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Oltre 80 lavori su carta ripercorrono lo sviluppo dell’espressionista astratto, dalle prime opere figurative agli ultimi lavori

Samantha De Martin
formato sconosciuto

Sarà la prima grande mostra di Mark Rothko nella regione nordica e presenterà un aspetto meno familiare della produzione del pittore statunitense di origine ebraico-lettone: i dipinti su carta.
Dal 16 maggio al 22 settembre il percorso Mark Rothko. Paintings on Paper sbarcherà al National Museum di Oslo con oltre 80 dipinti su carta che seguiranno lo sviluppo dell’artista dalle prime opere figurative ai suoi ultimi lavori passando attraverso i celebri dipinti a colori.

“I dipinti a campi di colore di Rothko - commenta la direttrice del National Museum, Ingrid Røynesdal - lo hanno reso uno degli artisti più pionieristici del XX secolo. Ed ancora oggi lo rendono attuale. Alla fine dell'anno scorso, sia la Fondation Louis Vuitton di Parigi che la National Gallery of Art di Washington, D.C. hanno inaugurato meravigliose mostre dei suoi dipinti. E ora la gente può vedere una mostra di Rothko nel nostro museo. È un’esperienza che siamo incredibilmente orgogliosi di offrire ai nostri visitatori”.


Mark Rothko, The Bathers, 1934, National Gallery of Art, Gift of The Mark Rothko Foundation, Inc., 1986.43.198 © 2023 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko / Artists Rights Society (ARS), New York / BONO

Nonostante sia conosciuto per i suoi grandi dipinti astratti su tela, Mark Rothko produsse un migliaio di opere su carta. Questi lavori sfidano l’idea stessa di dipinto e rivelano un aspetto importante della sua arte. Il percorso a Oslo, organizzato in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington, permette di spaziare dai paesaggi ai ritratti fino ai progetti surrealisti e alle caratteristiche opere rettangolari a campi di colore.

Gli ospiti del National Museum potranno attraversare quattro periodi chiave nei quali la pittura su carta è stata cruciale per lo sviluppo artistico di Rothko e per la ricerca di un suo personale linguaggio.

“Rothko - ricorda il curatore Øystein Ustvedt - proveniva da una famiglia ebrea e subì presto la persecuzione e successivamente l'alienazione quando la sua famiglia emigrò dall'attuale Lettonia negli Stati Uniti. Da lontano assistette all'Olocausto. Ciò che emerse da questo background furono dipinti astratti carichi di sentimenti, atmosfere e stati emotivi come il dolore e la tragedia. Questo è ciò che rende i suoi dipinti espressivi in modo indescrivibilmente bello”.


Mark Rothko, Untitled, 1969, Collection of Christopher Rothko. © 2023 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko / Artists Rights Society (ARS), New York / BONO

Nel 1968, dopo aver subito un infarto, Rothko fu costretto a lavorare con materiali e formati meno impegnativi, aumentando in questo modo la sua produzione di dipinti su carta. Alcune opere di questo periodo mostrano una tavolozza cupa dominata dal nero, dal marrone e dal grigio. Furono interpretati come un riflesso della sua salute mentale e come un presagio del suicidio che sarebbe avvenuto nel 1970. Eppure, in molti dei suoi ultimi lavori, l'artista fa ricorso anche a toni vivaci di viola, rosa e blu, che complicano la nostra percezione dei suoi ultimi anni, un periodo ben approfondito in mostra.

“Rothko - afferma Karianne Ommundsen, Curator Education al National Museum - voleva essere intimo e umano e comunicare direttamente con lo spettatore. Nell'incontro con i suoi dipinti bisogna trascorrere del tempo davanti ad essi per percepirne tutto l'effetto. Si tratta di opere che hanno una capacità unica di evocare emozioni potenti e affinità”.

Tra le sale del Museo che si innalza con la sua silhouette in ardesia norvegese e l’anima di quercia, marmo e bronzo, sulla vibrante Brynjulf Bulls plass, c’è anche un altro Rothko tutto da scoprire. È l'opera n. 8 del 1949, in prestito dalla National Gallery of Art di Washington, uno dei grandi dipinti su tela che potrà essere ammirato nella Sala 75 per tutto il periodo della mostra.
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