Presentato a Roma il cortometraggio sulla Camera di San Paolo
L’Ultima Notte: il gioiello del Correggio diventa un film
Massimiliano Davoli e Cristiana Vaccaro - L'Ultima Notte, regia di Irish Braschi
Francesca Grego
17/11/2017
Parma - La scena è quella di un addio: quello tra un inventore di mondi e le creature che ha plasmato in 18 mesi con la mente e la sapienza del pennello.
È un Correggio intimo ed emotivo quello dell’Ultima Notte, il cortometraggio concepito dal regista Irish Braschi intorno al gioiello cinquecentesco della Camera di San Paolo di Parma.
Il tempo è volato e gli affreschi commissionati dalla badessa Giovanna da Piacenza sono pronti per la consegna. Tanto intenso è stato il coinvolgimento del maestro emiliano in questo progetto che gli sembra di sentire nell’aria il risolino dei putti disseminati tra i rami frondosi della volta, vivi e reali oltre ogni aspettativa.
Dal camino dipinto, una maestosa dea Diana gli suggerisce saggiamente di accomiatarsi, ma l’alone lunare che la circonda non smette di irretirlo, riportandolo a indulgere nel trasporto dell’Ultima notte.
“Correggio era un innovatore e un artista che rompeva gli schemi – spiega l’attore Massimiliano Davoli, che ha dato il suo volto al pittore – Per capirlo profondamente, ho deciso di immergermi nella sua arte, di vivere quest’esperienza in maniera completamente emotiva, per far provare le stesse emozioni a un pubblico ampio e internazionale, coinvolgendo anche i più giovani”.
Scritto e diretto da Irish Braschi, vincitore del Premio Grinzane Cavour “Scrivere il Cinema” e in passato collaboratore di Paolo Virzì, il video si avvale della partecipazione di due talenti emergenti del grande schermo e della televisione italiana: insieme a Davoli, l’attrice Cristiana Vaccaro nei panni di Giovanna da Piacenza.
Donna colta e amante delle arti, la badessa fu l’artefice dell’esordio a Parma del Correggio e della Maniera moderna cinquecentesca, che dalla preziosa camera del monastero strizza l’occhio alla Sala delle Asse di Leonardo al Castello Sforzesco di Milano, al Cenacolo di Santa Maria delle Grazie e alla Camera degli Sposi del Mantegna, nonché agli affreschi realizzati da Raffaello a Roma per Villa Farnesina e gli appartamenti papali.
Un capolavoro che nasce dall’incontro di un affascinante sistema di simbologie con gli ultimi esiti della pittura illusionistica, dove il complesso disegno d’insieme trova corrispondenza nella cura dei particolari più minuti: dai giochi “soavemente smaliziati” dei fanciulli ai fregi di stoviglie e suppellettili legate al tema del convito, fino al finto pergolato della volta che si apre sul cielo, trasformando la stanza in un giardino.
Ammirata fin dal primo istante dal Parmigianino e dagli artisti della sua epoca, la Stanza di San Paolo iniziò presto a risentire dell’isolamento all’interno di un monastero di clausura, per essere riscoperta nel Settecento, quando critici e incisori fecero a gara a rendere omaggio al tesoro dimenticato.
Risale invece al Novecento la sfida alla decodifica dei suoi significati reconditi, che ha tenuto impegnati i più acuti studiosi d’arte del secolo, da Ernst Gombrich a Erwin Panofsky e a Roberto Longhi.
“L’Ultima Notte è il racconto della creazione di una delle più importanti opere d’arte italiane, un omaggio a un artista che ha segnato col suo talento e creatività la città di Parma e il Rinascimento - afferma il regista, Irish Braschi – Abbiamo cercato di entrare dentro il percorso umano ed emotivo del pittore e dell’uomo, tanto che, forse, avremmo dovuto inserire anche lo stesso Correggio tra gli autori della sceneggiatura”.
Presentato giovedì 16 novembre alla Sala Teatro dei Dioscuri al Quirinale, il cortometraggio prodotto da Capitale Cultura Group di Antonio Scuderi è sostenuto e promosso dall’Associazione “Parma, io ci sto!”, che annovera tra i fondatori cinque rappresentanti di spicco delle realtà imprenditoriali del territorio - Alessandro Chiesi, Guido Barilla, Andrea Pontremoli, l’Unione Parmense degli Industriali e la Fondazione Cariparma – e lavora per creare occasioni di rilancio per la città a partire dalle sue eccellenze, in vista della corsa a Capitale della Cultura Italiana 2020.
Il Polo Museale dell’Emilia Romagna e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza hanno contribuito alla realizzazione del progetto, che ha potuto contare sul patrocinio del Touring Club.
“Il cortometraggio con cui ‘Parma, io ci sto!’, in collaborazione con noi, ha voluto celebrare il Correggio”, ha commentato il direttore del Polo Museale dell’Emilia-Romagna Mario Scalini, “è un esempio emblematico di come i nuovi linguaggi cinematografici possano mettersi al servizio della grande arte del passato, stimolando l’interesse del pubblico e fornendo nuove possibili chiavi di lettura. Il progetto rappresenta un ulteriore passo verso una piena valorizzazione di un luogo icona della città di Parma e dell’intero Rinascimento padano”.
