Dal 18 settembre al Palazzo del Governatore
Suoni, immagini, storie: l'epopea dell'opera va in scena a Parma
Cesare Tallone, Ritratto di Lina Cavalieri, 1905, olio su tela. Collezione Candiani
Francesca Grego
28/07/2021
Parma - In principio fu Verdi. O forse no? Probabilmente non è un caso che uno dei massimi protagonisti dell’opera italiana sia nato a Busseto, nei dintorni di Parma. In città la lirica è di casa dal 1638, anno in cui fu inaugurato il sontuoso Teatro dei Farnese. L’opera era allora un intrattenimento per pochi eletti e i palchi del teatro un salotto mondano dove l’aristocrazia dava spettacolo almeno quanto gli artisti sul palco. Due secoli dopo la lirica sarà arte popolare per eccellenza, nonché un simbolo di identità nazionale e un grido di protesta contro lo straniero oppressore, con il Nabucco di Verdi come bandiera. Quale palcoscenico migliore di Parma, dunque, per raccontare l’opera e i suoi intrecci con la storia?
Forte di una prestigiosa eredità, il 18 settembre la Capitale italiana della Cultura 2021 darà il via a uno dei suoi progetti più ambiziosi. A cura della storica dell’arte Gloria Bianchino e dello studioso verdiano Giuseppe Martini, con l’allestimento scenografico di Margherita Palli Rota, Opera: il palcoscenico della società esplorerà le relazioni tra un genere musicale di successo e le trasformazioni del Paese attraverso un corpus espositivo ricco e variegato: saranno 514 i pezzi in mostra a Palazzo del Governatore, riuniti grazie ai prestiti di 75 collezioni pubbliche e private, tra quadri, stampe, fotografie, costumi originali, oggetti di scena, riviste, libretti e volumi antichi, nonché rari materiali sonori e audiovisivi.
Federico Zandomeneghi, Au Théatre, 1885-1895 I Opera: il palcoscenico della società. Parma Capitale italiana della Cultura 2021
“In questa mostra molte delle cose che vi aspettate di trovare non ci saranno. Al contrario ci saranno molte cose impreviste”, spiega la curatrice Gloria Bianchino. “Quanto il mondo dell’immagine e dell’arte ha saputo dialogare con l’opera sarà uno dei temi principali del progetto, che riserverà sorprese, quasi provocazioni, per gli accostamenti inediti che abbiamo immaginato”. Tra i dipinti inseriti nel percorso spiccano I Vespri siciliani e Papa Urbano II predica la prima Crociata sulla piazza di Clermont di Francesco Hayez, così come Au Theatre di Federico Zandomeneghi e una serie di fascinosi ritratti del soprano Lina Cavalieri, una delle prime dive della lirica, cantata da Gabriele D’Annunzio, immortalata da Giovanni Boldini e sposata - tra gli altri - a Giovanni Campari (sì, quello degli aperitivi).
Francesco Hayez, Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima Crociata, 1835 I Fondazione Cariplo, Milano
Nella mostra parmense il mondo dell’opera si svela nelle sue molteplici dimensioni: il pubblico e le trasformazioni dell’esperienza di stare a teatro, i personaggi e le star, le strategie e gli strumenti che hanno permesso al melodramma di raggiungere una popolarità di massa, l’influenza esercitata sulla cultura, sulla lingua e sull’immaginario collettivo, le relazioni con la politica tra propaganda, censura e protesta, l’evoluzione delle modalità di ascolto - dagli organetti meccanici fino al disco - e i rapporti con i media vecchi e nuovi.
“L’opera ha avuto un ruolo determinante nella nostra cultura e ha influenzato linguaggi diversi, da quelli teatrali e musicali fino alla pittura”, racconta l’assessore alla cultura Michele Guerra: “La mostra vuole ricostruire un percorso socio-culturale del nostro Paese negli ultimi due secoli, scandito dall’evoluzione dell’opera e del mondo che la circonda”.
“Non so quanto la produzione operistica abbia influito sulla storia dell’Unità d’Italia, ma certo è che la sua immagine ha avuto una forte funzione politica”, prosegue la curatrice Bianchini: le narrazioni teatrali di questo periodo impregnano la società borghese di un’Italia agli albori, a partire dai gesti e dai costumi di scena - preziosissimi quelli provenienti dalla straordinaria collezione della Sartoria Tirelli di Roma - che si mostrano nelle dieci sale del Palazzo del Governatore.
Alfred Hitchcock in un palco della Scala I Foto Fondazione Teatro alla Scala
Il racconto si approfondisce poi con le storiche fotografie dell’Archivio Alinari, il celebre lacerto “Viva Verdi” dai Musei Civici di Treviso, il libretto originale dell’Orfeo di Monteverdi della Biblioteca Teresiana di Mantova, oltre a un variegato repertorio di locandine, cartoline e caricature che testimoniano le dimensioni raggiunte dal pubblico della lirica tra Ottocento e Novecento.
