Dalla collaborazione con il Centro Studi Che Guevara dell’Avana e con gli eredi del Che, una mostra ricchissima e profondamente documentata svela storia e umanità del più celebre rivoluzionario del Novecento.
Francesca Grego
formato sconosciuto
Due anni di lavoro, dieci autori, curatori, studiosi e archivisti, più di 2 mila documenti analizzati, 100 ore di documentari, cinegiornali e filmati d’epoca visionati, oltre a registrazioni radiofoniche e una bibliografia di circa 140 pubblicazioni. Sono i numeri dietro la mostra Che Guevara tù y todos inaugurata oggi al Museo Civico Archeologico di Bologna, che invita a conoscere l’umanità e la storia di Ernesto Che Guevara oltre il mito che lo circonda. Un progetto imponente realizzato mettendo in campo una notevole rete di collaborazioni: fondamentale quella del Centro Studi Che Guevara dell’Avana, riconosciuto Patrimonio di interesse “Memoria del Mondo" dall’Unesco, accanto agli insostituibili contributi di Aleida March, moglie del Che, e del figlio Camilo, scomparso nel 2022, curatore della mostra con Daniele Zambelli, Flavio Andreini e Marìa del Carmen Ariet Garcìa.
“Il nostro lavoro”, ha scritto Camilo Guevara, “è interessante perché traccia in maniera trasparente il racconto di una vita iniziata nel modo più comune e poi divenuta simbolo di un principio d’essere assolutamente singolare. Questo percorso, in ogni sua tappa, spesso ci viene mostrato dallo stesso Ernesto o Che, che ci prende per mano e ci conduce nella sua intimità, nel suo pensiero più profondo, nell’epopea più gloriosa, consentendoci di trascendere il tempo e di accompagnare il nostro anfitrione nel museo della sua vita, che ancora ispira il cuore di molti”. In programma dal 27 marzo al 30 giugno 2025, la mostra prende forma in un percorso interattivo e personalizzabile grazie al largo uso di supporti digitali, tra lettere, appunti, diari e fotografie scattate dal Che, nonché immagini ufficiali e private, scritti autografi, filmati d’epoca, per un totale di oltre 2 mila documenti, tra cui numerosi inediti. Un viaggio nella vita di un uomo che ha segnato l’immaginario di intere generazioni, diventando l’icona stessa del rivoluzionario: una vita durata soltanto 39 anni, ma densissima di eventi e di avventure. Uno scorcio inatteso e molto personale ce lo regala la figlia Aleida, intervenuta alla presentazione di questa mattina, e riguarda la nascita del fratello Camilo, anima della mostra bolognese. “Papi voleva un maschio - racconta - d’altronde aveva già due figlie femmine, pover’uomo, e sappiamo bene che nella cultura latina ci vuole il figlio maschio. Fuori dalla sala parto, aspettava nervosamente, con lui Lolita Rosell, amica intima di mia madre. Quando il medico finalmente uscì con il neonato in braccio, papi non ha capito più niente, lei stava per avvicinarglisi per fargli le congratulazioni e invece fu lui ad andarle incontro, a farla sedere, a farle gli auguri e a offrirle un sigaro! Immagino la scena e sorrido”.Tre fili si intrecciano nel racconto della mostra. Il primo riguarda la dimensione storica di Che Guevara e illustra il contesto geopolitico delle sue imprese muovendo dal Sudamerica, attraversato dal giovane Ernesto a bordo della mitica motocicletta Poderosa II, al primo incontro in Messico con Fidel Castro, dalla rivoluzione cubana alla missione in Congo, quando il Che decide di esportare la lotta fuori dall’America Latina, fino alla guerriglia in Bolivia che gli costerà la vita. Il secondo filo, di carattere biografico, documenta la formazione del giovane Ernesto negli anni che precedono la rivoluzione cubana e, dal ‘59, le sue attività di personalità pubblica a Cuba e nello scenario internazionale. La terza dimensione riguarda il lato più intimo del Che, che scopriamo attraverso brani tratti dai suoi scritti personali: diari che svelano i retroscena delle sue vicende fino agli ultimi giorni, lettere indirizzate alla famiglia e agli amici, inedite registrazioni di poesie. “Che Guevara tú y todos si propone di superare l'immagine stereotipata dell'eroe rivoluzionario chiuso nella sua rigidezza per rivelare l'uomo”, ha spiegato il curatore Daniele Zambelli, direttore creativo di Simmetrico Cultura e presidente di Alma: “Attraverso documenti inediti, diari, lettere e registrazioni, emerge un Che intimo, fragile e determinato, combattuto tra ideali e affetti. La tenerezza e la passione, il dolore e la malinconia che traspaiono dai suoi scritti più personali ribaltano l'immagine del combattente imperturbabile. La mostra permette di scoprire Guevara non solo come rivoluzionario e guerrigliero ma anche come padre, amico, marito innamorato e figlio devoto. Le sue parole, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, rivelano un uomo guidato da un forte senso di giustizia sociale ma attraversato da dubbi, contraddizioni e amare riflessioni”. Album multimediali, tavoli interattivi, installazioni audiovisive danno vita a un racconto dinamico, fino all’opera Che, portrait of Ernesto Che Guevara dell’artista americano Michael Murphy, pioniere della perceptual art, uno speciale ritratto che chiude il percorso della mostra. “Siamo lieti di ospitare Che Guevara tú y todos, una mostra molto attesa perché capace di raccontare quello che c’è dietro l’icona del rivoluzionario che ha combattuto a costo della propria vita le ingiustizie nel Sud del mondo e che ha rappresentato la speranza per tante persone in ogni luogo”, ha detto il sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Questa esposizione, frutto di un importante lavoro di ricerca e ricostruzione storica, mostra le pieghe della storia privata di Ernesto Guevara, il tempo dove ha radicato le convinzioni ideali profonde, ma anche il dolore della rinuncia agli affetti più cari. Un ritratto accurato anche nelle incongruenze, che restituisce pienezza e dimensioni di un uomo sicuramente straordinario, ma allo stesso tempo fragile e figlio del proprio tempo. I visitatori potranno immergersi in questa mostra respirando le stesse domande, gli stessi dubbi, la stessa urgenza di restituire dignità a chi è stato schiacciato dal potere e dimenticato”.