Dal 18 dicembre a Bassano del Grappa
Cinema o fotografia? I mostra i 100 anni di Ruth Orkin
Ruth Orkin, American Girl in Italy, Florence, 1951 I Ruth Orkin Photo Archive
Francesca Grego
16/12/2021
Vicenza - Il suo sogno era diventare una regista, ma a quei tempi per le donne la strada verso la macchina da presa era sbarrata. La fotografia l’avrebbe ricompensata di ogni rinuncia, facendo del suo obiettivo una leggenda. Testimonianze della viscerale passione per il cinema saranno i suoi personalissimi ritratti di star come Lauren Bacall, Orson Welles, Marlon Brando, Woody Allen, ma anche l’abitudine di scattare immagini in sequenza, per guardare la vita come un film.
A 100 anni dalla nascita, il 18 dicembre Ruth Orkin approda in Italia per una grande mostra, forte degli omaggi riscossi di recente a New York e Toronto. Dopo i Musei Civici di Bassano del Grappa, unica tappa nel Belpaese, la reporter americana partirà per un tour in Europa iniziando da San Sebastian in Spagna e Cascais, in Portogallo. “Sono molto lieta di presentare l’opera di questa protagonista della fotografia del Novecento”, dice con entusiasmo la direttrice dei musei bassanesi Barbara Guidi: “La sua capacità di fondere assieme, in un’alchimia perfetta e misteriosa, la forza coinvolgente del racconto e la freschezza dell’attimo catturato al volo, fa di lei una delle artiste tra le più affascinanti del secolo scorso”.
Ruth Orkin, Boys on suitcase, New York, 1948 I Ruth Orkin Photo Archive
Figlia dell’attrice del muto Mary Ruby, la Orkin cresce a Hollywood e a dieci anni riceve in regalo la sua prima macchina fotografica, una Univex costata appena 39 centesimi di dollaro. La porterà con sé sette anni dopo, quando partirà in bici da Los Angeles alla volta dell’Expo di New York. In seguito lavorerà per testate come Life, Look, Ladies’ Home Journal, fotografando personaggi famosi - da Robert Capa ad Albert Einstein, da Leonard Bernstein ad Alfred Hitchcock - ma soprattutto rendendo straordinario il quotidiano. Può essere letta così la sua serie più nota (American Girl in Italy, 1951), da non perdere lungo il percorso della mostra. Qui le atmosfere dei film anni Cinquanta, a partire da Vacanze romane, permeano l’avventura della giovane Nina Lee Craig nella Firenze del dopoguerra, che appare quasi come il frutto di una sceneggiatura.
Ruth Orkin, Jinx at AMEX, Florence, 1951 I Ruth Orkin Photo Archive
Che si tratti di ritratti o di paesaggi, d’altra parte, le foto di Ruth Orkin sono racconti in cui luoghi e persone si specchiano gli uni negli altri. Possiamo osservarlo nella gustosissima sequenza di Jimmy the Storyteller (1947), dedicata al mondo dell’infanzia, ma anche in un originale progetto della maturità come A World Outside My Window (1978), una serie scattata dall’alto che cattura, con occhio grafico e notevole freschezza, la vita che scorre sotto le finestre di casa.
Infine anche il cinema troverà spazio nella carriera di Ruth: il lungometraggio indipendente Little Fugitive (1953), girato insieme al marito Morris Engel, sarà premiato a Venezia con il Leone d’Argento.
Ruth Orkin. Leggenda della fotografia sarà visitabile presso i Musei Civici di Bassano del Grappa dal 18 dicembre 2021 al 2 maggio 2022.
Ruth Orkin, Orson Welles at the Count Bestegui Ball, Venice, Italy, 1951 I Ruth Orkin Photo Archive
Leggi anche:
• La rinascita di Ebe: Canova in mostra ai Musei Civici di Bassano
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Ruth Orkin, Boys on suitcase, New York, 1948 I Ruth Orkin Photo Archive
Figlia dell’attrice del muto Mary Ruby, la Orkin cresce a Hollywood e a dieci anni riceve in regalo la sua prima macchina fotografica, una Univex costata appena 39 centesimi di dollaro. La porterà con sé sette anni dopo, quando partirà in bici da Los Angeles alla volta dell’Expo di New York. In seguito lavorerà per testate come Life, Look, Ladies’ Home Journal, fotografando personaggi famosi - da Robert Capa ad Albert Einstein, da Leonard Bernstein ad Alfred Hitchcock - ma soprattutto rendendo straordinario il quotidiano. Può essere letta così la sua serie più nota (American Girl in Italy, 1951), da non perdere lungo il percorso della mostra. Qui le atmosfere dei film anni Cinquanta, a partire da Vacanze romane, permeano l’avventura della giovane Nina Lee Craig nella Firenze del dopoguerra, che appare quasi come il frutto di una sceneggiatura.
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