Gaudì e il Modernismo catalano
26/02/2004
Continua fino al 29 febbraio la collettiva su Gaudì e il Modernismo catalano presso il Chiostro del Bramante a Roma. In mostra 120 pezzi tra dipinti, stampe, manifesti, gioielli, sculture, disegni, ceramiche e quant’altro. Gli artisti esposti sono numerosi e tutti accomunati da un elemento: l’Art Nouveau, o Modernismo così come si chiamò a Barcellona. Qui, il movimento internazionale conosciuto anche come Liberty o Jugenstil, prese forma attraverso l’arte sapiente di forgiare il ferro, plasmare l’argilla, colorare il vetro. Ma, ancor di più, qui il Modernismo si manifestò sotto forma di case, edifici, facciate, porte, sedie, divani, mattonelle grazie al genio visionario e sognatore, complesso e introverso di uno dei maggiori architetti-artisti che il Novecento ricordi. Sì, Antoni Gaudì è tutto questo. E questo evento lo dimostra.
Mobili, oggetti e progetti degli architetti Josep Maria Jujol, Rafael Masò, Josep Puig i Cadafalch, degli ebanisti-artisti come Aleix Clapes i Puig, Gaspar Homar e Joan Busquets dimostrano come il Modernismo divenne una vera e propria moda sostenuta dalla classe più ricca e dinamica che amò tutti, ma predilesse le ardite e sinuose forme di Gaudì. Le opere in mostra escono per la prima volta dalla Spagna in tali quantità grazie al Museo Nazionale d’Arte di Catalogna in collaborazione con la Fondazione Gaudì di Barcellona, il tutto in un progetto interessante del Centro Culturale Internazionale del Chiostro del Bramante di Roma. Suggestiva è già la cornice: dal delizioso chiostrino si accede alle sale espositive al cui ingresso una parete rossa introduce i visitatori alle raccolte. L’atmosfera ovattata guida attraverso i capolavori catalani. Uno sguardo al modello in gesso del primo progetto (1910) della sommità della facciata dell’incompiuta Sagrada Familia, opera che ha consacrato Gaudì artista mondiale e che è l’apoteosi del suo spirito innovativo.
In mostra, soprattutto arredi provenienti dalle case più famose che Gaudì progettò per la città, che grazie alla sua opera mutò gradualmente aspetto. Casa Vicenç (1883-85), Casa Calvet (1900-01), Casa Milà (1906-10), Casa Battlò (1907): porte, sovrapporte, sedie, candelabri e cancelli in ferro batturo, poltrone che assumono forme sinuose, morbide, serpeggianti, ma anche irreali, quasi fiabesche. La mostra è importante perché offre un articolato e completo profilo del contesto culturale della Barcellona modernista, rappresentato dalla gioventù attiva che tentava di internazionalizzarsi in un periodo culturale molto vivace. Ramon Casas, Santiago Rusignol e il famoso gruppo del Els Quatre Gats, lo stesso Pablo Picasso che risiedette per qualche tempo a Barcellona, in mostra con un dipinto giovanile, Cursa de braus del 1901.
Gaudì e il Modernismo catalano
Fino al 29 febbraio
Roma Chiostro del Bramante
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