sinestetico che attraverso la visione attiva un effetto di tattilità e talvolta musicalità.
Seducendoci, Virginia sembra suggerirci che siamo tutti figli della stessa Dea Madre e con le sue opere, che sono lontane, lontanissime da un’estetica predatoria e da qualsiasi sospetto postcolonialista, comunica con gioiosa voce argentina ciò che riguarda tutti noi dai secoli dei secoli". 
 
Virginia Ryan è un’artista transnazionale, australiana di nascita e italiana d’adozione; ha vissuto numerosi anni in Egitto, Brasile, Gran Bretagna e Ex-Yugoslavia. Dal 2000 ha stabilito un atelier in Umbria e ad Accra (Ghana). E’ co-fondatrice della Foundation For Contemporary Art in Ghana. Dal 2009 fino al 2015 continua con un nuovo atelier in Costa D’Avorio, prima con uno studio ad Abidjan e a seguire nella città di Grand Bassam, vecchia capitale coloniale. Artista-viaggiatrice ed anche arte-terapeuta, nomade nella vita ma anche nelle discipline artistiche: con sperimentazioni fra la pittura, fotografia, scultura e installazione, a volte realizzando progetti in collaborazione con artisti, antropologi e musicisti per approfondire tematiche legate alla terra, all’identità individuale e collettiva, e alla memoria.
L'artista impronta da sempre il proprio lavoro su ciò che sotto la superficie “liquida” del sapere globalizzato ancora individua e nel contempo unisce culture e storie geograficamente lontane sul principio di profondi simboli ancestrali largamente condivisi.
 
Tim Ryan è stato supervising music editor di  film come  Lion, The Great Gatsby, Moulin Rouge, Lego, No Reservations, Hero, Disgrace. E' direttore di Trackdown Studios a Sydney in Australia, è specializzato in registrazioni  orchestrali per film; ha ricevuto MPSE Golden Reel Award for Music Editing per The Great Gatsby e Moulin Rouge.
 
Carol Magnini, cantante e coreografa-danzatrice francese, vive e lavora fra Spoleto e La Francia.
 
"Un Castello all'Orizzonte" è con il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune di Sellano.
   

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