Opere di Marco Tirelli e dei tedeschi Bernd e Hilla Becher
A Villa Massimo scultura e foto in dialogo
										
										 
										
										
																		
																									Villa Massimo
															
							Nicoletta Spletra
09/05/2013
							Roma -  Villa Massimo è l'Accademia tedesca a Roma, una di quelle istituzioni fondate seguendo le teorie artistiche di Johann Joachim Winckelmann che avevano amplificato l'interesse per lo studio dell'arte antica. A volerla fu, nel 1910, l'imprenditore e mecenate prussiano Eduard Arnhold che acquistò la splendida proprietà che era appartenuta ai Principi Massimo e tre anni più tardi fece edificare la villa centrale insieme a dieci moderni atelier, ognuno con abitazione annessa, per ospitare per un anno, grazie a borse di studio, artisti provenienti dalla Germania  ed attivi nel campo dell’arte figurativa, come della letteratura, della musica e dell’architettura.
 
Esattamente dieci anni fa, nella primavera del 2003, dopo un vasto intervento di restauro, Villa Massimo è stata riaperta al pubblico che può accedere alle esposizioni, ai concerti e agli incontri di lettura che si tengono nei suoi spazi e talvolta vengono programmati in collaborazione con le altre accademie internazionali di Roma o altre istituzioni culturali.
 
Tra gli eventi a cadenza annuale c'è "Soltanto un quadro al massimo", una mostra che è stata appena inaugurata e proseguirà fino al prossimo 7 giugno. Nel passato tra i nomi degli artisti in esposizione sono comparsi quelli di Enzo Cucchi, Jannis Kounellis, Emilio Vedova, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Grazia Toderi, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Mimmo Jodice e Gino De Dominicis.
 
Quella di quest'anno è la ventesima edizione della mostra e, in dialogo tra loro, ci sono le opere dell'italiano Marco Tirelli (attualmente in mostra a Roma anche all'Auditorium con una installazione, Memories, realizzata insieme a Patti Smith) e degli artisti tedeschi Bernd (scomparso nel 2007) e Hilla Becher, rispettivamente due sculture in ottone e uno scatto in bianco e nero ispirato alla linea di ricerca della cosiddetta "Scuola di Düsseldorf", nata negli anni Cinquanta, che vede la fotografia come linguaggio espressivo autonomo. Tra i numerosi premi vinti dalla coppia di artisti tedeschi durante la loro lunga carriera c'è il Leone d'oro alla Biennale di Venezia nel 1990.
						
						
					Esattamente dieci anni fa, nella primavera del 2003, dopo un vasto intervento di restauro, Villa Massimo è stata riaperta al pubblico che può accedere alle esposizioni, ai concerti e agli incontri di lettura che si tengono nei suoi spazi e talvolta vengono programmati in collaborazione con le altre accademie internazionali di Roma o altre istituzioni culturali.
Tra gli eventi a cadenza annuale c'è "Soltanto un quadro al massimo", una mostra che è stata appena inaugurata e proseguirà fino al prossimo 7 giugno. Nel passato tra i nomi degli artisti in esposizione sono comparsi quelli di Enzo Cucchi, Jannis Kounellis, Emilio Vedova, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Grazia Toderi, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Mimmo Jodice e Gino De Dominicis.
Quella di quest'anno è la ventesima edizione della mostra e, in dialogo tra loro, ci sono le opere dell'italiano Marco Tirelli (attualmente in mostra a Roma anche all'Auditorium con una installazione, Memories, realizzata insieme a Patti Smith) e degli artisti tedeschi Bernd (scomparso nel 2007) e Hilla Becher, rispettivamente due sculture in ottone e uno scatto in bianco e nero ispirato alla linea di ricerca della cosiddetta "Scuola di Düsseldorf", nata negli anni Cinquanta, che vede la fotografia come linguaggio espressivo autonomo. Tra i numerosi premi vinti dalla coppia di artisti tedeschi durante la loro lunga carriera c'è il Leone d'oro alla Biennale di Venezia nel 1990.
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