A partire dal territorio di Parma, ricco di tradizioni e nomi che spaziano da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini, il percorso della mostra è pronto a svelare il segreto della longevità dell’opera, un’arte antica capace di trasformarsi negli anni e al tempo stesso di preservare la propria essenza e i propri riti unici al mondo.
Prodotta dal Comune di Parma e realizzata da Casa della Musica in collaborazione con il Teatro Regio di Parma, Opera: il palcoscenico della società sarà visitabile al Palazzo del Governatore dal 18 settembre 2021 al 13 gennaio 2022.
Opera: il palcoscenico della società I Parma Capitale italiana della Cultura 2021
Forte di una prestigiosa eredità, il 18 settembre la Capitale italiana della Cultura 2021 darà il via a uno dei suoi progetti più ambiziosi. A cura della storica dell’arte Gloria Bianchino e dello studioso verdiano Giuseppe Martini, con l’allestimento scenografico di Margherita Palli Rota, Opera: il palcoscenico della società esplorerà le relazioni tra un genere musicale di successo e le trasformazioni del Paese attraverso un corpus espositivo ricco e variegato: saranno 514 i pezzi in mostra a Palazzo del Governatore, riuniti grazie ai prestiti di 75 collezioni pubbliche e private, tra quadri, stampe, fotografie, costumi originali, oggetti di scena, riviste, libretti e volumi antichi, nonché rari materiali sonori e audiovisivi.
Federico Zandomeneghi, Au Théatre, 1885-1895 I Opera: il palcoscenico della società. Parma Capitale italiana della Cultura 2021
“In questa mostra molte delle cose che vi aspettate di trovare non ci saranno. Al contrario ci saranno molte cose impreviste”, spiega la curatrice Gloria Bianchino. “Quanto il mondo dell’immagine e dell’arte ha saputo dialogare con l’opera sarà uno dei temi principali del progetto, che riserverà sorprese, quasi provocazioni, per gli accostamenti inediti che abbiamo immaginato”. Tra i dipinti inseriti nel percorso spiccano I Vespri siciliani e Papa Urbano II predica la prima Crociata sulla piazza di Clermont di Francesco Hayez, così come Au Theatre di Federico Zandomeneghi e una serie di fascinosi ritratti del soprano Lina Cavalieri, una delle prime dive della lirica, cantata da Gabriele D’Annunzio, immortalata da Giovanni Boldini e sposata - tra gli altri - a Giovanni Campari (sì, quello degli aperitivi).
Francesco Hayez, Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima Crociata, 1835 I Fondazione Cariplo, Milano
Nella mostra parmense il mondo dell’opera si svela nelle sue molteplici dimensioni: il pubblico e le trasformazioni dell’esperienza di stare a teatro, i personaggi e le star, le strategie e gli strumenti che hanno permesso al melodramma di raggiungere una popolarità di massa, l’influenza esercitata sulla cultura, sulla lingua e sull’immaginario collettivo, le relazioni con la politica tra propaganda, censura e protesta, l’evoluzione delle modalità di ascolto - dagli organetti meccanici fino al disco - e i rapporti con i media vecchi e nuovi.
“L’opera ha avuto un ruolo determinante nella nostra cultura e ha influenzato linguaggi diversi, da quelli teatrali e musicali fino alla pittura”, racconta l’assessore alla cultura Michele Guerra: “La mostra vuole ricostruire un percorso socio-culturale del nostro Paese negli ultimi due secoli, scandito dall’evoluzione dell’opera e del mondo che la circonda”.
“Non so quanto la produzione operistica abbia influito sulla storia dell’Unità d’Italia, ma certo è che la sua immagine ha avuto una forte funzione politica”, prosegue la curatrice Bianchini: le narrazioni teatrali di questo periodo impregnano la società borghese di un’Italia agli albori, a partire dai gesti e dai costumi di scena - preziosissimi quelli provenienti dalla straordinaria collezione della Sartoria Tirelli di Roma - che si mostrano nelle dieci sale del Palazzo del Governatore.
Alfred Hitchcock in un palco della Scala I Foto Fondazione Teatro alla Scala
Il racconto si approfondisce poi con le storiche fotografie dell’Archivio Alinari, il celebre lacerto “Viva Verdi” dai Musei Civici di Treviso, il libretto originale dell’Orfeo di Monteverdi della Biblioteca Teresiana di Mantova, oltre a un variegato repertorio di locandine, cartoline e caricature che testimoniano le dimensioni raggiunte dal pubblico della lirica tra Ottocento e Novecento.
A partire dal territorio di Parma, ricco di tradizioni e nomi che spaziano da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini, il percorso della mostra è pronto a svelare il segreto della longevità dell’opera, un’arte antica capace di trasformarsi negli anni e al tempo stesso di preservare la propria essenza e i propri riti unici al mondo.
Prodotta dal Comune di Parma e realizzata da Casa della Musica in collaborazione con il Teatro Regio di Parma, Opera: il palcoscenico della società sarà visitabile al Palazzo del Governatore dal 18 settembre 2021 al 13 gennaio 2022.
Opera: il palcoscenico della società I Parma Capitale italiana della Cultura 2021
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