Dall'8 marzo all'Oratorio di Santa Caterina delle Ruote
Dagli Uffizi a Bagno a Ripoli: pittrici e musiciste in trasferta

Marietta Robusti, detta la Tintoretta, Autoritratto, 1580 circa, Olio su tela, Gallerie degli Uffizi
Samantha De Martin
27/12/2017
Firenze - Una trasferta di circa dieci chilometri, dalla Galleria degli Uffizi all’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote di Bagno a Ripoli. A uscire dalle sale dell’illustre istituzione fiorentina per varcare le stanze dell’edificio trecentesco dalla struttura gotica, musiciste, cantanti, compositrici, autorevoli rappresentanti di un mecenatismo tutto al femminile, vissute tra Cinque e Seicento, specie alla Corte dei Medici.
Dall’8 marzo, infatti, un'esposizione di grande pregio ospiterà dipinti e autoritratti, incisioni, documenti e volumi a stampa, riguardanti le maggiori protagoniste del panorama musicale a cavallo tra il XVI e il XVII secolo.
Il celebre autoritratto di Marietta Robusti, detta “Tintoretta”, primogenita dell'omonimo artista, musicista e anche lei pittrice, ritratta con una spinetta, si affiancherà ai documenti relativi a Francesca Caccini, compositrice prolifica, passata alla storia per essere la prima donna ad aver scritto un'opera, e ancora al ritratto della Cantatrice dei Medici, Checca Costa, e a quello di Vittoria della Rovere, madre del Granduca Cosimo III, grande amante delle arti e mecenate.
L’esposizione si inserisce nel percorso triennale di collaborazione con le Gallerie degli Uffizi che, come ha spiegato il direttore Eike Schmidt, vantano, tra le loro innumerevoli missioni, la forte connessione al territorio.
«Le opere che presenteremo in mostra - spiega la curatrice Laura Donati - sono piuttosto variegate e rappresentano la ricchezza tipologica delle collezioni delle Gallerie degli Uffizi. Saranno esposti dipinti, miniature, incisioni, disegni e volumi a stampa, che illustrano il contributo delle donne alla produzione musicale nel periodo tra la fine del XVI e il XVII secolo. Protagoniste sono coloro che hanno rivestito un ruolo di rilievo nell'universo musicale dell'epoca. Figure note, come la compositrice Francesca Caccini o la Granduchessa Vittoria della Rovere, grande mecenate musicale, accanto alle figure meno note, come le cantanti di corte ritratte dagli artisti del tempo. Accanto alle musiciste di professione, troviamo le pittrici, come Lavinia Fontana o Marietta Tintoretto, che vollero raffigurarsi con strumenti musicali o spartiti, a sottolineare la relazione ideale tra la pittura e la musica».
Leggia anche:
• Con dolce forza. Donne nell'universo musicale di Cinque e Seicento
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Il celebre autoritratto di Marietta Robusti, detta “Tintoretta”, primogenita dell'omonimo artista, musicista e anche lei pittrice, ritratta con una spinetta, si affiancherà ai documenti relativi a Francesca Caccini, compositrice prolifica, passata alla storia per essere la prima donna ad aver scritto un'opera, e ancora al ritratto della Cantatrice dei Medici, Checca Costa, e a quello di Vittoria della Rovere, madre del Granduca Cosimo III, grande amante delle arti e mecenate.
L’esposizione si inserisce nel percorso triennale di collaborazione con le Gallerie degli Uffizi che, come ha spiegato il direttore Eike Schmidt, vantano, tra le loro innumerevoli missioni, la forte connessione al territorio.
«Le opere che presenteremo in mostra - spiega la curatrice Laura Donati - sono piuttosto variegate e rappresentano la ricchezza tipologica delle collezioni delle Gallerie degli Uffizi. Saranno esposti dipinti, miniature, incisioni, disegni e volumi a stampa, che illustrano il contributo delle donne alla produzione musicale nel periodo tra la fine del XVI e il XVII secolo. Protagoniste sono coloro che hanno rivestito un ruolo di rilievo nell'universo musicale dell'epoca. Figure note, come la compositrice Francesca Caccini o la Granduchessa Vittoria della Rovere, grande mecenate musicale, accanto alle figure meno note, come le cantanti di corte ritratte dagli artisti del tempo. Accanto alle musiciste di professione, troviamo le pittrici, come Lavinia Fontana o Marietta Tintoretto, che vollero raffigurarsi con strumenti musicali o spartiti, a sottolineare la relazione ideale tra la pittura e la musica».
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