Alice Cattaneo. Dove lo spazio chiama il segno

Alice Cattaneo, Untitled, 2013
Dal 16 Aprile 2025 al 07 Settembre 2025
Torino
Luogo: GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Via Magenta 31
Orari: dalle 10 alle 18. Lunedì chiuso
Curatori: Alice Cattaneo (Milano, 1976), a cura di Giovanni Giacomo Paolin
Sito ufficiale: http://www.gamtorino.it
Nell’ambito della SECONDA RISONANZA, dal 15 aprile al 7 settembre 2025 la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta Dove lo spazio chiama il segno, un'importante mostra antologica dedicata al lavoro di Alice Cattaneo (Milano, 1976), a cura di Giovanni Giacomo Paolin.
L’esposizione racconta diversi momenti della ricerca dell’artista, che disegnano una partitura in cui parole come ritmo, interruzione e cura accompagnano l'esperienza delle visitatrici e dei visitatori.
Il titolo della mostra è ispirato da una conversazione che l’artista ha avuto con un maestro vetraio di Murano, che, per indicarle quando e in che punto tagliare un determinato elemento per una sua scultura, ha suggerito di farlo “dove chiama il materiale”. Le parole dell’artigiano giocano tra il visibile e l’invisibile ed evocano alcune qualità intrinseche della materia, con cui è possibile stabilire un certo tipo di relazione solo con il passare del tempo. Il suggerimento è quello di ascoltare tanto ciò che abbiamo di fronte a noi, quanto l’intuizione costruita dalla nostra esperienza.
All’interno delle sale della GAM diversi frammenti del lavoro di Alice Cattaneo si alternano in un'atmosfera espositiva densa ma, allo stesso tempo, rarefatta. L’idea di mostra personale antologica presentata secondo un certo ordine è messa in discussione dall’essenza delle opere dell’artista, pensate e create in condizioni specifiche per lei assolutamente non replicabili. Titoli e date diventano quasi accessori di segni e materiali come ferro, legno, vetro e carta che si caricano di significato.
Fin dai suoi esordi Alice Cattaneo abbraccia la lezione dell’anti-scultura, lavorando dal punto di vista spaziale con forme e materiali spesso intesi nella loro essenza e facendo riferimento a pesi ed equilibri ma anche alla loro mancanza.
Anni di lavoro hanno nutrito la sua esperienza artistica e personale, dando corpo alla sua capacità di approcciare ambienti espositivi con una modalità di indagine continua e di comprendere il significato profondo legato all’individuazione di uno spazio dedicato all'opera.
Lo stesso approccio curatoriale della mostra si è sviluppato attraverso l’analisi delle condizioni e degli elementi architettonici dello Spazio del Contemporaneo della GAM: questo ha creato un flusso di opere appartenenti a fasi precedenti della ricerca dell’artista - riallestite e ripensate per l’occasione - in grado di dare delle coordinate e preparare le persone a muoversi all’interno di una sospensione generata dalla sua ultima nuova produzione, creata appositamente per la mostra.
”Dove lo spazio chiama il segno” è composta da opere che possono essere lette come “interruzioni di pensiero”, gesti mossi da una necessità figlia della sua stretta relazione con lo spazio espositivo, seguendo una linea di azione per cui l’artista è chiamata a rispondere secondo le proprie modalità espressive” dichiara Giovanni Giacomo Paolin, curatore della mostra.
Alice Cattaneo è nata a Milano nel 1976. Ha studiato Environmental Art alla Glasgow School of Art e ha conseguito un MFA in scultura al San Francisco Art Institute in California.
Nel 2005 ha esposto i primi lavori presso la Galleria Suzy Shammah di Milano. Ha collaborato, in occasioni di mostre personali, con la Ikon Gallery di Birmingham con la cura di Jonathan Watkins (2007), con il museo MADRE di Napoli (2008), con la Galerie Stadtpark di Krems a cura di David Komary (2012, 2020), con il Museo del Novecento di Milano (2018), con il Museo Archeologico di Acqui Terme e con la galleria Marie-Laure Fleisch di Bruxelles (2019), con la Fondazione Elpis in occasione di Una Boccata d’Arte (2021), con la Galleria Casamadre Arte Contemporanea di Napoli (2023).
