Appuntamento al Musée de l’Orangerie dal 20 settembre
Modigliani torna a incantare Parigi
Amedeo Modigliani (1884-1920), Elvire assise, accoudée à une table, 1919. Huile sur toile, 92,7 × 60,5 cm. Saint-Louis, Saint Louis Art Museum © Image Courtesy of the Saint Louis Art Museum
Francesca Grego
18/08/2023
Mondo - Che cosa ne sarebbe stato di Amedeo Modigliani senza il suo amico e gallerista Paul Guillaume? A Parigi la vita di Modì non fu certo facile, ma il celebre mercante dell’avanguardia non gli fece mancare mai il suo supporto, acquistandone ed esponendone i quadri, promuovendone l’arte e sostenendo ogni spesa dell’artista nei momenti di necessità. Pare che dalle mani di Guillaume siano passate almeno un centinaio di tele di Modigliani, oltre a circa 50 disegni e una decina di sculture. A testimonianza del sodalizio restano diversi ritratti del mercante realizzati da Modì. Uno di questi si trova al Museo del Novecento di Milano e raffigura Guillaume con un occhio bianco e uno nero: “Perché con uno tu guardi il mondo, con l’altro guardi in te stesso”, spiegò l’artista all’amico.
Mentre si avvicina il centenario dell’incontro tra Modigliani e Guillaume, il Musée de l’Orangerie di Parigi indaga su un’amicizia che ha segnato la storia dell’arte. Dal prossimo 20 settembre fino al 15 gennaio 2024, Amedeo Modigliani. Un pittore e il suo mercante esplorerà attraverso opere emblematiche i legami tra il grande artista novecentesco e il gallerista che ebbe tra i suoi protetti Matisse, Derain e Picasso, individuando nella frequentazione con Guillaume un chiave per meglio comprendere le ricerche di Modì. La mostra metterà in luce inoltre il ruolo di Guillaume nella diffusione dell’opera di Modigliani sul mercato dell’arte in Francia e negli Stati Uniti.
Amedeo Modigliani, Paul Guillaume, Novo Pilota, 1915, Parigi, Musée de l'Orangerie © RMN-Grand Palais (Musée de l'Orangerie) / Hervé Lewandowski
Al suo arrivo a Parigi nel 1906, Modigliani è esclusivamente un pittore. L’incontro con lo scultore di origini rumene Constantin Brancusi sarà una folgorazione: Modì si avvicina alla scultura e vi si dedica quasi esclusivamente fino al 1914, quando la abbandona all’improvviso. Fino alla sua morte nel 1920, farà della pittura il suo unico interesse, producendo dipinti dedicati principalmente alla figura umana.
L’abbandono della scultura coincide con l’incontro con Guillaume: nel 1914 è il poeta Max Jacob a presentare i due, che da quel momento non si separeranno mai. Modigliani immortala il gallerista in ritratti dipinti e disegnati: ne realizza almeno quattro tra il 1915 ed il 1916. Il primo, conservato proprio all’Orangerie, rivela il rapporto privilegiato tra il mercante e l’artista. Guillaume, allora ventitreenne, è raffigurato in abito, guanti e cravatta alla guida dell’avanguardia parigina: “Novo Pilota” lo definisce Modì nella scritta che campeggia in basso a sinistra. Se il gallerista suscita grandi speranze nel pittore, nei suoi scritti Guillaume ci regala un ritratto intimo di Modigliani, al quale è legato da affinità artistiche e letterarie: entrambi sono appassionati di arte africana, di letteratura e di poesia. Guillaume ricorda per esempio che Modigliani “amava e giudicava la poesia non alla maniera fredda e incompleta di un professore universitario, ma con un’anima misteriosamente gentile verso le cose sensibili e avventurose”.
Amedeo Modigliani, Femme au ruban de velours, 1915. Musée de l'Orangerie, Parigi I Amedeo Modigliani, Public domain, via Wikimedia Commons
Il fulcro di quest’amicizia, naturalmente, è la pittura. Guillaume incoraggia Modì, gli affitta un atelier a Montmartre, fa conoscere le sue tele nei circoli artistici e letterari parigini. Compra, vende e colleziona le sue opere. Il numero di dipinti acquistati dal gallerista denota un interesse e un gusto che vanno oltre la sua attività commerciale. Guillaume ama i quadri di Modigliani e li appende in quantità nei suoi appartamenti, dove troviamo ritratti di personaggi noti nella Parigi di allora - Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moïse Kisling - ma anche modelli sconosciuti, nonché immagini delle donne che hanno condiviso la vita del pittore, la scrittrice Béatrice Hastings e la giovane Jeanne Hébuterne, sua ultima compagna e madre della sua unica figlia. Una storia pronta a tornare in scena al Musée de l’Orangerie, per gettare nuova luce sull’opera di uno dei più grandi artisti del Novecento.
Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaume, 1910, Olio su tela, 54 x 81 cm, Milano, Museo del Novecento
Mentre si avvicina il centenario dell’incontro tra Modigliani e Guillaume, il Musée de l’Orangerie di Parigi indaga su un’amicizia che ha segnato la storia dell’arte. Dal prossimo 20 settembre fino al 15 gennaio 2024, Amedeo Modigliani. Un pittore e il suo mercante esplorerà attraverso opere emblematiche i legami tra il grande artista novecentesco e il gallerista che ebbe tra i suoi protetti Matisse, Derain e Picasso, individuando nella frequentazione con Guillaume un chiave per meglio comprendere le ricerche di Modì. La mostra metterà in luce inoltre il ruolo di Guillaume nella diffusione dell’opera di Modigliani sul mercato dell’arte in Francia e negli Stati Uniti.
Amedeo Modigliani, Paul Guillaume, Novo Pilota, 1915, Parigi, Musée de l'Orangerie © RMN-Grand Palais (Musée de l'Orangerie) / Hervé Lewandowski
Al suo arrivo a Parigi nel 1906, Modigliani è esclusivamente un pittore. L’incontro con lo scultore di origini rumene Constantin Brancusi sarà una folgorazione: Modì si avvicina alla scultura e vi si dedica quasi esclusivamente fino al 1914, quando la abbandona all’improvviso. Fino alla sua morte nel 1920, farà della pittura il suo unico interesse, producendo dipinti dedicati principalmente alla figura umana.
L’abbandono della scultura coincide con l’incontro con Guillaume: nel 1914 è il poeta Max Jacob a presentare i due, che da quel momento non si separeranno mai. Modigliani immortala il gallerista in ritratti dipinti e disegnati: ne realizza almeno quattro tra il 1915 ed il 1916. Il primo, conservato proprio all’Orangerie, rivela il rapporto privilegiato tra il mercante e l’artista. Guillaume, allora ventitreenne, è raffigurato in abito, guanti e cravatta alla guida dell’avanguardia parigina: “Novo Pilota” lo definisce Modì nella scritta che campeggia in basso a sinistra. Se il gallerista suscita grandi speranze nel pittore, nei suoi scritti Guillaume ci regala un ritratto intimo di Modigliani, al quale è legato da affinità artistiche e letterarie: entrambi sono appassionati di arte africana, di letteratura e di poesia. Guillaume ricorda per esempio che Modigliani “amava e giudicava la poesia non alla maniera fredda e incompleta di un professore universitario, ma con un’anima misteriosamente gentile verso le cose sensibili e avventurose”.
Amedeo Modigliani, Femme au ruban de velours, 1915. Musée de l'Orangerie, Parigi I Amedeo Modigliani, Public domain, via Wikimedia Commons
Il fulcro di quest’amicizia, naturalmente, è la pittura. Guillaume incoraggia Modì, gli affitta un atelier a Montmartre, fa conoscere le sue tele nei circoli artistici e letterari parigini. Compra, vende e colleziona le sue opere. Il numero di dipinti acquistati dal gallerista denota un interesse e un gusto che vanno oltre la sua attività commerciale. Guillaume ama i quadri di Modigliani e li appende in quantità nei suoi appartamenti, dove troviamo ritratti di personaggi noti nella Parigi di allora - Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moïse Kisling - ma anche modelli sconosciuti, nonché immagini delle donne che hanno condiviso la vita del pittore, la scrittrice Béatrice Hastings e la giovane Jeanne Hébuterne, sua ultima compagna e madre della sua unica figlia. Una storia pronta a tornare in scena al Musée de l’Orangerie, per gettare nuova luce sull’opera di uno dei più grandi artisti del Novecento.
Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaume, 1910, Olio su tela, 54 x 81 cm, Milano, Museo del Novecento
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