A Pisa dal 28 settembre al 7 aprile
“Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art” – La grande mostra raccontata da Stefano Zuffi
Vasily Kandinsky, Circles in a Circle, 1923, Olio su tela, 95.7 × 98.7 cm, Philadelphia Museum of Art | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
Francesca Grego
28/09/2023
Pisa - Kandinsky, Chagall, Matisse, Picasso, Dalì, Duchamp: da oggi, giovedì 28 settembre, i grandi del Novecento sono di casa a Pisa, nelle sale appena restaurate dello storico Palazzo Blu. Fino al 7 aprile 2024, la grande mostra Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art offrirà al pubblico italiano uno straordinario viaggio nell’arte dei primi decenni del XX secolo attraverso dipinti e sculture provenienti da una collezione che è un’eccellenza a livello mondiale. L’esposizione, che avrà a Pisa la sua unica tappa, è stata pensata in esclusiva per Palazzo Blu da Matthew Affron, curatore del museo statunitense, con la consulenza scientifica dello storico dell’arte Stefano Zuffi.
“Il Philadelphia Museum of Art è una vera e propria acropoli culturale all’interno di una città cruciale nella storia degli Stati Uniti, la città che ha visto nascere il movimento per l’indipendenza”, racconta Zuffi: “A Philadelphia si concentrano raccolte d’arte di grandissima importanza, legate in buona parte al collezionismo privato della Pennsylvania e del New England. In particolare, nel 1949 un artista geniale, Marcel Duchamp, fu incaricato di fare una ricognizione tra i musei degli Stati Uniti per segnalare ai grandi collezionisti d’arte del Novecento quale fosse il museo ideale a cui lasciare i propri tesori. Duchamp indicò proprio il Philadelphia Museum of Art, che per questo ha visto crescere le sue collezioni di pittura e scultura europea del XX secolo in modo eccezionale”.
“Quella che vediamo a Pisa è una selezione molto accurata - prosegue Zuffi - composta da dipinti e sculture di livello veramente altissimo: opere migrate nel Nord America di artisti europei che in molti casi migrarono a loro volta durante la Seconda Guerra Mondiale, spinti da motivi politici o dalle spaventose leggi razziali promosse dal nazismo. Ora abbiamo l’occasione di ammirare questo eccezionale corpus di lavori in Italia, un’opportunità davvero preziosa”.
Jacques Lipchitz, Sailor with guitar | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
Che tipo di esperienza attende i visitatori di Palazzo Blu?
“I visitatori potranno ammirare i capolavori delle avanguardie negli ambienti appena rinnovati di questo antico palazzo che si trova lungo l’Arno: uno spazio architettonico restaurato con la massima cura e concepito per accogliere mostre d’arte, con dotazioni avanzate molto apprezzate dai grandi musei internazionali come il Philadelphia Museum of Art. È interessante il corto circuito che si crea tra questa città celebre per la sua storia antica, per i suoi monumenti romanici, per la sua tradizione di repubblica marinara, e il programma di Palazzo Blu che è dedicato prevalentemente al XX secolo.
Insieme agli architetti Cesare e Carlotta Mari, per la mostra abbiamo pensato a un percorso cronologico che favorisse la piena leggibilità delle opere, concepite in un lasso di tempo piuttosto compatto, tra il 1910 e il 1940. L’itinerario espositivo segue perciò il corso della storia, invitando i visitatori a confrontarsi con gli avvenimenti di questo periodo. Il pubblico avrà l’occasione di ammirare opere di grande suggestione, create da artisti celeberrimi e contestualizzate in modo molto chiaro”.
“LE AVANGUARDIE” - IL PERCORSO IN ANTEPRIMA: TEMI, ARTISTI, CAPOLAVORI
In un’epoca densa di eventi come la prima metà del Novecento, le turbolenze della storia si riflettono nell’arte dando vita a una galassia creativa estremamente varia e feconda: movimenti e innovazioni si susseguono a catena, lungo una stagione che segnerà i destini dell’arte futura. Con il professor Zuffi percorriamo l’itinerario della mostra a Palazzo Blu, tuffandoci nel mondo leggendario delle avanguardie.
