Brandes and Brandes: convergenze
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Brandes&Brandes: convergenze, Palazzo Albrizzi, Venezia
Dal 30 Maggio 2013 al 31 Luglio 2013
Venezia
Luogo: Palazzo Albrizzi
Indirizzo: Cannaregio 4118
Orari: da martedì a domenica 10-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 5225475
E-Mail info: palazzoalbrizzi@alice.it
Sito ufficiale: http://www.venicedream.com
L’Associazione Culturale Italo Tedesca di Venezia (ACIT), con sede a Palazzo Albrizzi, propone la mostra Brandes&Brandes: convergenze, con una serie di dipinti di Matthias Brandes e di sculture in miniatura e gioielli di Juliane Brandes.
Questa doppia esposizione presenta la particolarità di una pittura che sembra derivare dalla scultura e di piccole sculture in cui l’artista riversa tutta la propria esperienza nel campo dell’arte orafa. Potrebbe non essere un caso che il padre di Juliane sia uno scultore amburghese di una certa fama e che entrambi gli artisti di questa rassegna – primi cugini – abbiano lavorato come assistenti nel suo studio. Matthias, su suggestioni d’indubbia derivazione metafisica, elabora raffigurazioni di case, campanili e navi con pennellate – scrive Elsa Dezuanni in catalogo – “che sembrano sprigionare l’energia peculiare dei colpi di scalpello”. Le sue costruzioni rappresentano concettualmente un unicum, “la casa”, che per l’artista non è abitazione, ma simbolo dell’essere. Egli precisa, infatti: “A me interessa la condizione umana, vivere i momenti armoniosi in una situazione di precarietà. Nulla è sicuro, fermo, perenne, ma ci sono momenti di equilibrio. I miei dipinti sono perciò ambigui. Al primo sguardo si scopre armonia, il secondo la mette in dubbio. Un continuo oscillare tra presenza e non-presenza, tra calma e svolta imminente”. Nel lavoro di Juliane scultura e gioiello s’ispirano a vicenda. Elementi della natura – come pigne, licheni, piante marine rinsecchite, rami dalla forma bizzarra - costituiscono l’objet trouvé cui l’artista dà una valenza estetica, con spirito ironico, trasformandoli in personaggi antropomorfi o zoomorfi, modellando ad hoc arti umani e teste animali con materiali diversi.
Matthias Brandes è nato nel 1950 a Bochum. Laureatosi all’università di Amburgo in pedagogia d’arte nel 1976, ha poi conseguito l’abilitazione all’insegnamento, decidendo tuttavia di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dapprima attivo ad Amburgo e parte dell’anno in Italia, a Meolo, una località vicina a Venezia, si è qui definitivamente trasferito nel 1993, insieme alla famiglia. L’attività espositiva è iniziata nel 1985 all’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo e con la partecipazione alla Biennale dei Paesi Baltici a Rostock; da allora sono seguite varie mostre personali e collettive, sue opere sono entrate in collezioni pubbliche e private (Deutsche Telekom, Britisch Petroleum, Vereins & Westbank, …) e attualmente ha costanti rapporti con gallerie italiane, austriache, tedesche, ungheresi e americane. Juliane Brandes è nata nel 1962 ad Amburgo. Si è formata alla scuola superiore di design a Pforzheim, specializzandosi in arte orafa. Dal 1991 è docente al Berufskolleg für Design - Schmuck und Gerät di Pforzheim. Ha esposto le sue opere in varie mostre personali e collettive; e alle fiere del settore orafo a Francoforte, Hannover, Lipsia, Monaco, Zurigo, Nijmegen, Lausanne, Hanau, New York, Berna, Karlsruhe, Pforzheim. Suoi lavori sono presenti nel Museum für Kunst und Handwerk di Francoforte e allo Schmuckmuseum di Pforzheim.
Questa doppia esposizione presenta la particolarità di una pittura che sembra derivare dalla scultura e di piccole sculture in cui l’artista riversa tutta la propria esperienza nel campo dell’arte orafa. Potrebbe non essere un caso che il padre di Juliane sia uno scultore amburghese di una certa fama e che entrambi gli artisti di questa rassegna – primi cugini – abbiano lavorato come assistenti nel suo studio. Matthias, su suggestioni d’indubbia derivazione metafisica, elabora raffigurazioni di case, campanili e navi con pennellate – scrive Elsa Dezuanni in catalogo – “che sembrano sprigionare l’energia peculiare dei colpi di scalpello”. Le sue costruzioni rappresentano concettualmente un unicum, “la casa”, che per l’artista non è abitazione, ma simbolo dell’essere. Egli precisa, infatti: “A me interessa la condizione umana, vivere i momenti armoniosi in una situazione di precarietà. Nulla è sicuro, fermo, perenne, ma ci sono momenti di equilibrio. I miei dipinti sono perciò ambigui. Al primo sguardo si scopre armonia, il secondo la mette in dubbio. Un continuo oscillare tra presenza e non-presenza, tra calma e svolta imminente”. Nel lavoro di Juliane scultura e gioiello s’ispirano a vicenda. Elementi della natura – come pigne, licheni, piante marine rinsecchite, rami dalla forma bizzarra - costituiscono l’objet trouvé cui l’artista dà una valenza estetica, con spirito ironico, trasformandoli in personaggi antropomorfi o zoomorfi, modellando ad hoc arti umani e teste animali con materiali diversi.
Matthias Brandes è nato nel 1950 a Bochum. Laureatosi all’università di Amburgo in pedagogia d’arte nel 1976, ha poi conseguito l’abilitazione all’insegnamento, decidendo tuttavia di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dapprima attivo ad Amburgo e parte dell’anno in Italia, a Meolo, una località vicina a Venezia, si è qui definitivamente trasferito nel 1993, insieme alla famiglia. L’attività espositiva è iniziata nel 1985 all’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo e con la partecipazione alla Biennale dei Paesi Baltici a Rostock; da allora sono seguite varie mostre personali e collettive, sue opere sono entrate in collezioni pubbliche e private (Deutsche Telekom, Britisch Petroleum, Vereins & Westbank, …) e attualmente ha costanti rapporti con gallerie italiane, austriache, tedesche, ungheresi e americane. Juliane Brandes è nata nel 1962 ad Amburgo. Si è formata alla scuola superiore di design a Pforzheim, specializzandosi in arte orafa. Dal 1991 è docente al Berufskolleg für Design - Schmuck und Gerät di Pforzheim. Ha esposto le sue opere in varie mostre personali e collettive; e alle fiere del settore orafo a Francoforte, Hannover, Lipsia, Monaco, Zurigo, Nijmegen, Lausanne, Hanau, New York, Berna, Karlsruhe, Pforzheim. Suoi lavori sono presenti nel Museum für Kunst und Handwerk di Francoforte e allo Schmuckmuseum di Pforzheim.
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