Il 24 ottobre nei cinema The Space
Robert Mapplethorpe, angelo o diavolo? Scopriamolo in sala
 
										
										 
										
										
																		
																									"Mapplethorpe. Look at the Picture"
															
							Ludovica Sanfelice
24/10/2016
							 Robert Mapplethorpe, considerato uno dei più influenti e controversi fotografi del XX secolo, ritrasse la scena artistica e i gusti e fantasie sessuali estreme nella New York degli annia Settanta mentre viveva insieme a Patti Smith nel famosissimo Chelsea Hotel. 
Tra bondage, nudità e feticismo non ci volle molto per spingere la sua arte verso un luogo di eccessi che in molti etichettarono frettolosamente come pornografia. Era apertamente gay, nel 1986 contrasse l'AIDS e tre anni dopo l'immunodeficienza lo espose a complicazioni fatali che, tra le altre cose, non gli permisero di invecchiare e vedere le sue fotografie esposte nei musei e nelle gallerie di mezzo mondo.
Grazie ad un mosaico di interviste ai familiari, ai suoi più stretti collaboratori e agli amici, con la speciale partecipazione di Patti Smith, il documentario "Mapplethorpe. look at the picture" ricostruisce la turbolenta esistenza dell'artista avanzando in profondità nella sfera personale e professionale. A determinare il successo narrativo del lungometraggio concorre il fotografo stesso con inedite confessioni così oneste da lasciare sbalorditi, ma soprattutto pesa la grande disponibilità della Mapplethorpe Foundation che ha permesso ai registi Fenton Bailey e Randy Barbato di attingere ad un repertorio di immagini e filmati mai visti.
Mapplethorpe scattava in bianco e nero, lavorava con a luce e muoveva le ombre. Uguale nella vita. Se fosse angelo o diavolo, come dice bene il fratello Edward, sarà il pubblico a deciderlo il 24 ottobre, unica data di uscita nelle sale The Space, su distribuzione Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema.
						
						
					Tra bondage, nudità e feticismo non ci volle molto per spingere la sua arte verso un luogo di eccessi che in molti etichettarono frettolosamente come pornografia. Era apertamente gay, nel 1986 contrasse l'AIDS e tre anni dopo l'immunodeficienza lo espose a complicazioni fatali che, tra le altre cose, non gli permisero di invecchiare e vedere le sue fotografie esposte nei musei e nelle gallerie di mezzo mondo.
Grazie ad un mosaico di interviste ai familiari, ai suoi più stretti collaboratori e agli amici, con la speciale partecipazione di Patti Smith, il documentario "Mapplethorpe. look at the picture" ricostruisce la turbolenta esistenza dell'artista avanzando in profondità nella sfera personale e professionale. A determinare il successo narrativo del lungometraggio concorre il fotografo stesso con inedite confessioni così oneste da lasciare sbalorditi, ma soprattutto pesa la grande disponibilità della Mapplethorpe Foundation che ha permesso ai registi Fenton Bailey e Randy Barbato di attingere ad un repertorio di immagini e filmati mai visti.
Mapplethorpe scattava in bianco e nero, lavorava con a luce e muoveva le ombre. Uguale nella vita. Se fosse angelo o diavolo, come dice bene il fratello Edward, sarà il pubblico a deciderlo il 24 ottobre, unica data di uscita nelle sale The Space, su distribuzione Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema.
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