Fino al 10 settembre a Roma
Diritto e giustizia dall'Etruria a Roma: la sfera della lex in mostra all'Ara Pacis
Aquila imperiale con le ali aperte protegge una lorica muscolata, uno scudo e un elmo marmo I sec. d.C. Siena, collezione privata
Samantha De Martin
29/05/2023
Roma - C’è un’ascia per i sacrifici in ferro e bronzo in agemina del II secolo a.C. e c’è un’urna cineraria dello stesso periodo, perfettamente conservata, con raffigurati i magistrati intenti ad amministrare la giustizia. E poi altari dedicati al Lares Augusti, una sedia pieghevole riservata ai magistrati, una lanterna a olio tipica dei vigiles urbani, un frammento di sarcofago con scena di matrimonio.
Abbracciano diversi ambiti i concetti di giustizia e diritto nel mondo antico. Fino al 10 settembre la mostra Lex. Giustizia e Diritto dall’Etruria a Roma, presso le sale espositive del Museo dell’Ara Pacis, offre interessanti riflessioni sul concetto di giustizia e sull’ordinamento giuridico nella Roma antica, attraverso luoghi, spazi, personaggi, testi di legge.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai beni Culturali e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo (CET), con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, a cura dell’archeologo Vincenzo Lemmo, la mostra copre un arco temporale che dal VII secolo a.C. arriva al periodo tardo imperiale.
Testa di Athena Parthenos con elmo decorato da un leone, una sfinge e un grifo alati marmo I sec. d.C. Siena, collezione privata
Il percorso muove da alcune premesse storico-sociali sul concetto di giustizia, sul ruolo del diritto nella società etrusco-italica e nel tessuto della Roma monarchica, per poi sottolineare l’importante passaggio da una tradizione orale ai vincoli dei dispositivi fissati dalla scrittura.
In un allestimento dotato di un efficace apparato didascalico il visitatore ha a disposizione una sintetica panoramica degli elementi fondanti il diritto romano.
Oltre 80 opere provenienti dalle collezioni dei Musei civici di Roma Capitale, da musei e istituzioni nazionali e da collezioni private, snocciolano in undici sezioni tematiche illuminanti.
Testa di “Athena”, Marmo, II sec. a.C., Roma, MNR - Museo dell’Arte Salvata
Nelle prime fasi della storia di Roma il diritto si fonde con la religione, come bene esemplificano le leggi delle XII Tavole, primo testo legislativo specchio dei costumi della società romana arcaica. Gli oggetti del processo occupano invece una sezione del percorso grazie a materiali in prestito dal Museo della Civiltà romana dell’EUR e da collezioni private, per la prima volta esposti al pubblico.
Le narrazioni mitiche che mettono in luce aspetti sociali e culturali fondamentali a comprendere il concetto di giustizia e la sua connessione con il mondo degli dèi e l’etica degli eroi, le riflessioni sul diritto nella Roma monarchica, l’esigenza di una amministrazione della giustizia volta a mantenere in equilibrio il rapporto con gli déi, la pax deorum, lasciano spazio ad alcuni temi caratterizzanti la politica e l’amministrazione della giustizia nella Roma repubblicana.
Alcune opere da collezione privata aprono una piccola finestra sulla quotidianità del lavoro del magistrato. La rappresentazione di Aequitas e Iustitia passa attraverso le monete, mentre alcune stampe mostrano i luoghi di amministrazione della giustizia, cornice quotidiana dei processi, tanto in epoca repubblicana quanto imperiale.
La pervasività del diritto e delle istituzioni giuridiche sulla vita quotidiana del cittadino romano vengono esemplificati in mostra attraverso il matrimonio (vero e proprio contratto vincolante tra le parti) e la condizione servile.
Luigi Cochetti, Allegoria della Giustizia, gesso e tempera su tela, 1840-1850 Roma, Museo di Roma
Dal vincolo di amicizia – un istituto giuridico riconosciuto – all’ospitalità, esemplificata attraverso una bella riproduzione di Tessera hospitalis a forma di leoncino, con i nomi dell’ "ospite” e dell’ “ospitato”, ci si inoltra nella sfera dei crediti e dei debiti. Nella Roma arcaica e repubblicana il debitore che non fosse riuscito a onorare l’impegno con il proprio creditore avrebbe messo a rischio la libertà o addirittura la vita.
Apposte a sacchetti sigillati contenenti denaro a garanzia della quantità delle monete e del metallo, le tesserae nummulariae venivano invece controllate da schiavi o liberti che praticavano operazioni bancarie di deposito, prestito e cambiavalute in aree della città ad alta frequentazione come fori e santuari. Le Tesserae in mostra recano iscrizioni sulle quattro facce con inciso il nome del nummularius, il gentilizio del padrone, il verbo "spectavit” (ha controllato), in forma abreviata, il mese del controllo e i nomi dei consoli in carica.
Nell’iconografia tradizionale la Giustizia è rappresentata con la bilancia, alla quale si aggiungono e si alternano nel tempo la spada, il leone e la cecità, segnalata dalla benda, simbolo di imparzialità.
