Al Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra

Preziosi disegni italiani del Rinascimento. Spunta una lastra sconosciuta di Filippo Lippi

Pietro Perugino, Studio di figure (retroverso), ca. 1486
 

Samantha De Martin

16/10/2017

Non è soltanto la sua collezione di oltre 600mila oggetti conservati in un edificio del 1910, nel cuore della vieille ville, a fare del Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra uno dei maggiori luoghi di ritrovo della Svizzera per appassionati d’arte.
Fino al 7 gennaio ci sarà anche un po’ di Italia con inediti gioielli del Rinascimento - alcuni svelati proprio in occasione dell’esposizione - a fare da cornice alle bellezze di questa città vivace.

"Dessins Italiens de le Renaissance" è una mostra unica nel suo genere. Lo è soprattutto per l’altisonanza dei nomi delle opere presentate - tra i quali spiccano quello di Veronese, Pollaiolo, Vasari, Palma il Giovane, Barocci - e per la provenienza dei lavori, parte della straordinaria collezione, una delle più importanti al mondo, de l’Académie des Beaux-Arts di Düsseldorf, che conta circa 15mila disegni, 25mila stampe, 500 fogli, datati tra il XVII e il XVIII secolo.
Una collezione realizzata dall’artista Lambert Krahe, fondatore di quella scuola che nel 1773 sarebbe diventata l’Accademia di Belle Arti.
L’appuntamento ginevrino con il Rinascimento italiano è un'occasione preziosa per chi visita la città entro gennaio, soprattutto perché illustra con estrema chiarezza l’evoluzione del disegno e la sua consacrazione a strumento dotato di centralità e autonomia, veicolo di nuove idee, utile all’artista per dare espressione, attraverso teste, corpi, ritratti, a quella centralità che l’uomo rinascimentale conquista nel mondo e nell’arte.

LE ORIGINI DELLA COLLEZIONE DELL'ACADÉMIE DES BEAUX-ARTS DI DÜSSELDORF
Ma il fascino della mostra è anche racchiuso nella storia di questa importante collezione che il lungimirante architetto tedesco aveva inizialmente utilizzato per sé e che, prima di essere venduta, era diventata parte integrante dei suoi insegnamenti.
La compose proprio durante il suo soggiorno a Roma, tra il 1736 e il 1757, utilizzando opere di artisti provenienti da tutta Italia, e una volta a Düsseldorf continuò ad alimentarla con successive acquisizioni.
La maggior parte dei disegni in mostra a Ginevra riguarda studi di anatomia, drappeggi, figure delineate tenendo conto della prospettiva, studi sulla composizione, disegni per stampe e per arti applicate, ed offre una panoramica inedita su lavori decisamente poco conosciuti.
Nonostante l’unico disegno di Raffaello presente in collezione e i due lavori di Michelangelo siano i grandi assenti di questa mostra - il primo è attualmente esposto nella grande mostra dell’Albertina - i capolavori in prestito al Musée d’Art et d’Histoire sono tanti e notevoli. C’è la Vergine col Bambino di Paolo Farinati e uno studio per il Battesimo di Cristo del Veronese, c’è il Profeta seduto di Lattanzio Gambara e uno studio di testa infantile di Bartolomeo Cesi.


Bartolomeo Passarotti, Étude d’une tête d'homme, 1550-1560. Feuille : 281 x 222 mm © Museum Kunstpalast, Düsseldorf, Sammlung der Kunstakademie Düsseldorf (NRW), KA (FP) 7623

SCOPERTA UNA NUOVA LASTRA DI FILIPPO LIPPI
«È un’opportunità straordinaria, per ammirare una delle più importanti, antiche e ricche testimonianze del Rinascimento italiano - spiega il curatore della mostra, Christian Rümelin -. In Svizzera non possediamo collezioni di disegni rinascimentali, né raccolte di simili dimensioni. La mostra è il risultato di una ricerca minuziosa condotta da Sonja Brink, curatrice della collezione presso il Museo Kunstpalast di Düsseldorf. Tra le nuove scoperte vale la pena ricordare la splendida lastra, finora sconosciuta, di Filippo Lippi».
In mostra lo spettatore non vedrà le opere disposte in base alla provenienza geografica degli artisti, anche perché l’obiettivo dell’esposizione è soprattutto quello di evidenziare l’importanza che questi disegni, fortemente intessuti dei precetti umanisti, hanno avuto per l’arte.

GUIDA AI CAPOLAVORI ESPOSTI
Tra le opere che si fanno guardare c’è un Étude de figures di Pietro Perugino.
Al visitatore non sfuggirà un dettaglio: le teste dei protagonisti - disegnate in punta metallica - guardano in direzioni diverse. Solo un giovane soldato, rappresentato per intero, fissa lo spettatore. Si tratta di studi, effettuati sullo stesso foglio per due affreschi diversi, tra i quali l’Adorazione dei Magi.
Invece nel foglio con la Testa d’uomo di Bartolomeo Passarotti - attribuibile alla collezione di Düsseldorf grazie a un sigillo visibile in basso - gli occhi, la barba, i capelli rimandano al disegno ispirato ad un’antica scultura che rappresenta la testa di Ercole, Giove o Esculapio, ma la figura ha un dinamismo speciale.
Infine c'è l'inedito Ritratto di Padre Lorino della congregazione di Vallombrosa, opera di Federico Zuccari. Durante un agosto particolarente caldo, forse dell’anno 1576, l’artista manierista soleva concedersi un po’ di refrigerio all’ombra del Duomo di Firenze e, nel mentre, ritraeva alcuni anonimi personaggi che gli passavano davanti, come appunto il religioso in mostra. Anche in questo caso non ci troviamo di fronte a un disegno preparatorio che funge da base per un successivo dipinto, ma ad un ritratto autonomo realizzato per studiare un soggetto, per comprenderne i tratti, la vita.


Federico Zuccaro, Ritratto di Padre Lorino, 1576-1577 ca. Feuille : 274 x 192 mm

LE CURIOSITÀ DA OSSERVARE
«Se devo esprimere un parere molto personale - confessa Rümelin - c’è una cosa che mi sorprende non poco in questa mostra al Musée d’Art et d’Histoire, ed è la possibilità di vedere in un solo sguardo, il foglio di Gherardo Starnina, uno splendido studio di monaco, realizzato dall’incisore Maso Finiguerra, e San Sebastiano uno accanto all’altro. I cambiamenti della percezione, l'osservazione del corpo umano sono la quintessenza dell'arte rinascimentale. La mostra mette in luce questi profondi cambiamenti avvenuti a livello tecnico. Ritengo poi che un’altra grande emozione sia offerta dal meraviglioso lavoro di Perugino, con, sul recto, il poetico e delicato disegno in punta di metallo, e, sul verso, un disegno ampio, veloce ed energico in gesso nero. È molto raro poter vedere, su uno stesso foglio, il punto di svolta di una tradizione che asseconda nuove esigenze».

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