A Brescia dal 19 gennaio al 9 giugno 2019
Gli animali nell’arte in mostra a Palazzo Martinengo
Giacomo Ceruti (1698 - 1767), Ritratto di vecchio con carlino, Olio su tela, 57 x 74 cm, Collezione privata
Francesca Grego
28/12/2018
Brescia - Pronti per un safari nella grande pittura italiana? L’appuntamento è a Palazzo Martinengo dal 19 gennaio per la mostra Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti.
Oltre 80 capolavori realizzati tra il Cinquecento al Settecento illustreranno il ruolo che cani, gatti, fiere selvatiche e animali da fattoria hanno occupato nella tradizione pittorica del Bel Paese.
Da Raffaello a Caravaggio, da Guercino a Tiepolo, i più grandi pennelli del Rinascimento, del Barocco e dell’Età dei Lumi hanno riservato un’attenzione speciale alle creature della natura: gli animali sono stati protagonisti di opere autonome - quasi dei ritratti con tanto di caratterizzazione psicologica - o dipinti accanto ai loro amici umani, come nel caso di nobili rappresentati insieme a cani da caccia o da compagnia, o ancora scelti come soggetti per il loro significato allegorico e per il legame con leggende pagane ed episodi delle Sacre Scritture.
Quale che sia la loro origine, a breve saranno riuniti a Brescia in un ideale “zoo artistico” composto grazie a prestiti da importanti musei ed esclusive raccolte private italiane e internazionali, che hanno messo a disposizione opere raramente viste in pubblico o addirittura mai esposte prima d’ora. È il caso di una coppia di tele settecentesche di Giacomo Ceruti, noto come il Pitocchetto, che spiccano per la sorprendente modernità: si tratta del Vecchio con carlino e del Vecchio con gatto bianco, che appartennero alla prestigiosa collezione Melzi d’Eril di Milano.
Ad accogliere i visitatori, corpose sezioni dedicate alla pittura di soggetto sacro e mitologico, che mostrano come gli animali abbiano ispirato la fantasia degli antichi: dalle metamorfosi di Zeus, seduttore impenitente che per conquistare Leda ed Europa si trasforma in un cigno e in un maestoso toro bianco, a Orfeo che incanta gli abitanti del bosco con il suono irresistibile della sua lira, mentre l’affascinante Circe tramuta in una bestia mansueta chiunque le capiti a tiro. Senza contare le storie dell’Arca di Noè o dei santi che l’iconografia tradizionale presenta in compagnia degli animali legati alla loro storia (San Giorgio con il drago, San Giovanni Battista con l’agnello…).
Qui bellezza e simboli dalle molteplici origini si intrecciano indissolubilmente, per poi cedere il passo a sale tematiche dedicate a cani, gatti, uccelli, pesci, animali da fattoria, nella cui rappresentazione si rivela l’interesse degli artisti per l’osservazione della natura. Nell’ultima sala, invece, spazio al fascino di animali esotici come scimmie, struzzi, tigri, elefanti, fino a creature immaginarie in cui la vena creativa dei pittori dà il meglio di sé.
Guercino, Ceruti, Giordano, Campi, Bachiacca, il Grechetto e il Cavalier d’Arpino sono solo alcuni dei nomi noti disseminati lungo il percorso ideato dal curatore Davide Dotti e organizzato per iniziativa dell’Associazione Amici di Palazzo Martinengo.
Realizzata in partnership con WWF Italia, la mostra sarà visitabile fino al prossimo 9 giugno e sarà affiancata da approfondimenti su temi come la salvaguardia dell’ambiente, l’importanza della biodiversità, la cultura della sostenibilità e la lotta contro il bracconaggio.
Un’interessante collaborazione avviata con il Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’Università di Pisa mirerà infine allo studio scientifico delle opere esposte, alla ricerca di informazioni sulle razze antiche e sulla loro evoluzione attraverso i secoli.
Vedi anche:
• Gli animali nell'arte dal Rinascimento a Ceruti
• FOTO: Gli animali nell'arte. Protagonisti nella pittura, dal ritratto al mito
Oltre 80 capolavori realizzati tra il Cinquecento al Settecento illustreranno il ruolo che cani, gatti, fiere selvatiche e animali da fattoria hanno occupato nella tradizione pittorica del Bel Paese.
Da Raffaello a Caravaggio, da Guercino a Tiepolo, i più grandi pennelli del Rinascimento, del Barocco e dell’Età dei Lumi hanno riservato un’attenzione speciale alle creature della natura: gli animali sono stati protagonisti di opere autonome - quasi dei ritratti con tanto di caratterizzazione psicologica - o dipinti accanto ai loro amici umani, come nel caso di nobili rappresentati insieme a cani da caccia o da compagnia, o ancora scelti come soggetti per il loro significato allegorico e per il legame con leggende pagane ed episodi delle Sacre Scritture.
Quale che sia la loro origine, a breve saranno riuniti a Brescia in un ideale “zoo artistico” composto grazie a prestiti da importanti musei ed esclusive raccolte private italiane e internazionali, che hanno messo a disposizione opere raramente viste in pubblico o addirittura mai esposte prima d’ora. È il caso di una coppia di tele settecentesche di Giacomo Ceruti, noto come il Pitocchetto, che spiccano per la sorprendente modernità: si tratta del Vecchio con carlino e del Vecchio con gatto bianco, che appartennero alla prestigiosa collezione Melzi d’Eril di Milano.
Ad accogliere i visitatori, corpose sezioni dedicate alla pittura di soggetto sacro e mitologico, che mostrano come gli animali abbiano ispirato la fantasia degli antichi: dalle metamorfosi di Zeus, seduttore impenitente che per conquistare Leda ed Europa si trasforma in un cigno e in un maestoso toro bianco, a Orfeo che incanta gli abitanti del bosco con il suono irresistibile della sua lira, mentre l’affascinante Circe tramuta in una bestia mansueta chiunque le capiti a tiro. Senza contare le storie dell’Arca di Noè o dei santi che l’iconografia tradizionale presenta in compagnia degli animali legati alla loro storia (San Giorgio con il drago, San Giovanni Battista con l’agnello…).
Qui bellezza e simboli dalle molteplici origini si intrecciano indissolubilmente, per poi cedere il passo a sale tematiche dedicate a cani, gatti, uccelli, pesci, animali da fattoria, nella cui rappresentazione si rivela l’interesse degli artisti per l’osservazione della natura. Nell’ultima sala, invece, spazio al fascino di animali esotici come scimmie, struzzi, tigri, elefanti, fino a creature immaginarie in cui la vena creativa dei pittori dà il meglio di sé.
Guercino, Ceruti, Giordano, Campi, Bachiacca, il Grechetto e il Cavalier d’Arpino sono solo alcuni dei nomi noti disseminati lungo il percorso ideato dal curatore Davide Dotti e organizzato per iniziativa dell’Associazione Amici di Palazzo Martinengo.
Realizzata in partnership con WWF Italia, la mostra sarà visitabile fino al prossimo 9 giugno e sarà affiancata da approfondimenti su temi come la salvaguardia dell’ambiente, l’importanza della biodiversità, la cultura della sostenibilità e la lotta contro il bracconaggio.
Un’interessante collaborazione avviata con il Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’Università di Pisa mirerà infine allo studio scientifico delle opere esposte, alla ricerca di informazioni sulle razze antiche e sulla loro evoluzione attraverso i secoli.
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• Gli animali nell'arte dal Rinascimento a Ceruti
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