Dal 12 luglio a Rovereto
Surrealismi italiani, una storia da scoprire al Mart
Alberto Savinio, Les Rois Mages (I Re Magi), 1929. Olio su tela. Mart, Provincia Autonoma di Trento, Soprintendenza per i Beni Culturali
Francesca Grego
28/06/2024
Trento - Non solo Parigi e New York: prima avanguardia internazionale, il Surrealismo ha dei prodromi, una storia e un’eredità anche in Italia. Le scopriremo presto al Mart di Rovereto in una mostra dedicata quell’arte “fantastica” che ha reso più dinamico il panorama italiano nel corso del Novecento. Lo stesso André Breton, fondatore del movimento, individuava precedenti significativi nell’opera di Giorgio De Chirico e Alberto Savinio, fratelli nella realtà e nell’immaginazione creativa perché uniti dall’ispirazione del sogno e della fantasia.
In programma dal 12 luglio al 20 ottobre, Surrealismi. Da De Chirico a Gaetano Pesce prende le mosse dai due illustri pionieri per esplorare la galassia multiforme dei “surrealismi” italiani: una pluralità di esperienze autonome e originali, ma in costante dialogo con gli ambienti dell’arte internazionale e con gli altri campi della cultura. Sono ben 150 le opere selezionate dal curatore Denis Isaia per mappare un universo rimasto a lungo nell’ombra, ora al centro di ricerche e riscoperte. Settanta gli artisti in mostra, da Leonor Fini a Fabrizio Clerici, Arturo Nathan, Stanislao Lepri, Enrico Colombotto Rosso, Italo Cremona, Corrado Costa, Sergio Vacchi, Valerio Miroglio, Giordano Falzoni, Ugo Stepini, Enrico Donati, Adelchi Riccardo Mantovani, Romano Parmeggiani, Gustavo Foppiani.
Luigi Serafini, immagine tratta dal Codex Seraphinianus | Courtesy Luigi Serafini
Molti di loro sono ancora poco noti al grande pubblico, che a Rovereto avrà l’occasione di conoscerli grazie a un percorso incentrato sulle peculiarità delle ricerche di ognuno: dal dialogo con il passato che trova in De Chirico l’inquieto capostipite novecentesco, sino alle influenze che caratterizzano alcune espressioni del Futurismo, della scena Pop o post-Informale, accomunate dai principi perturbanti tipici del Surrealismo, dal suo vitalismo e dalla sua ricchezza stilistica.
Nello stesso periodo il Mart ospiterà anche un’approfondita antologica su Luigi Serafini, l’autore del celebre Codex Seraphinianus che deve moltissimo all’immaginario onirico e disorientante del Surrealismo. Le due mostre vivranno in osmosi grazie ad alcuni varchi predisposti nello spazio espositivo: De Chirico, idealmente il primo surrealista della storia, cederà così il testimone a numerosi eredi sino a Luigi Serafini, artista contemporaneo in grado di calamitare attorno a sé una composita platea di ammiratori che, da Italo Calvino a Tim Burton, rappresentano la più visionaria creatività del nostro tempo.
In programma dal 12 luglio al 20 ottobre, Surrealismi. Da De Chirico a Gaetano Pesce prende le mosse dai due illustri pionieri per esplorare la galassia multiforme dei “surrealismi” italiani: una pluralità di esperienze autonome e originali, ma in costante dialogo con gli ambienti dell’arte internazionale e con gli altri campi della cultura. Sono ben 150 le opere selezionate dal curatore Denis Isaia per mappare un universo rimasto a lungo nell’ombra, ora al centro di ricerche e riscoperte. Settanta gli artisti in mostra, da Leonor Fini a Fabrizio Clerici, Arturo Nathan, Stanislao Lepri, Enrico Colombotto Rosso, Italo Cremona, Corrado Costa, Sergio Vacchi, Valerio Miroglio, Giordano Falzoni, Ugo Stepini, Enrico Donati, Adelchi Riccardo Mantovani, Romano Parmeggiani, Gustavo Foppiani.
Luigi Serafini, immagine tratta dal Codex Seraphinianus | Courtesy Luigi Serafini
Molti di loro sono ancora poco noti al grande pubblico, che a Rovereto avrà l’occasione di conoscerli grazie a un percorso incentrato sulle peculiarità delle ricerche di ognuno: dal dialogo con il passato che trova in De Chirico l’inquieto capostipite novecentesco, sino alle influenze che caratterizzano alcune espressioni del Futurismo, della scena Pop o post-Informale, accomunate dai principi perturbanti tipici del Surrealismo, dal suo vitalismo e dalla sua ricchezza stilistica.
Nello stesso periodo il Mart ospiterà anche un’approfondita antologica su Luigi Serafini, l’autore del celebre Codex Seraphinianus che deve moltissimo all’immaginario onirico e disorientante del Surrealismo. Le due mostre vivranno in osmosi grazie ad alcuni varchi predisposti nello spazio espositivo: De Chirico, idealmente il primo surrealista della storia, cederà così il testimone a numerosi eredi sino a Luigi Serafini, artista contemporaneo in grado di calamitare attorno a sé una composita platea di ammiratori che, da Italo Calvino a Tim Burton, rappresentano la più visionaria creatività del nostro tempo.
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