E’ la più antica testimonianza monumentale nell’area del Fars centrale
Una torre di Ciro il Grande emerge dalla Piana di Persepoli
Ciro il Grande
L.S.
04/12/2013
Un’antica torre di stampo mesopotamico costruita dall’imperatore Ciro il Grande è il bottino della spedizione archeologica irano-italiana che vede collaborare l’Università di Bologna e l’Ateneo di Shiraz nella piana di Persepoli.
Inizialmente la scoperta aveva portato i ricercatori a credere che si trattasse di un muro, lo spessore di ben 10 metri ha poi allargato il raggio delle ipotesi, ma è stata l’emersione di un ingresso con specifici motivi ornamentali a reindirizzare gli scavi. Dopo tre anni di esplorazioni, i dati raccolti indicano che l’imponente costruzione che si configura come la più antica testimonianza monumentale nell’area del Fars centrale, fu edificata su una pianta rettangolare con un perimetro di circa quaranta metri per trenta e originariamente alta pressappoco venti metri, e con ogni probabilità fu eretta con funzioni simbolico-cerimoniali nel periodo successivo alla conquista di Babilonia da parte di Ciro II di Persia, avvenuta nel 539 a.C.
Come spiega il professor Callieri, che dirige gli scavi insieme al collega iraniano Alireza Askari Chaverdi, “Si tratta di un monumento costruito integralmente in mattoni crudi e mattoni cotti e con rivestimento esterno in mattoni invetriati e in parte decorati a rilievo. Questi ultimi compongono pannelli raffiguranti animali fantastici, principalmente il toro e il drago-serpente, che ripetono con incredibile precisione analoghi pannelli presenti sulla famosa Porta di Ishtar di Babilonia, costruita circa mezzo secolo prima della conquista persiana”.
A proposito della demolizione del monumento le prime analisi condotte indicherebbero una fine violenta che, se le verifiche cronologiche lo confermeranno, si potrebbe attribuire all’azione politica di Serse, devoto agli insegnamenti del profeta Zarathuštra e dedito alla distruzione dei luoghi di culto.
La prossima campagna di scavi si concentrerà sull’ambiente centrale che potrebbe regalare nuove testimonianze sulle funzioni e sul significato di un edificio che già si delinea come unico.
Inizialmente la scoperta aveva portato i ricercatori a credere che si trattasse di un muro, lo spessore di ben 10 metri ha poi allargato il raggio delle ipotesi, ma è stata l’emersione di un ingresso con specifici motivi ornamentali a reindirizzare gli scavi. Dopo tre anni di esplorazioni, i dati raccolti indicano che l’imponente costruzione che si configura come la più antica testimonianza monumentale nell’area del Fars centrale, fu edificata su una pianta rettangolare con un perimetro di circa quaranta metri per trenta e originariamente alta pressappoco venti metri, e con ogni probabilità fu eretta con funzioni simbolico-cerimoniali nel periodo successivo alla conquista di Babilonia da parte di Ciro II di Persia, avvenuta nel 539 a.C.
Come spiega il professor Callieri, che dirige gli scavi insieme al collega iraniano Alireza Askari Chaverdi, “Si tratta di un monumento costruito integralmente in mattoni crudi e mattoni cotti e con rivestimento esterno in mattoni invetriati e in parte decorati a rilievo. Questi ultimi compongono pannelli raffiguranti animali fantastici, principalmente il toro e il drago-serpente, che ripetono con incredibile precisione analoghi pannelli presenti sulla famosa Porta di Ishtar di Babilonia, costruita circa mezzo secolo prima della conquista persiana”.
A proposito della demolizione del monumento le prime analisi condotte indicherebbero una fine violenta che, se le verifiche cronologiche lo confermeranno, si potrebbe attribuire all’azione politica di Serse, devoto agli insegnamenti del profeta Zarathuštra e dedito alla distruzione dei luoghi di culto.
La prossima campagna di scavi si concentrerà sull’ambiente centrale che potrebbe regalare nuove testimonianze sulle funzioni e sul significato di un edificio che già si delinea come unico.
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