Fino al 9 ottobre alla Galleria nazionale delle Marche
A Urbino una mostra celebra i 600 anni di Federico da Montefeltro
Piero della Francesca, Madonna di Senigallia, Tempera e olio su tavola, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Samantha De Martin
28/06/2022
Pesaro e Urbino - Quando, intorno al 1477, Federico da Montefeltro convocò alla sua corte il celebre artista e architetto senese Francesco di Giorgio Martini, Urbino si avviava a diventare una città cosmopolita, crocevia delle arti grazie all’acuta visione del duca.
Così, incaricato del ruolo di "architettore", il teorico dell’architettura diresse i lavori strutturali e decorativi per la fabbrica del palazzo, oltre a quelli dei cantieri prevalentemente militari sparsi nel territorio del ducato.
Questi anni cruciali per la storia di Urbino e della sua corte, ma anche per l’arte italiana, sono al centro della mostra Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti, a cura di Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo.
Ottanta opere - tra pitture, sculture, disegni, medaglie, affreschi staccati e codici - un terzo delle quali provenienti da istituzioni straniere, scandiscono un percorso visibile alla Galleria nazionale delle Marche fino al 9 ottobre, e suddiviso in sette sezioni.
Donato Bramante, Uomo d’arme, Milano, Pinacoteca di Brera
"Il duca Federico - spiega Luigi Gallo, direttore della Galleria nazionale delle Marche - seppe trasformare Urbino in una capitale del Rinascimento: alla sua corte si incontrarono artisti e letterati di estrazione e provenienza diversa le cui reciproche influenze generano un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire. Quell’ambiente, che vide incontrarsi pittori come Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Berruguete e Luca Signorelli, gli architetti Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldassar Castiglione, plasmò il Cortegiano”.
Così, a partire dalle opere realizzate negli ultimi anni trascorsi a Siena, seguiamo Francesco di Giorgio verso Urbino, apprezziamo i bronzi realizzati al tempo dell’attività feltresca, insieme con alcune significative opere di plasticatore, utili a mostrare la grande dimestichezza del maestro senese con la scultura “per via di porre”.
La presenza della Madonna col Bambino e un angelo della Pinacoteca Nazionale di Siena evoca l’attività nella bottega di Francesco di Giorgio di un suo fedele collaboratore, finora non identificato anagraficamente, che probabilmente divenne l’ombra del maestro anche a Urbino.
Pedro Berruguete, Ritratto di Federico da Montefeltro e del piccolo Guidobaldo, tavola, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Ai visitatori balzerà agli occhi l’opera chiave, la Deposizione della chiesa del Carmine di Venezia, proveniente dall’oratorio della Croce di Urbino e sul cui sfondo Francesco di Giorgio ritrasse Federico da Montefeltro con il giovanissimo figlio Guidubaldo, verso il 1475. La quarta sezione della mostra, dal titolo Pittura di corte all’ombra di Piero della Francesca, accoglie invece alcune tra le opere più significative realizzate negli anni che videro il grande maestro attivo presso la corte.
I misurati e razionali sfondi architettonici della Madonna di Senigallia sembrano ispirarsi agli stessi interni del palazzo di Urbino. Ad affiancarla sono i dipinti di Luca Signorelli, autore anche di una tavola con il Ritratto di Guidubaldo da Montefeltro bambino, immortalato all’età di circa cinque anni, conservata oggi nella Collezione Thyssen di Madrid.
Francesco Laurana, Battista Sforza, Marmo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
L’ambiente urbinate di quegli anni, caratterizzato da straordinarie sperimentazioni, quale centro d’avanguardia in Italia, emerge dalla presenza di maestri supremi come Piero della Francesca, e di maestri di cultura fiamminga, come Giusto di Gand, o il castigliano Pedro Berruguete, che nei suoi ritratti mostra una mirabile sintesi di complesse soluzioni prospettiche.
Ma la visita alla Galleria nazionale delle Marche sarà anche l’occasione per apprezzare, sempre a Palazzo Ducale, un’altra mostra. La piccola esposizione dal titolo Quando vedranno i richi vistimenti. Federico da Montefeltro e Battista Sforza. Vesti e Potere nel primo Rinascimento italiano, a cura dell’ Atelier di Battista di Urbino di Carolina Sacchetti, ricostruisce sei abiti storici del XV secolo. Due richiamano gli abbigliamenti del Dittico di Urbino di Piero della Francesca, il famoso doppio dipinto custodito nella Galleria degli Uffizi di Firenze, mentre gli altri quattro sono rifacimenti fedeli di abiti dell'epoca, frutto di un approfondito studio delle fonti storiche. Una testimonianza di come le corti italiane del secolo XV, tra le quali Urbino, videro fiorire il concetto moderno di eleganza, l' attenzione e la cura del vestiario come espressione di rango e status symbol.