Ha partecipato a mostre collettive in diverse istituzioni italiane e internazionali tra cui: il MAXXI di Roma; Villa delle Rose di Bologna in occasione del Premio Furla, a cura di Chiara Bertola e Gianfranco Maraniello; Palazzo Grassi di Venezia in occasione di Italics, Italian Art between Tradition and Revolution a cura di Francesco Bonami (2008); il Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne e il Daejeon Museum of Art in Corea (2009); il Today Art Museum di Pechino in occasione di Negotiations - The Second Today’s Documents, a cura di Jonathan Watkins; la Fondazione Stelline di Milano in occasione della collettiva L’Elogio della Semplicità a cura di Giorgio Verzotti; l’Hangar Bicocca di Milano in occasione di Terre Vulnerabili, a cura di Chiara Bertola con Andrea Lissoni (2010); la Collezione Maramotti di Reggio Emilia e il Frankfurter Kunstverein in occasione della mostra Arte essenziale, da un’idea di Federico Ferrari (2011); il Guangdong Museum of Art di Guangzhou per The Unseen: The Fourth Guangzhou Triennial (2012); il Castello di Rivoli (2014); il ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe in occasione di Negative Space. Trajectories of Sculpture (2019); l'Istituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi in occasione di Parallel Cities a cura di Andrea Anastasio (2024). Tra le residenze cui ha partecipato si ricordano Fragmented City, Artists’ Research Laboratory della Fondazione Ratti di Como con Marjetica Potrc (2006), l’International Studio Program di New York grazie al Premio New York, Istituto Italiano di Cultura e Italian Academy at Columbia University (2009) e AIR – Artist in Residence Krems, Austria (2020).
Giovanni Giacomo Paolin (Dolo, 1989) è un curatore indipendente che vive e lavora a Venezia dove nel 2023 ha fondato lo spazio progettuale Panorama. La sua pratica si centra sulla creazione di momenti espositivi come forme organiche di collaborazione in grado di creare nuove relazioni con il proprio intorno. Negli anni ha lavorato a contatto con istituzioni pubbliche e private tra cui Castello di Rivoli, Chanakya Foundation, IKSV, Guestroom Maribor, MAXXI, La Biennale di Venezia, Fondazione Elpis, Fondazione Carraro, Fondazione In Between Art Film. Tra i suoi progetti più recenti è possibile ricordare Building Resistance (2022) a Istanbul, Gwangju, Prizren e Venezia, supportato dal bando Italian Council promosso dal Ministero della Cultura; All the images will disappear one day (2023), Autostrada Biennale, Prizren; Stelle che sorreggono altre stelle (2023), Fondazione Elpis, Milano; e Nebula (2024), Complesso dell'Ospedaletto, Venezia.
Dal 2020 è il curatore responsabile della Regione Veneto per Una Boccata d'Arte. Al momento lavora come Production Coordinator di Autostrada Biennale, a Prizren in Kosovo.
L’esposizione racconta diversi momenti della ricerca dell’artista, che disegnano una partitura in cui parole come ritmo, interruzione e cura accompagnano l'esperienza delle visitatrici e dei visitatori.
Il titolo della mostra è ispirato da una conversazione che l’artista ha avuto con un maestro vetraio di Murano, che, per indicarle quando e in che punto tagliare un determinato elemento per una sua scultura, ha suggerito di farlo “dove chiama il materiale”. Le parole dell’artigiano giocano tra il visibile e l’invisibile ed evocano alcune qualità intrinseche della materia, con cui è possibile stabilire un certo tipo di relazione solo con il passare del tempo. Il suggerimento è quello di ascoltare tanto ciò che abbiamo di fronte a noi, quanto l’intuizione costruita dalla nostra esperienza.
All’interno delle sale della GAM diversi frammenti del lavoro di Alice Cattaneo si alternano in un'atmosfera espositiva densa ma, allo stesso tempo, rarefatta. L’idea di mostra personale antologica presentata secondo un certo ordine è messa in discussione dall’essenza delle opere dell’artista, pensate e create in condizioni specifiche per lei assolutamente non replicabili. Titoli e date diventano quasi accessori di segni e materiali come ferro, legno, vetro e carta che si caricano di significato.
Fin dai suoi esordi Alice Cattaneo abbraccia la lezione dell’anti-scultura, lavorando dal punto di vista spaziale con forme e materiali spesso intesi nella loro essenza e facendo riferimento a pesi ed equilibri ma anche alla loro mancanza.
Anni di lavoro hanno nutrito la sua esperienza artistica e personale, dando corpo alla sua capacità di approcciare ambienti espositivi con una modalità di indagine continua e di comprendere il significato profondo legato all’individuazione di uno spazio dedicato all'opera.
