Dal 9 aprile alla Collezione Peggy Guggenheim

Surrealismo e magia: l'incanto del Moderno presto in mostra a Venezia

Paul Delvaux, Il richiamo della notte, 1938, Olio su tela, 110 × 145 cm, National Galleries of Scotland, Acquistato grazie al supporto di Heritage Lottery Fund e Art Fund 1995 | © Paul Delvaux Foundation
 

Francesca Grego

20/12/2021

Venezia - Sogno e magia: un binomio vincente fin dagli albori dell’umanità, che nemmeno la scienza psicanalitica è riuscita a districare del tutto. Lo sapevano bene i surrealisti che, a qualche lustro dall’avventura di Freud nel regno dell’inconscio, si inoltravano a loro volta nei territori oscuri dell’irrazionale, questa volta con gli strumenti dell’arte. Per poeti, pittori e scultori del primo Novecento il confine tra mondo onirico ed esoterico è piuttosto labile: come alchimisti, rabdomanti o sciamani si aggirano nelle lande più recondite della propria psiche, portando alla luce con metodi mai visti prima immagini archetipiche ed emozioni sopite, associazioni visionarie, tabù sociali e personali. 

Nasce di qui Surrealismo e magia. La modernità incantata, la grande mostra che dal prossimo 9 aprile riunirà presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia capolavori surrealisti provenienti da 40 musei e raccolte private internazionali come il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Reina Sofia di Madrid, il Metropolitan Museum e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, l’Art Institute di Chicago, il Museo di Rivoli a Torino, l’Israel Museum di Gerusalemme. Realizzata in collaborazione con il Museum Barberini di Potsdam, dopo il debutto in laguna l’esposizione si trasferirà alle porte di Berlino, nel museo sorto nel 2017 sulle macerie dell’edificio settecentesco che Federico il Grande di Prussia fece costruire prendendo a modello il romano Palazzo Barberini.  


Victor Brauner, The Surrealist, 1947. Oil on canvas, 60 x 45 cm. Peggy Guggenheim Collection, Venice (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) I © Victor Brauner, by SIAE 2021

Fino al 26 settembre, la mostra veneziana svelerà al pubblico circa 60 opere create tra il 1915 - anno di nascita della pittura metafisica di Giorgio De Chirico - e gli anni Quaranta, con Leonora Carrington e Remedios Varo ancora intente a sondare le galassie dell’occulto. Al centro del progetto curato da Gražina Subelytė c’è quell’interesse diffuso per l’irrazionale, il mito, l’esoterismo, che spinge gli artisti dell’avanguardia a considerare “la magia  come una forma di discorso poetico e filosofico, legato a un sapere arcano e a processi di emancipazione personale”.


Leonora Carrington, The Pleasures of Dagobert, 1945. Egg Tempera on Masonite, 74.9 x 86.7 cm. Private Collection I © Leonora Carrington, by SIAE 2021

Se l’immagine icona della mostra è la celebre Vestizione della sposa di Max Ernst (1940), di casa proprio a Palazzo Venier dei Leoni, l’intero allestimento si preannuncia ricco di stimoli e opere da osservare con attenzione. Tra i circa 20 artisti inclusi nel percorso, spiccano - oltre a quelli già citati - i nomi di René MagritteSalvador Dalì, Yves Tanguy, Paul Delvaux, Victor Brauner, Leonor Fini, Roberto Matta, Dorothea Tanning. Il tutto mentre Venezia si prepara  alla 22° Biennale d'Arte dal titolo Il latte dei sogni, in omaggio alla pittrice surrealista Leonora Carrington. 


Dorothea Tanning, The Magic Flower Game, 1941. Oil on canvas, 91.5 x 43.5 cm. Private Collection, South Dakota I © Dorothea Tanning, by SIAE 2021

Leggi anche:
Nell'universo onirico di Leonora Carrington, la musa surrealista della Biennale 2022
• L'impero della luce, un ossimoro firmato Magritte - Il dipinto raccontato da Carole Vail, direttore della Peggy Guggenheim Collection