Intanto il gioiello del Correggio è tornato a brillare grazie a un impianto di illuminazione a led nuovo di zecca, concepito per evidenziarne tutta la raffinata magnificenza pittorica, mentre si attende la pubblicazione di un nuovo volume scientifico, che offrirà finalmente una risposta ai numerosi interrogativi intorno all’interpretazione degli affreschi.
Leggi anche:
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È un Correggio intimo ed emotivo quello dell’Ultima Notte, il cortometraggio concepito dal regista Irish Braschi intorno al gioiello cinquecentesco della Camera di San Paolo di Parma.
Il tempo è volato e gli affreschi commissionati dalla badessa Giovanna da Piacenza sono pronti per la consegna. Tanto intenso è stato il coinvolgimento del maestro emiliano in questo progetto che gli sembra di sentire nell’aria il risolino dei putti disseminati tra i rami frondosi della volta, vivi e reali oltre ogni aspettativa.
Dal camino dipinto, una maestosa dea Diana gli suggerisce saggiamente di accomiatarsi, ma l’alone lunare che la circonda non smette di irretirlo, riportandolo a indulgere nel trasporto dell’Ultima notte.
“Correggio era un innovatore e un artista che rompeva gli schemi – spiega l’attore Massimiliano Davoli, che ha dato il suo volto al pittore – Per capirlo profondamente, ho deciso di immergermi nella sua arte, di vivere quest’esperienza in maniera completamente emotiva, per far provare le stesse emozioni a un pubblico ampio e internazionale, coinvolgendo anche i più giovani”.
Scritto e diretto da Irish Braschi, vincitore del Premio Grinzane Cavour “Scrivere il Cinema” e in passato collaboratore di Paolo Virzì, il video si avvale della partecipazione di due talenti emergenti del grande schermo e della televisione italiana: insieme a Davoli, l’attrice Cristiana Vaccaro nei panni di Giovanna da Piacenza.
Donna colta e amante delle arti, la badessa fu l’artefice dell’esordio a Parma del Correggio e della Maniera moderna cinquecentesca, che dalla preziosa camera del monastero strizza l’occhio alla Sala delle Asse di Leonardo al Castello Sforzesco di Milano, al Cenacolo di Santa Maria delle Grazie e alla Camera degli Sposi del Mantegna, nonché agli affreschi realizzati da Raffaello a Roma per Villa Farnesina e gli appartamenti papali.
Un capolavoro che nasce dall’incontro di un affascinante sistema di simbologie con gli ultimi esiti della pittura illusionistica, dove il complesso disegno d’insieme trova corrispondenza nella cura dei particolari più minuti: dai giochi “soavemente smaliziati” dei fanciulli ai fregi di stoviglie e suppellettili legate al tema del convito, fino al finto pergolato della volta che si apre sul cielo, trasformando la stanza in un giardino.
Ammirata fin dal primo istante dal Parmigianino e dagli artisti della sua epoca, la Stanza di San Paolo iniziò presto a risentire dell’isolamento all’interno di un monastero di clausura, per essere riscoperta nel Settecento, quando critici e incisori fecero a gara a rendere omaggio al tesoro dimenticato.
Risale invece al Novecento la sfida alla decodifica dei suoi significati reconditi, che ha tenuto impegnati i più acuti studiosi d’arte del secolo, da Ernst Gombrich a Erwin Panofsky e a Roberto Longhi.
“L’Ultima Notte è il racconto della creazione di una delle più importanti opere d’arte italiane, un omaggio a un artista che ha segnato col suo talento e creatività la città di Parma e il Rinascimento - afferma il regista, Irish Braschi – Abbiamo cercato di entrare dentro il percorso umano ed emotivo del pittore e dell’uomo, tanto che, forse, avremmo dovuto inserire anche lo stesso Correggio tra gli autori della sceneggiatura”.
Presentato giovedì 16 novembre alla Sala Teatro dei Dioscuri al Quirinale, il cortometraggio prodotto da Capitale Cultura Group di Antonio Scuderi è sostenuto e promosso dall’Associazione “Parma, io ci sto!”, che annovera tra i fondatori cinque rappresentanti di spicco delle realtà imprenditoriali del territorio - Alessandro Chiesi, Guido Barilla, Andrea Pontremoli, l’Unione Parmense degli Industriali e la Fondazione Cariparma – e lavora per creare occasioni di rilancio per la città a partire dalle sue eccellenze, in vista della corsa a Capitale della Cultura Italiana 2020.
Il Polo Museale dell’Emilia Romagna e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza hanno contribuito alla realizzazione del progetto, che ha potuto contare sul patrocinio del Touring Club.
“Il cortometraggio con cui ‘Parma, io ci sto!’, in collaborazione con noi, ha voluto celebrare il Correggio”, ha commentato il direttore del Polo Museale dell’Emilia-Romagna Mario Scalini, “è un esempio emblematico di come i nuovi linguaggi cinematografici possano mettersi al servizio della grande arte del passato, stimolando l’interesse del pubblico e fornendo nuove possibili chiavi di lettura. Il progetto rappresenta un ulteriore passo verso una piena valorizzazione di un luogo icona della città di Parma e dell’intero Rinascimento padano”.
Intanto il gioiello del Correggio è tornato a brillare grazie a un impianto di illuminazione a led nuovo di zecca, concepito per evidenziarne tutta la raffinata magnificenza pittorica, mentre si attende la pubblicazione di un nuovo volume scientifico, che offrirà finalmente una risposta ai numerosi interrogativi intorno all’interpretazione degli affreschi.
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