Lo stesso approccio curatoriale della mostra si è sviluppato attraverso l’analisi delle condizioni e degli elementi architettonici dello Spazio del Contemporaneo della GAM: questo ha creato un flusso di opere appartenenti a fasi precedenti della ricerca dell’artista - riallestite e ripensate per l’occasione - in grado di dare delle coordinate e preparare le persone a muoversi all’interno di una sospensione generata dalla sua ultima nuova produzione, creata appositamente per la mostra.
”Dove lo spazio chiama il segno” è composta da opere che possono essere lette come “interruzioni di pensiero”, gesti mossi da una necessità figlia della sua stretta relazione con lo spazio espositivo, seguendo una linea di azione per cui l’artista è chiamata a rispondere secondo le proprie modalità espressive” dichiara Giovanni Giacomo Paolin, curatore della mostra.
Alice Cattaneo è nata a Milano nel 1976. Ha studiato Environmental Art alla Glasgow School of Art e ha conseguito un MFA in scultura al San Francisco Art Institute in California.
Nel 2005 ha esposto i primi lavori presso la Galleria Suzy Shammah di Milano. Ha collaborato, in occasioni di mostre personali, con la Ikon Gallery di Birmingham con la cura di Jonathan Watkins (2007), con il museo MADRE di Napoli (2008), con la Galerie Stadtpark di Krems a cura di David Komary (2012, 2020), con il Museo del Novecento di Milano (2018), con il Museo Archeologico di Acqui Terme e con la galleria Marie-Laure Fleisch di Bruxelles (2019), con la Fondazione Elpis in occasione di Una Boccata d’Arte (2021), con la Galleria Casamadre Arte Contemporanea di Napoli (2023).
Ha partecipato a mostre collettive in diverse istituzioni italiane e internazionali tra cui: il MAXXI di Roma; Villa delle Rose di Bologna in occasione del Premio Furla, a cura di Chiara Bertola e Gianfranco Maraniello; Palazzo Grassi di Venezia in occasione di Italics, Italian Art between Tradition and Revolution a cura di Francesco Bonami (2008); il Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne e il Daejeon Museum of Art in Corea (2009); il Today Art Museum di Pechino in occasione di Negotiations - The Second Today’s Documents, a cura di Jonathan Watkins; la Fondazione Stelline di Milano in occasione della collettiva L’Elogio della Semplicità a cura di Giorgio Verzotti; l’Hangar Bicocca di Milano in occasione di Terre Vulnerabili, a cura di Chiara Bertola con Andrea Lissoni (2010); la Collezione Maramotti di Reggio Emilia e il Frankfurter Kunstverein in occasione della mostra Arte essenziale, da un’idea di Federico Ferrari (2011); il Guangdong Museum of Art di Guangzhou per The Unseen: The Fourth Guangzhou Triennial (2012); il Castello di Rivoli (2014); il ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe in occasione di Negative Space. Trajectories of Sculpture (2019); l'Istituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi in occasione di Parallel Cities a cura di Andrea Anastasio (2024). Tra le residenze cui ha partecipato si ricordano Fragmented City, Artists’ Research Laboratory della Fondazione Ratti di Como con Marjetica Potrc (2006), l’International Studio Program di New York grazie al Premio New York, Istituto Italiano di Cultura e Italian Academy at Columbia University (2009) e AIR – Artist in Residence Krems, Austria (2020).
Giovanni Giacomo Paolin (Dolo, 1989) è un curatore indipendente che vive e lavora a Venezia dove nel 2023 ha fondato lo spazio progettuale Panorama. La sua pratica si centra sulla creazione di momenti espositivi come forme organiche di collaborazione in grado di creare nuove relazioni con il proprio intorno. Negli anni ha lavorato a contatto con istituzioni pubbliche e private tra cui Castello di Rivoli, Chanakya Foundation, IKSV, Guestroom Maribor, MAXXI, La Biennale di Venezia, Fondazione Elpis, Fondazione Carraro, Fondazione In Between Art Film. Tra i suoi progetti più recenti è possibile ricordare Building Resistance (2022) a Istanbul, Gwangju, Prizren e Venezia, supportato dal bando Italian Council promosso dal Ministero della Cultura; All the images will disappear one day (2023), Autostrada Biennale, Prizren; Stelle che sorreggono altre stelle (2023), Fondazione Elpis, Milano; e Nebula (2024), Complesso dell'Ospedaletto, Venezia.
Dal 2020 è il curatore responsabile della Regione Veneto per Una Boccata d'Arte. Al momento lavora come Production Coordinator di Autostrada Biennale, a Prizren in Kosovo.
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