In mostra dal 25 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023
Meraviglia senza tempo: viaggio nella pittura su pietra alla Galleria Borghese
Jacques Stella, Riposo durante la fuga in Egitto, olio su lapislazzulo e lavagna, rivestito di lavagna. Pajelu Collection I Courtesy Galleria Borghese
Francesca Grego
29/07/2022
Roma - Si racconta che Sebastiano del Piombo, sconvolto per i tanti capolavori andati perduti durante il Sacco di Roma (1527), abbia iniziato a dipingere su supporti inusuali come l’ardesia, resistenti al tempo e agli incidenti e quindi in grado di allungare la vita delle opere d’arte. La tradizione vuole che così sia nata la pittura su pietra, destinata a notevole fortuna nel secolo successivo. Prende le mosse di qui Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma nel Seicento, ricercato progetto espositivo annunciato dalla Galleria Borghese per la prossima stagione autunnale: in arrivo più di 60 opere da grandi musei italiani e internazionali, oltre che da importanti raccolte private e, naturalmente, dalla straordinaria collezione di casa, messa insieme dal cardinale Scipione Borghese proprio nel XVII secolo.
Ideato da Francesca Cappelletti, direttrice del museo romano, e dalla storica dell’arte Patrizia Cavazzini, la mostra apre al pubblico le porte di un’arte singolare, che fin dai suoi esordi ha suscitato stupore e ammirazione, dove la tensione verso l’eternità si inserisce nell’antica competizione tra pittura e scultura e nel gioco, tipico di quest’epoca, tra arti sorelle: nel Seicento, infatti, gli scultori usano marmi colorati e i pittori dipingono sulla pietra, mentre metalli e legni rari concorrono alla creazione di orologi, piccoli altari e arredi adorni di rilievi, dipinti e sculture.
Leonardo Grazia, Lucrezia. Olio su lavagna. Galleria Borghese
Dal 25 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023, un itinerario in otto sezioni descriverà il contesto della nascita e della diffusione della pittura su pietra: dall’estrazione dei materiali all’approdo avventuroso nelle botteghe degli artisti e, infine, nelle collezioni di ville e palazzi lussuosi, centri di dibattito e di cultura in un secolo raffinato. Troveremo i preziosi ritratti cinquecenteschi creati da Sebastiano del Piombo, Bronzino e Francesco Salviati, dove pietre ricercate come il porfido rosso o il marmo africano soddisfano il desiderio dei committenti di consegnare la propria immagine all’eternità, ma anche Veneri ed eroine come Lucrezia e Cleopatra dipinte dal toscano Leonardo Grazia, un fuoriclasse della pittura su lavagna, nonché opere simili a talismani, a cui erano attribuiti magici poteri di protezione dal male, e incorruttibili immagini di devozione che alti prelati conservavano nelle proprie camere da letto, dall’Adorazione dei Magi su alabastro di Antonio Tempesta – un maestro nel trasformare con pochi tocchi di pennello la pietra paesina - ai dipinti di Orazio Gentileschi, Carlo Saraceni e del Cavalier d’Arpino.
Da non perdere saranno le sezioni dedicate ai paesaggi e alle pietre colorate. Qui quest’arte dà il meglio di sé con supporti scuri sfruttati per far risaltare le scene notturne o con preziosi lapislazzuli usati per il cielo e il mare: il colore e le screziature delle pietre diventano così parte del significato dell’opera, mentre le loro potenzialità decorative trovano la massima esaltazione.
Antonio Tempesta, Adorazione dei Magi. Olio su alabastro. Galleria Borghese. Foto Mauro Cohen
Ideato da Francesca Cappelletti, direttrice del museo romano, e dalla storica dell’arte Patrizia Cavazzini, la mostra apre al pubblico le porte di un’arte singolare, che fin dai suoi esordi ha suscitato stupore e ammirazione, dove la tensione verso l’eternità si inserisce nell’antica competizione tra pittura e scultura e nel gioco, tipico di quest’epoca, tra arti sorelle: nel Seicento, infatti, gli scultori usano marmi colorati e i pittori dipingono sulla pietra, mentre metalli e legni rari concorrono alla creazione di orologi, piccoli altari e arredi adorni di rilievi, dipinti e sculture.
Leonardo Grazia, Lucrezia. Olio su lavagna. Galleria Borghese
Dal 25 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023, un itinerario in otto sezioni descriverà il contesto della nascita e della diffusione della pittura su pietra: dall’estrazione dei materiali all’approdo avventuroso nelle botteghe degli artisti e, infine, nelle collezioni di ville e palazzi lussuosi, centri di dibattito e di cultura in un secolo raffinato. Troveremo i preziosi ritratti cinquecenteschi creati da Sebastiano del Piombo, Bronzino e Francesco Salviati, dove pietre ricercate come il porfido rosso o il marmo africano soddisfano il desiderio dei committenti di consegnare la propria immagine all’eternità, ma anche Veneri ed eroine come Lucrezia e Cleopatra dipinte dal toscano Leonardo Grazia, un fuoriclasse della pittura su lavagna, nonché opere simili a talismani, a cui erano attribuiti magici poteri di protezione dal male, e incorruttibili immagini di devozione che alti prelati conservavano nelle proprie camere da letto, dall’Adorazione dei Magi su alabastro di Antonio Tempesta – un maestro nel trasformare con pochi tocchi di pennello la pietra paesina - ai dipinti di Orazio Gentileschi, Carlo Saraceni e del Cavalier d’Arpino.
Da non perdere saranno le sezioni dedicate ai paesaggi e alle pietre colorate. Qui quest’arte dà il meglio di sé con supporti scuri sfruttati per far risaltare le scene notturne o con preziosi lapislazzuli usati per il cielo e il mare: il colore e le screziature delle pietre diventano così parte del significato dell’opera, mentre le loro potenzialità decorative trovano la massima esaltazione.
Antonio Tempesta, Adorazione dei Magi. Olio su alabastro. Galleria Borghese. Foto Mauro Cohen
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