Appena restaurata la Domus del Criptoportico

Effetto Pompei: dal British Museum a perla d'Arabia

Un dettaglio della Domus del Criptoportico a Pompei
 

E.B.

01/03/2014

Napoli - Dopo la grande mostra realizzata nel 2013 dal British Museum e il successo del documentario prodotto nella stessa occasione e presentato in Italia il 25 e 26 novembre, l'"Effetto Pompei" non si è ancora esaurito e anzi, è destinato a crescere grazie a un nuovo kolossal 3D (di dubbia attendibilità storica) appena uscito nelle sale.

Si aggiunge a questo evento quello, molto più importante, della conclusione del restauro della Domus del Criptoportico, un lavoro di riqualificazione durato circa 380 giorni che rappresenta il primo degli interventi del Grande Progetto Pompei per il recupero dell'intera area archeologica.

La notizia dell'operazione, alimentata dall'impatto mediatico, è giunta fino all'orecchio dell'ambasciatore del Kuwait, lo Sceicco Ali Khaled Al-Sabah, che durante una visita in Italia ha recentemente mostrato il proprio interesse ad investire nella valorizzazione del sito, precisando che si tratterebbe di un intervento senza alcuno scopo promozionale o lucrativo.

Nel frattempo altri siti tentano di associare la propria immagine a quella dell'area campana, a cominciare dalla necropoli rinvenuta a Concordia Sagittaria, ribattezzata da alcuni "piccola Pompei alluvionale" per l'integrità dei suoi reperti mantenuta dai detriti, o la domus romana del I secolo d.C emersa ad Arezzo e annunciata a pochissima distanza dalla conclusione del Criptoportico.


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