Giampiero Marcocci. Lo sguardo di Telemaco
Dal 14 Ottobre 2015 al 24 Ottobre 2015
Roma
Luogo: Interno 14
Indirizzo: via Carlo Alberto 63
Orari: su appuntamento
Curatori: Umberto Palestini
Enti promotori:
- AIAC Associazione Italiana di Architettura e Critica
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 349 4945612
E-Mail info: uffstampaaiac@presstletter.com
Sito ufficiale: http://presstletter.com
Il giorno 14 Ottobre 2015 alle 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “Lo sguardo di Telemaco” di Giampiero Marcocci a cura di Umberto Palestini.
“Giampiero Marcocci fa apparire, da profondità marine dalle sfumature color smeraldo, una figura sospesa in uno spazio dalle viscosità amniotiche. Il corpo vestito da miriadi di microbollicine rivela la tensione propulsiva propria di ogni ascensione. L'uomo si protende verso la luce in un concerto di movimenti fatto di slanci danzanti, assecondando una ormai prossima emersione.
La figura è il figlio di Ulisse, Telemaco: colui che sprofondava nel desiderio di riabbracciare il padre; che si avventura per mare, affrontando le incognite di un periglioso viaggio alla ricerca del proprio genitore e per ritrovarsi. Incalzato dalla furia brutale dei Proci, egli vive l'attesa del padre, mai conosciuto, in modo spasmodico e invoca il suo ritorno, pregando che il caos che regna ad Itaca possa essere sconfitto da colui che reputa in grado di reinsediare l'armonia perduta.
L'immagine di Giampiero Marcocci diventa esemplare metafora di questa riemersione verso la luce affrontata da Telemaco il quale non si concede nessuna vena malinconica, nessun furore accecante e nefasto, asseconda, invece, l'idea che qualcosa dal mare torna sempre.
Dalla prima immagine, resa vibrante da un raffinato lightbox, prende avvio la recente ricerca del fotografo concentrata su una serie di marine dalle quali verso l'orizzonte emergono silhouettes di isole, scogli inospitali, svettanti costoni pietrificati, anfratti rocciosi di baie solitarie e ventose. Isole come miraggi, evocate da un desiderio struggente di un altrove. Luoghi rivestiti di colori pallidi e tenui; visioni e orizzonti ammantati di nebbie impalpabili dai riverberi perlacei.
Un percorso che diventa un viaggio poetico per cogliere, usando le parole di Angelo Arioli nel suo Isolario arabo medioevale, visioni, fantasticherie, miraggi che delineano terra sul filo dell'orizzonte.” (Umberto Palestini)
Giampiero Marcocci
Nato a Teramo nel 1971 dove vive e lavora. Si occupa di fotografia dal 1994. Ha frequentato un biennio di studi all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma. Il suo recente lavoro fotografico si indirizza verso l’installazione, in cui opere di diverso formato dialogano per materializzare paesaggi dominati dai segni poetici dell’immaginario e dell’incanto dei sogni. Tra le esposizioni più importanti: il Premio Arte Mondadori alla Permanente di Milano, la Triennale di Arte Sacra Contemporanea di Lecce, Immagini del Gusto al Centro Nazionale della Fotografia d’Autore di Bibbiena. E’ stato selezionato per il Premio Termoli, la XIV Biennale di Arte Sacra Contemporanea, la 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia – Abruzzo e la New York Biennale Art. Si è aggiudicato nel 2005 il Premio Speciale Ventaglio d’Oro all’interno del Premio Arte Mondadori; nel 2008 vince il Premio Bronze Award e nel 2010 i Premi Gold, Silver e Bronze Award a Orvieto Fotografia Professional Photography Awards. Nel 2013 è segnalato dalla giuria del Premio Combat Prize e del Premio Celeste. Nel 2014 è vincitore della Residenza al Premio O.R.A. 2013/14.
“Giampiero Marcocci fa apparire, da profondità marine dalle sfumature color smeraldo, una figura sospesa in uno spazio dalle viscosità amniotiche. Il corpo vestito da miriadi di microbollicine rivela la tensione propulsiva propria di ogni ascensione. L'uomo si protende verso la luce in un concerto di movimenti fatto di slanci danzanti, assecondando una ormai prossima emersione.
La figura è il figlio di Ulisse, Telemaco: colui che sprofondava nel desiderio di riabbracciare il padre; che si avventura per mare, affrontando le incognite di un periglioso viaggio alla ricerca del proprio genitore e per ritrovarsi. Incalzato dalla furia brutale dei Proci, egli vive l'attesa del padre, mai conosciuto, in modo spasmodico e invoca il suo ritorno, pregando che il caos che regna ad Itaca possa essere sconfitto da colui che reputa in grado di reinsediare l'armonia perduta.
L'immagine di Giampiero Marcocci diventa esemplare metafora di questa riemersione verso la luce affrontata da Telemaco il quale non si concede nessuna vena malinconica, nessun furore accecante e nefasto, asseconda, invece, l'idea che qualcosa dal mare torna sempre.
Dalla prima immagine, resa vibrante da un raffinato lightbox, prende avvio la recente ricerca del fotografo concentrata su una serie di marine dalle quali verso l'orizzonte emergono silhouettes di isole, scogli inospitali, svettanti costoni pietrificati, anfratti rocciosi di baie solitarie e ventose. Isole come miraggi, evocate da un desiderio struggente di un altrove. Luoghi rivestiti di colori pallidi e tenui; visioni e orizzonti ammantati di nebbie impalpabili dai riverberi perlacei.
Un percorso che diventa un viaggio poetico per cogliere, usando le parole di Angelo Arioli nel suo Isolario arabo medioevale, visioni, fantasticherie, miraggi che delineano terra sul filo dell'orizzonte.” (Umberto Palestini)
Giampiero Marcocci
Nato a Teramo nel 1971 dove vive e lavora. Si occupa di fotografia dal 1994. Ha frequentato un biennio di studi all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma. Il suo recente lavoro fotografico si indirizza verso l’installazione, in cui opere di diverso formato dialogano per materializzare paesaggi dominati dai segni poetici dell’immaginario e dell’incanto dei sogni. Tra le esposizioni più importanti: il Premio Arte Mondadori alla Permanente di Milano, la Triennale di Arte Sacra Contemporanea di Lecce, Immagini del Gusto al Centro Nazionale della Fotografia d’Autore di Bibbiena. E’ stato selezionato per il Premio Termoli, la XIV Biennale di Arte Sacra Contemporanea, la 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia – Abruzzo e la New York Biennale Art. Si è aggiudicato nel 2005 il Premio Speciale Ventaglio d’Oro all’interno del Premio Arte Mondadori; nel 2008 vince il Premio Bronze Award e nel 2010 i Premi Gold, Silver e Bronze Award a Orvieto Fotografia Professional Photography Awards. Nel 2013 è segnalato dalla giuria del Premio Combat Prize e del Premio Celeste. Nel 2014 è vincitore della Residenza al Premio O.R.A. 2013/14.
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