Alexey von Jalensky, Abstract Head Inner Vision Rosy Light | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
La favolosa Parigi degli anni Dieci: il Cubismo
“Il viaggio inizia intorno al 1910 a Parigi, allora il baricentro dell’arte mondiale. È il momento d’oro del Cubismo, che in mostra sarà rappresentato da artisti come Picasso, Braque, Delaunay… Tra i capolavori più eloquenti troviamo L’uomo col violino di Picasso, un’opera chiave del Cubismo analitico, impressionante per la capacità del pittore ancora giovane, nei primi anni della sua lunghissima e straordinaria carriera, di scomporre le immagini. Intanto vediamo emergere la figura di un artista originalissimo, irriverente, che in futuro riserverà molte sorprese: è Marcel Duchamp. In questa sezione i visitatori troveranno il suo Macina caffè, un’opera pionieristica, quasi profetica. Duchamp porta sulla tela un banale oggetto della vita quotidiana e lo trasforma in arte con estrema semplicità: è l’inizio di una strada che attraverserà buona parte del XX secolo, dall’object trouvé dadaista e surrealista alla Pop Art americana”.
Guerra e Rivoluzione. Da Juan Gris a Marc Chagall
“Durante la Prima Guerra Mondiale nella pittura si avvertono le tensioni e le incertezze del momento”, prosegue Zuffi: “Lo vediamo in una bellissima natura morta con una scacchiera del pittore spagnolo Juan Gris, dove la scacchiera sembra evocare il grande, tragico gioco che si stava svolgendo sui campi di battaglia europei. Negli stessi anni avvengono anche altri fatti clamorosi: la Rivoluzione Russa del 1917, per esempio, che in mostra introduce la figura di Marc Chagall. A Palazzo Blu troveremo un dipinto di Chagall che risale proprio al 1917 e raffigura la festa ebraica di Purim, interessante per il suo sguardo fresco e assolutamente nuovo”.
Juan Gris, Chessboard, Glass, Dish | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
La nascita della pittura astratta
“L’Astrattismo, protagonista della sezione successiva, è in qualche modo una fuga dalla realtà della guerra e delle sue drammatiche conseguenze. La mostra presenta diverse declinazioni dell’Arte Astratta, tra le quali spicca solenne e grandiosa quella di Vasily Kandinsky. Ne è esempio lo straordinario dipinto Cerchi nel cerchio, legato al periodo in cui l’artista si avvicina all’esperienza del Bauhaus, una punta davvero avanzata nella cultura artistica europea degli anni Venti. L’alternativa all’Astrattismo di Kandinsky è la pittura morbida e poetica di Henri Matisse. A Palazzo Blu abbiamo due bellissime creazioni di Matisse realizzate in questo periodo, una figura femminile in poltrona e una grande natura morta: due opere piene di luce e di colore, pervase dal piacere della pittura e della decorazione”.
Il Surrealismo: un sogno firmato Mirò e Dalì
“Una delle sezioni più corpose è quella dedicata al Surrealismo. Siamo a cavallo tra gli anni Venti e i Trenta, una fase estremamente interessante per la cultura europea, e il Surrealismo si configura come un movimento trasversale, che abbraccia diverse arti scavalcando i confini nazionali. Insieme a maestri come Paul Klee o il raffinatissimo artista francese Yves Tanguy, qui vorrei segnalare le figure dei due catalani Juan Mirò e Salvador Dalì. Mirò è ben rappresentato dal Cane che abbaia alla luna, un dipinto divertente e ironico, che mostra una strana scala a pioli quasi sospesa nell’oscurità della notte. Di Dalì abbiamo invece un quadro molto sofisticato, prezioso, dipinto con la consueta abilità tecnica di questo artista. Si intitola Simbolo agnostico e raccoglie alcuni degli elementi caratteristici del Surrealismo di Dalì, cioè la perfetta riconoscibilità degli oggetti rappresentati e il loro accostamento assolutamente irreale, impossibile, che crea un forte effetto di straniamento”.
Paul Klee, Prestidigtator | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
Sull’orlo di un nuovo abisso: Mondrian e l’utopia della matematica
“Procedendo ancora, si arriva nel pieno degli anni Trenta con la figura dell’olandese Piet Mondrian e il suo rigorosissimo astrattismo geometrico, dove griglie regolari di linee incontrano dosate presenze di colore. Le certezze della geometria e il mondo purissimo della matematica rappresentano in fondo un rifugio, mentre il mondo reale sta per precipitare in una nuova tragedia. In questi anni molti artisti europei sono infatti costretti a lasciare la Germania e poi anche la Francia, in seguito alle persecuzioni del nazismo, che bolla il loro lavoro con il marchio infame di ‘arte degenerata’”.
