A Roma dal 19 novembre al 9 febbraio

Tra poesia e arte. La “meravigliosa passione” di Giovan Battista Marino in arrivo alla Galleria Borghese

Frans Porbus Il Giovane, Ritratto di Giovan Battista Marino, Olio su tela, Detroit Institute Museum, Detroit, USA
 

Samantha De Martin

11/10/2024

Roma - Inedite connessioni tra poesia e pittura, letteratura, arte e potere nel primo Seicento prendono forma nelle sale della Galleria Borghese.
Dal 19 novembre al 9 febbraio un progetto inedito che esplora le connessioni tra l’opera di Giovan Battista Marino e le arti figurative metterà in luce la straordinaria passione dello scrittore napoletano, fondatore della poesia barocca, per la collezione di Scipione Borghese, da Tiziano a Tintoretto, da Correggio ai Carracci, da Rubens a Poussin.

Punto di partenza del percorso intitolato Pittura e poesia nel Seicento. Giovan Battista Marino e la "meravigliosa" passione”, a cura di Emilio Russo, Patrizia Tosini e Andrea Zezza, saranno i testi dello stesso Giovan Battista Marino, spunto per un viaggio attraverso la grande arte rinascimentale e barocca volto a celebrare il più grande poeta italiano del Seicento e la sua “meravigliosa” passione per la pittura.

Il pubblico verrà invitato a immergersi nella stagione d’oro del Barocco in pittura e in letteratura, quando il rapporto tra le due arti trova forse l’espressione più alta nella vita e nelle opere del poeta. Conosciuto da tutti per il suo Adone (1623), incentrato sulla storia d’amore tra Adone e Venere, Giovan Battista Marino è autore anche de La Galeria (1619), una raccolta di 624 componimenti poetici dedicati ad altrettante opere d’arte divise tra Pitture e Sculture, Favole e Historie, una sorta di gioco o sfida espressiva tra testi poetici e opere d’arte, reali o immaginarie.


Antonio Allegri, detto Correggio, Danae, olio su tela, Galleria Borghese, Roma © Galleria Borghese

Attraverso un itinerario dal doppio linguaggio, tra arte e poesia, il pubblico scoprirà la vita e la produzione letteraria di Giovan Battista Marino in dialogo con i maestri e con i capolavori dell’arte figurativa di primo Seicento, con i quali entra in contatto nei circoli intellettuali e nelle corti più importanti dell’epoca, da quella di Matteo di Capua a Napoli a quella di papa Clemente VIII Aldobrandini a Roma, dalla corte di Giovan Carlo Doria e Giovan Vincenzo Imperiali a Genova, a quella di Carlo Emanuele I a Torino. In questa cornice raffinata, circondato da ricche collezioni, il poeta aveva infatti stretto rapporti diretti con artisti come il Cavalier d’Arpino, Bernardo Castello, Caravaggio, Agostino Carracci, Ludovico Cigoli e Palma il Giovane.

Quando, Nel 1615, perseguitato dall’Inquisizione, Marino fu costretto a lasciare l’Italia, Parigi lo accolse. Alla corte di Luigi XIII e Maria de’ Medici rimase fino al 1623. Dopo aver conosciuto Nicolas Poussin scrisse al pittore una sorta di lettera di presentazione che l’artista portò con sé al suo arrivo a Roma. Con questo passaggio simbolico l’ultima fase della parabola del poeta si lega al decisivo approdo romano del grande pittore francese.



Attraverso la sua collezione unica di capolavori messa in piedi dal cardinale Scipione Borghese nei primi decenni del Seicento, facendo ricorso a un allestimento scenografico prettamente barocco, la Galleria Borghese sarà il contesto ideale per rileggere la figura del poeta Giovan Battista Marino, valorizzando il suo rapporto con le arti figurative che nel Seicento iniziano a dialogare con la produzione letteraria. Alcuni grandi capolavori di Correggio, Tiziano e Tintoretto apriranno il percorso a sottolineare come il rapporto tra tradizione poetica e tradizione figurativa fosse già presente nel corso del Cinquecento.


Nicolas Poussin, Strage degli Innocenti, Olio su tela, Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, Parigi © Paris Musée, Petit Palais

La mostra ripercorre quindi il rapporto di Giovan Battista Marino con la grande arte del Rinascimento e del Barocco, attraverso un serrato confronto tra dipinti, sculture e la loro trasposizione letteraria.
I visitatori incontreranno Luca Cambiaso, Tiziano, Palma il Giovane, Pietro Paolo Rubens, Cavalier d’Arpino, Alessandro Turchi, Pietro Bernini, pennelli legati in qualche modo alla vita e agli scritti del poeta.
Se la sezione intitolata La Strage degli innocenti - da uno dei capolavori del poeta – si soffermerà su un altro tema affrontato da Giovan Battista Marino a partire dalla tradizione figurativa, la tappa intitolata L’Adone tra sacro e profano raccoglierà le opere legate al mito di Adone, al centro dell’omonimo poema mariniano, opera simbolo del Seicento italiano, trionfo di una poesia tra sacro e profano costruita per tableaux, simili ad accostamenti di quadri poetici. Uno sguardo ai capolavori legati al mito, realizzati da Palma il Giovane, Scarsellino e Poussin, prima di dirigerci verso l’ultima sezione del percorso, intitolata Commiato. L’apoteosi di Giovan Battista Marino e la scoperta di Nicolas Poussin. Nell’ultimo passaggio la mostra rende merito al lascito più significativo della passione artistica di Giovan Battista Marino: l’intuizione della grandezza del giovane Nicolas Poussin. L’incontro tra i due alla corte di Maria de’ Medici a Parigi sarà solo la premessa del viaggio di Poussin nella città eterna e della nascita di alcune opere successive come il Compianto su Adone morente, il Parnaso e L’ispirazione del poeta, tutte legate con evidenza alla celebrazione della poesia mariniana.

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