I Faraoni a Venezia
 
										
										 
										
										
																		
																									sculture in oro dei faraoni
															
							17/09/2002
							 Uno degli eventi storico-artistici più importanti della stagione, un’operazione gigantesca che ha portato più di ottanta reperti dal Museo Egizio del Cairo nelle sale di Palazzo Grassi a Venezia per la mostra “I Faraoni”.
Trecento è il numero dei pezzi provenienti  da trenta musei e collezioni private, per un affascinante viaggio nel tempo, alla scoperta dei misteri dell’antico Egitto. Un percorso tra storia e leggenda, arte e magia per celebrare la figura più potente dell’antica civiltà egizia: il faraone.
La mostra ideata da Christiane Ziegler del Louvre di Parigi, ha potuto usufruire della collaborazione di numerosi istituti mussali che hanno prestato opere fino ad oggi considerate inamovibili.
Nella corte centrale di Palazzo Grassi, per un ingresso di grande impatto, sono stati allestiti tre colossi, così dalla statuaria monumentale si passa ad altri oggetti di squisita fattura, sculture, bassorilievi, preziosissimi papiri, che permettono di ricostruire la vita di corte dell'Antico Egitto nel periodo del Nuovo Regno, e di analizzare la figura onnipotente del sovrano, uomo e dio, guerriero e sacerdote. 
La mostra si dipana in numerose sezioni in cui sono indagate le molteplici manifestazioni del potere del sovrano egizio: dalla regalità faraonica dei colossi, fino alla galleria delle immagini di tutti i faraoni, resa possibile dallo studio di un raro papiro custodito al Museo Egizio di Torino, che ricostruisce le 30 dinastie. Una sezione è dedicata agli emblemi della regalità,  grande spazio è dato al faraone quale intermediario tra gli uomini e gli dei, e al faraone guerriero, sempre vincitore, rivisitato a Palazzo Grassi alla luce di nuove conoscenze. 
Di notevole interesse anche lo spazio dedicato all'aspetto umano e quotidiano del faraone, nella rassegna veneziana è stato ricostruito l'harem, che nell'antico Egitto non era un luogo di reclusione, che raggruppava eunuchi e concubine, ma una sorta di corte dove risiedevano, in piena libertà, regine, principi e principesse, dame di corte e un esercito di servitori, nutrici, precettori. Qui si educavano i futuri sovrani e si ordivano complotti, che come posta in gioco avevano la conquista del potere. 
La mostra si conclude con la sezione dedicata alla morte del faraone, con l'evocazione delle sepolture regali attraverso l'esposizione dei sontuosi tesori dei re di Tanis.						
						
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