Un capolavoro universale, il Crocifisso di Chagall
“L’ultimo dipinto in mostra è datato 1940. L’esercito tedesco ha ormai invaso la Polonia, dando il via alla Seconda Guerra Mondiale. Una serie di conquiste rapidissime porterà la Wehrmacht a entrare a Parigi, nel cuore dell’arte e della cultura europee. Il magnifico e struggente Crocifisso di Chagall indossa come perizoma lo scialle rituale della preghiera ebraica. La croce, simbolo cristiano per antonomasia, diventa un simbolo universale di dolore e sacrificio nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale”.
In programma dal 28 settembre 2023 al 7 aprile 2024, Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa.
Vedi anche:
• Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art
• FOTO - Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art
“Il Philadelphia Museum of Art è una vera e propria acropoli culturale all’interno di una città cruciale nella storia degli Stati Uniti, la città che ha visto nascere il movimento per l’indipendenza”, racconta Zuffi: “A Philadelphia si concentrano raccolte d’arte di grandissima importanza, legate in buona parte al collezionismo privato della Pennsylvania e del New England. In particolare, nel 1949 un artista geniale, Marcel Duchamp, fu incaricato di fare una ricognizione tra i musei degli Stati Uniti per segnalare ai grandi collezionisti d’arte del Novecento quale fosse il museo ideale a cui lasciare i propri tesori. Duchamp indicò proprio il Philadelphia Museum of Art, che per questo ha visto crescere le sue collezioni di pittura e scultura europea del XX secolo in modo eccezionale”.
“Quella che vediamo a Pisa è una selezione molto accurata - prosegue Zuffi - composta da dipinti e sculture di livello veramente altissimo: opere migrate nel Nord America di artisti europei che in molti casi migrarono a loro volta durante la Seconda Guerra Mondiale, spinti da motivi politici o dalle spaventose leggi razziali promosse dal nazismo. Ora abbiamo l’occasione di ammirare questo eccezionale corpus di lavori in Italia, un’opportunità davvero preziosa”.
Jacques Lipchitz, Sailor with guitar | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
Che tipo di esperienza attende i visitatori di Palazzo Blu?
“I visitatori potranno ammirare i capolavori delle avanguardie negli ambienti appena rinnovati di questo antico palazzo che si trova lungo l’Arno: uno spazio architettonico restaurato con la massima cura e concepito per accogliere mostre d’arte, con dotazioni avanzate molto apprezzate dai grandi musei internazionali come il Philadelphia Museum of Art. È interessante il corto circuito che si crea tra questa città celebre per la sua storia antica, per i suoi monumenti romanici, per la sua tradizione di repubblica marinara, e il programma di Palazzo Blu che è dedicato prevalentemente al XX secolo.
Insieme agli architetti Cesare e Carlotta Mari, per la mostra abbiamo pensato a un percorso cronologico che favorisse la piena leggibilità delle opere, concepite in un lasso di tempo piuttosto compatto, tra il 1910 e il 1940. L’itinerario espositivo segue perciò il corso della storia, invitando i visitatori a confrontarsi con gli avvenimenti di questo periodo. Il pubblico avrà l’occasione di ammirare opere di grande suggestione, create da artisti celeberrimi e contestualizzate in modo molto chiaro”.
“LE AVANGUARDIE” - IL PERCORSO IN ANTEPRIMA: TEMI, ARTISTI, CAPOLAVORI
In un’epoca densa di eventi come la prima metà del Novecento, le turbolenze della storia si riflettono nell’arte dando vita a una galassia creativa estremamente varia e feconda: movimenti e innovazioni si susseguono a catena, lungo una stagione che segnerà i destini dell’arte futura. Con il professor Zuffi percorriamo l’itinerario della mostra a Palazzo Blu, tuffandoci nel mondo leggendario delle avanguardie.
Alexey von Jalensky, Abstract Head Inner Vision Rosy Light | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
La favolosa Parigi degli anni Dieci: il Cubismo
“Il viaggio inizia intorno al 1910 a Parigi, allora il baricentro dell’arte mondiale. È il momento d’oro del Cubismo, che in mostra sarà rappresentato da artisti come Picasso, Braque, Delaunay… Tra i capolavori più eloquenti troviamo L’uomo col violino di Picasso, un’opera chiave del Cubismo analitico, impressionante per la capacità del pittore ancora giovane, nei primi anni della sua lunghissima e straordinaria carriera, di scomporre le immagini. Intanto vediamo emergere la figura di un artista originalissimo, irriverente, che in futuro riserverà molte sorprese: è Marcel Duchamp. In questa sezione i visitatori troveranno il suo Macina caffè, un’opera pionieristica, quasi profetica. Duchamp porta sulla tela un banale oggetto della vita quotidiana e lo trasforma in arte con estrema semplicità: è l’inizio di una strada che attraverserà buona parte del XX secolo, dall’object trouvé dadaista e surrealista alla Pop Art americana”.