L’ultima sezione intitolata “ La giustizia nell’arte” affronta pertanto il concetto di allegoria dell’arte e le diverse rappresentazioni della giustizia nei secoli.
Arricchisce il percorso una sezione che testimonia l’importante attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri con opere di tipologia varia e trasversali dal punto di vista cronologico, esposte per la prima volta al pubblico.
Abbracciano diversi ambiti i concetti di giustizia e diritto nel mondo antico. Fino al 10 settembre la mostra Lex. Giustizia e Diritto dall’Etruria a Roma, presso le sale espositive del Museo dell’Ara Pacis, offre interessanti riflessioni sul concetto di giustizia e sull’ordinamento giuridico nella Roma antica, attraverso luoghi, spazi, personaggi, testi di legge.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai beni Culturali e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo (CET), con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, a cura dell’archeologo Vincenzo Lemmo, la mostra copre un arco temporale che dal VII secolo a.C. arriva al periodo tardo imperiale.
Testa di Athena Parthenos con elmo decorato da un leone, una sfinge e un grifo alati marmo I sec. d.C. Siena, collezione privata
Il percorso muove da alcune premesse storico-sociali sul concetto di giustizia, sul ruolo del diritto nella società etrusco-italica e nel tessuto della Roma monarchica, per poi sottolineare l’importante passaggio da una tradizione orale ai vincoli dei dispositivi fissati dalla scrittura.
In un allestimento dotato di un efficace apparato didascalico il visitatore ha a disposizione una sintetica panoramica degli elementi fondanti il diritto romano.
Oltre 80 opere provenienti dalle collezioni dei Musei civici di Roma Capitale, da musei e istituzioni nazionali e da collezioni private, snocciolano in undici sezioni tematiche illuminanti.
Testa di “Athena”, Marmo, II sec. a.C., Roma, MNR - Museo dell’Arte Salvata
Nelle prime fasi della storia di Roma il diritto si fonde con la religione, come bene esemplificano le leggi delle XII Tavole, primo testo legislativo specchio dei costumi della società romana arcaica. Gli oggetti del processo occupano invece una sezione del percorso grazie a materiali in prestito dal Museo della Civiltà romana dell’EUR e da collezioni private, per la prima volta esposti al pubblico.
Le narrazioni mitiche che mettono in luce aspetti sociali e culturali fondamentali a comprendere il concetto di giustizia e la sua connessione con il mondo degli dèi e l’etica degli eroi, le riflessioni sul diritto nella Roma monarchica, l’esigenza di una amministrazione della giustizia volta a mantenere in equilibrio il rapporto con gli déi, la pax deorum, lasciano spazio ad alcuni temi caratterizzanti la politica e l’amministrazione della giustizia nella Roma repubblicana.
Alcune opere da collezione privata aprono una piccola finestra sulla quotidianità del lavoro del magistrato. La rappresentazione di Aequitas e Iustitia passa attraverso le monete, mentre alcune stampe mostrano i luoghi di amministrazione della giustizia, cornice quotidiana dei processi, tanto in epoca repubblicana quanto imperiale.
La pervasività del diritto e delle istituzioni giuridiche sulla vita quotidiana del cittadino romano vengono esemplificati in mostra attraverso il matrimonio (vero e proprio contratto vincolante tra le parti) e la condizione servile.
Luigi Cochetti, Allegoria della Giustizia, gesso e tempera su tela, 1840-1850 Roma, Museo di Roma
Dal vincolo di amicizia – un istituto giuridico riconosciuto – all’ospitalità, esemplificata attraverso una bella riproduzione di Tessera hospitalis a forma di leoncino, con i nomi dell’ "ospite” e dell’ “ospitato”, ci si inoltra nella sfera dei crediti e dei debiti. Nella Roma arcaica e repubblicana il debitore che non fosse riuscito a onorare l’impegno con il proprio creditore avrebbe messo a rischio la libertà o addirittura la vita.
Apposte a sacchetti sigillati contenenti denaro a garanzia della quantità delle monete e del metallo, le tesserae nummulariae venivano invece controllate da schiavi o liberti che praticavano operazioni bancarie di deposito, prestito e cambiavalute in aree della città ad alta frequentazione come fori e santuari. Le Tesserae in mostra recano iscrizioni sulle quattro facce con inciso il nome del nummularius, il gentilizio del padrone, il verbo "spectavit” (ha controllato), in forma abreviata, il mese del controllo e i nomi dei consoli in carica.
Nell’iconografia tradizionale la Giustizia è rappresentata con la bilancia, alla quale si aggiungono e si alternano nel tempo la spada, il leone e la cecità, segnalata dalla benda, simbolo di imparzialità.
L’ultima sezione intitolata “ La giustizia nell’arte” affronta pertanto il concetto di allegoria dell’arte e le diverse rappresentazioni della giustizia nei secoli.
Arricchisce il percorso una sezione che testimonia l’importante attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri con opere di tipologia varia e trasversali dal punto di vista cronologico, esposte per la prima volta al pubblico.
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