Domani l’apertura al pubblico della storica galleria pratese
Da Bellini a Caravaggio, ecco i tesori di Palazzo degli Alberti
Galleria di Palazzo degli Alberti, Prato. Foto A. Quattrone
Francesca Grego
24/03/2022
Prato - I dipinti di Filippo Lippi, Giovanni Bellini, Agnolo Bronzino, Caravaggio, ma anche le sculture ottocentesche di Lorenzo Bartolini, la Belle Époque di Vittorio Corcos, il Novecento di Ardengo Soffici e Galileo Chini: si presenta ricca di sorprese preziose la nuova Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato, restaurata e riallestita in tre anni da Intesa Sanpaolo nell’ambito del Progetto Cultura, in collaborazione con Banca Popolare di Vicenza, attuale proprietaria dell’edificio duecentesco che un tempo ospitava la Cassa di Risparmio di Prato.
Saranno 90 le opere in mostra da domani in Galleria, alle quali si aggiungono 52 pezzi custoditi nei nuovi depositi. Vista tutta insieme, la collezione appartenuta a Cariprato riflette la gloriosa storia dell’arte del territorio con alcuni innesti di pregio. Il Cristo crocifisso nel cimitero ebraico di Bellini, per esempio, oltre a rappresentare un autentico capolavoro, documenta la circolazione della pittura veneta da queste parti fin dal XVII secolo, quando la presenza del dipinto è accertata a Palazzo Niccolini da Camugliano di Firenze.
Galleria di Palazzo degli Alberti, Prato. Foto A. Quattrone
L’Incoronazione di spine di Caravaggio, invece, è una parente stretta dell’omonimo dipinto conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Creduta per molto tempo una copia antica, fu ricondotta direttamente alla mano del maestro nel 1974, quando il primo restauro moderno la liberò da strati di vernice posticcia rendendo finalmente leggibili le sue qualità artistiche. Profondamente radicata nel territorio è invece la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, a Prato per dipingere lo splendido ciclo affrescato della Cattedrale: nella piccola tavola rintracciamo la monumentalità di Masaccio, la gestualità di Donatello, gli spazi di Brunelleschi, in un compendio della cultura figurativa del Rinascimento toscano.
Caravaggio (Michelangelo Merisi) (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610), Coronazione di Spine, 1602-1603. Olio su tela, 178 x 125 cm. Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A. Prato, Galleria di Palazzo degli Alberti
Curato da Lia Brunori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Firenze, Pistoia e Prato, l’itinerario espositivo di Palazzo degli Alberti si apre con due tabernacoli affrescati dell’inizio del Quattrocento per andare avanti in un suggestivo viaggio attraverso il tempo. Tra le tappe da non perdere, una ricca sezione dedicata alla pittura seicentesca sacra e profana, all’interno della quale è possibile distinguere un interessante filone legato al femminile, da Sofonisba a Maddalena, da Giunone a Isabella d’Este.
Galleria di Palazzo degli Alberti, Prato. Foto A. Quattrone
E sono in prevalenza donne anche le protagoniste dei marmi di Lorenzo Bartolini, scultore pratese molto amato nell’Ottocento per l’innovativo equilibrio tra naturalezza, perfezione formale ed espressione di valori morali che emana dalle sue opere. A Palazzo degli Alberti troveremo i busti di Elisa Baciocchi e Maria Luisa d’Austria, rispettivamente sorella e consorte di Napoleone, ma anche la levigata Ninfa dello scorpione, versione ridotta dell’importante scultura conservata al Louvre, nonché il Busto di Paride, una copia da Canova che testimonia il dialogo artistico di Bartolini con il maestro di Possagno.
Lorenzo Bartolini (Savignano di Prato, 1777 - Firenze, 1850), Ninfa dello scorpione, 1844-1850. Marmo scolpito, 53 x 71 x 42 cm. Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A. Prato, Galleria di Palazzo degli Alberti
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Galleria di Palazzo degli Alberti, Prato. Foto A. Quattrone
L’Incoronazione di spine di Caravaggio, invece, è una parente stretta dell’omonimo dipinto conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Creduta per molto tempo una copia antica, fu ricondotta direttamente alla mano del maestro nel 1974, quando il primo restauro moderno la liberò da strati di vernice posticcia rendendo finalmente leggibili le sue qualità artistiche. Profondamente radicata nel territorio è invece la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, a Prato per dipingere lo splendido ciclo affrescato della Cattedrale: nella piccola tavola rintracciamo la monumentalità di Masaccio, la gestualità di Donatello, gli spazi di Brunelleschi, in un compendio della cultura figurativa del Rinascimento toscano.
Caravaggio (Michelangelo Merisi) (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610), Coronazione di Spine, 1602-1603. Olio su tela, 178 x 125 cm. Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A. Prato, Galleria di Palazzo degli Alberti
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Galleria di Palazzo degli Alberti, Prato. Foto A. Quattrone
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Lorenzo Bartolini (Savignano di Prato, 1777 - Firenze, 1850), Ninfa dello scorpione, 1844-1850. Marmo scolpito, 53 x 71 x 42 cm. Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A. Prato, Galleria di Palazzo degli Alberti
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