Guerra e Rivoluzione. Da Juan Gris a Marc Chagall
“Durante la Prima Guerra Mondiale nella pittura si avvertono le tensioni e le incertezze del momento”, prosegue Zuffi: “Lo vediamo in una bellissima natura morta con una scacchiera del pittore spagnolo Juan Gris, dove la scacchiera sembra evocare il grande, tragico gioco che si stava svolgendo sui campi di battaglia europei. Negli stessi anni avvengono anche altri fatti clamorosi: la Rivoluzione Russa del 1917, per esempio, che in mostra introduce la figura di Marc Chagall. A Palazzo Blu troveremo un dipinto di Chagall che risale proprio al 1917 e raffigura la festa ebraica di Purim, interessante per il suo sguardo fresco e assolutamente nuovo”.
Juan Gris, Chessboard, Glass, Dish | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
La nascita della pittura astratta
“L’Astrattismo, protagonista della sezione successiva, è in qualche modo una fuga dalla realtà della guerra e delle sue drammatiche conseguenze. La mostra presenta diverse declinazioni dell’Arte Astratta, tra le quali spicca solenne e grandiosa quella di Vasily Kandinsky. Ne è esempio lo straordinario dipinto Cerchi nel cerchio, legato al periodo in cui l’artista si avvicina all’esperienza del Bauhaus, una punta davvero avanzata nella cultura artistica europea degli anni Venti. L’alternativa all’Astrattismo di Kandinsky è la pittura morbida e poetica di Henri Matisse. A Palazzo Blu abbiamo due bellissime creazioni di Matisse realizzate in questo periodo, una figura femminile in poltrona e una grande natura morta: due opere piene di luce e di colore, pervase dal piacere della pittura e della decorazione”.
Il Surrealismo: un sogno firmato Mirò e Dalì
“Una delle sezioni più corpose è quella dedicata al Surrealismo. Siamo a cavallo tra gli anni Venti e i Trenta, una fase estremamente interessante per la cultura europea, e il Surrealismo si configura come un movimento trasversale, che abbraccia diverse arti scavalcando i confini nazionali. Insieme a maestri come Paul Klee o il raffinatissimo artista francese Yves Tanguy, qui vorrei segnalare le figure dei due catalani Juan Mirò e Salvador Dalì. Mirò è ben rappresentato dal Cane che abbaia alla luna, un dipinto divertente e ironico, che mostra una strana scala a pioli quasi sospesa nell’oscurità della notte. Di Dalì abbiamo invece un quadro molto sofisticato, prezioso, dipinto con la consueta abilità tecnica di questo artista. Si intitola Simbolo agnostico e raccoglie alcuni degli elementi caratteristici del Surrealismo di Dalì, cioè la perfetta riconoscibilità degli oggetti rappresentati e il loro accostamento assolutamente irreale, impossibile, che crea un forte effetto di straniamento”.
Paul Klee, Prestidigtator | © Courtesy Philadelphia Museum of Art
Sull’orlo di un nuovo abisso: Mondrian e l’utopia della matematica
“Procedendo ancora, si arriva nel pieno degli anni Trenta con la figura dell’olandese Piet Mondrian e il suo rigorosissimo astrattismo geometrico, dove griglie regolari di linee incontrano dosate presenze di colore. Le certezze della geometria e il mondo purissimo della matematica rappresentano in fondo un rifugio, mentre il mondo reale sta per precipitare in una nuova tragedia. In questi anni molti artisti europei sono infatti costretti a lasciare la Germania e poi anche la Francia, in seguito alle persecuzioni del nazismo, che bolla il loro lavoro con il marchio infame di ‘arte degenerata’”.
Un capolavoro universale, il Crocifisso di Chagall
“L’ultimo dipinto in mostra è datato 1940. L’esercito tedesco ha ormai invaso la Polonia, dando il via alla Seconda Guerra Mondiale. Una serie di conquiste rapidissime porterà la Wehrmacht a entrare a Parigi, nel cuore dell’arte e della cultura europee. Il magnifico e struggente Crocifisso di Chagall indossa come perizoma lo scialle rituale della preghiera ebraica. La croce, simbolo cristiano per antonomasia, diventa un simbolo universale di dolore e sacrificio nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale”.
In programma dal 28 settembre 2023 al 7 aprile 2024, Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa.
Vedi anche:
• Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art
• FOTO - Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art
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