La mostra Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti è aperta da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.15. La biglietteria chiude un’ora prima.
Leggi anche:
• Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti
• Urbino riparte dagli arazzi di Raffaello. Parla Luigi Gallo, direttore di Palazzo Ducale
Così, incaricato del ruolo di "architettore", il teorico dell’architettura diresse i lavori strutturali e decorativi per la fabbrica del palazzo, oltre a quelli dei cantieri prevalentemente militari sparsi nel territorio del ducato.
Questi anni cruciali per la storia di Urbino e della sua corte, ma anche per l’arte italiana, sono al centro della mostra Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti, a cura di Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo.
Ottanta opere - tra pitture, sculture, disegni, medaglie, affreschi staccati e codici - un terzo delle quali provenienti da istituzioni straniere, scandiscono un percorso visibile alla Galleria nazionale delle Marche fino al 9 ottobre, e suddiviso in sette sezioni.
Donato Bramante, Uomo d’arme, Milano, Pinacoteca di Brera
"Il duca Federico - spiega Luigi Gallo, direttore della Galleria nazionale delle Marche - seppe trasformare Urbino in una capitale del Rinascimento: alla sua corte si incontrarono artisti e letterati di estrazione e provenienza diversa le cui reciproche influenze generano un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire. Quell’ambiente, che vide incontrarsi pittori come Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Berruguete e Luca Signorelli, gli architetti Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldassar Castiglione, plasmò il Cortegiano”.
Così, a partire dalle opere realizzate negli ultimi anni trascorsi a Siena, seguiamo Francesco di Giorgio verso Urbino, apprezziamo i bronzi realizzati al tempo dell’attività feltresca, insieme con alcune significative opere di plasticatore, utili a mostrare la grande dimestichezza del maestro senese con la scultura “per via di porre”.
La presenza della Madonna col Bambino e un angelo della Pinacoteca Nazionale di Siena evoca l’attività nella bottega di Francesco di Giorgio di un suo fedele collaboratore, finora non identificato anagraficamente, che probabilmente divenne l’ombra del maestro anche a Urbino.
Pedro Berruguete, Ritratto di Federico da Montefeltro e del piccolo Guidobaldo, tavola, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Ai visitatori balzerà agli occhi l’opera chiave, la Deposizione della chiesa del Carmine di Venezia, proveniente dall’oratorio della Croce di Urbino e sul cui sfondo Francesco di Giorgio ritrasse Federico da Montefeltro con il giovanissimo figlio Guidubaldo, verso il 1475. La quarta sezione della mostra, dal titolo Pittura di corte all’ombra di Piero della Francesca, accoglie invece alcune tra le opere più significative realizzate negli anni che videro il grande maestro attivo presso la corte.
I misurati e razionali sfondi architettonici della Madonna di Senigallia sembrano ispirarsi agli stessi interni del palazzo di Urbino. Ad affiancarla sono i dipinti di Luca Signorelli, autore anche di una tavola con il Ritratto di Guidubaldo da Montefeltro bambino, immortalato all’età di circa cinque anni, conservata oggi nella Collezione Thyssen di Madrid.
Francesco Laurana, Battista Sforza, Marmo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
L’ambiente urbinate di quegli anni, caratterizzato da straordinarie sperimentazioni, quale centro d’avanguardia in Italia, emerge dalla presenza di maestri supremi come Piero della Francesca, e di maestri di cultura fiamminga, come Giusto di Gand, o il castigliano Pedro Berruguete, che nei suoi ritratti mostra una mirabile sintesi di complesse soluzioni prospettiche.
Ma la visita alla Galleria nazionale delle Marche sarà anche l’occasione per apprezzare, sempre a Palazzo Ducale, un’altra mostra. La piccola esposizione dal titolo Quando vedranno i richi vistimenti. Federico da Montefeltro e Battista Sforza. Vesti e Potere nel primo Rinascimento italiano, a cura dell’ Atelier di Battista di Urbino di Carolina Sacchetti, ricostruisce sei abiti storici del XV secolo. Due richiamano gli abbigliamenti del Dittico di Urbino di Piero della Francesca, il famoso doppio dipinto custodito nella Galleria degli Uffizi di Firenze, mentre gli altri quattro sono rifacimenti fedeli di abiti dell'epoca, frutto di un approfondito studio delle fonti storiche. Una testimonianza di come le corti italiane del secolo XV, tra le quali Urbino, videro fiorire il concetto moderno di eleganza, l' attenzione e la cura del vestiario come espressione di rango e status symbol.
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