A Palazzo Rhinoceros dal 15 febbraio al 15 maggio
Un Picasso nel cuore di Roma: Fondazione Alda Fendi presenta la "Giovane donna" dell'Ermitage
Pablo Picasso, Giovane Donna, 1909. Olio su tela, 92,3 x 73,3 cm I © The State Hermitage Museum, 2022. Foto di Pavel Demidov
Francesca Grego
10/02/2022
Roma - Prosegue la collaborazione di Fondazione Alda Fendi - Esperimenti con il Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo: dopo l’Adolescente di Michelangelo e San Pietro e San Paolo di El Greco, gli spazi romani di Rhinoceros Gallery accolgono un nuovo, specialissimo ospite. Si tratta del dipinto Giovane donna di Pablo Picasso, mai esposto in Italia prima d’ora, che dal 15 febbraio al 15 maggio si mostrerà al pubblico della Capitale in un suggestivo allestimento curato dal direttore artistico della fondazione Raffaele Curi.
Come sul palcoscenico di un teatro, il quadro è pronto a emergere dal nero delle pareti per dare il via a un racconto immersivo e multimediale: musica, danza, video e rare immagini d’epoca delineano il contesto in cui nacque la Giovane donna, celebrando il genio del suo autore.
“Pi-i-cas-so il destino di un uomo in un cognome! Ero un bambino di sette anni quando il mio maestro pronunciò per la prima volta il suono da concerto di Pi-cas-so, un artista legato fortemente alla musica”, racconta Curi: “Le sue rivoluzioni pittoriche dal figurativismo al cubismo analitico seguono il classico quasi jazz di Satie, le pavane di Ravel, l’acciaio dorato di Stravinskij. Per me è musica da sempre: PI-CAS-SO”.
Museo Statale dell'Ermitage, San Pietroburgo I Courtesy Fondazione Alda Fendi - Esperimenti
Realizzato a Parigi nel 1909, Giovane donna è un esempio emblematico delle ricerche del pittore nella fase del Cubismo analitico. Rileggendo la tradizione antica del ritratto da salotto, Picasso scompone l’immagine dell’amante Fernande Olivier in linee, volumi e prospettive differenti, celebrando il trionfo del disegno. Nuda e seduta in poltrona con gli occhi chiusi, Fernande appare dallo sfondo scuro come un idolo: senza una fonte di illuminazione riconoscibile, il suo corpo sembra splendere di una luce interna. “L’artista rifiuta la rigidezza e la palpabilità materiale”, spiega Olga Leontjeva, curatrice presso il Museo dell’Ermitage: “Il personaggio diventa quasi effimero, si dissolve in un gioco di sfaccettature e macchie chiare, si confonde con il fondale”.
Fu il celebre collezionista e mercante moscovita Sergej Ščukin a dare il titolo al dipinto e a portarlo in Russia, dopo averlo acquistato a Parigi direttamente da Picasso. Profondamente interessato alle novità del modernismo occidentale, in un primo momento Ščukin fu spiazzato dalla pittura rivoluzionaria del maestro spagnolo. Dopo la prima visita all’atelier di Montparnasse con Henri Matisse e lo sconvolgente incontro con Les Demoiselles d’Avignon, ci mise un anno a metabolizzare lo shock. Poi fu completamente conquistato dall’audacia di Picasso, al punto da decidere di acquistare tutti i suoi dipinti di quell’anno - il 1908 - e molti altri. Lungo il percorso da Rhinoceros avremo modo di rivivere questa storia in una rara fotografia della sala del palazzo di Ščukin dedicata a Picasso, un piccolo ambiente dove, insieme alla Giovane donna, si accalcavano più di cinquanta dipinti legati ai periodi blu, rosa e cubista del pittore. Qui, dal 1909, ogni domenica giovani artisti e intellettuali moscoviti ebbero modo di conoscere le novità delle avanguardie europee, fino alla Rivoluzione del 1917, quando la collezione Ščukin fu requisita e nascosta per più di trent’anni perché bollata come arte “decadente”.
La sala Picasso a Palazzo Ščukin I Courtesy Fondazione Alda Fendi - Esperimenti
Voltate le spalle alle rovine di Roma antica che circondano Palazzo Rhinoceros, a pochi metri dall’Arco di Giano, i visitatori della mostra saranno trasportati in un coinvolgente viaggio nel tempo, con la musica e la danza come fili conduttori e il genio modernista al centro della scena. Grazie a due videoinstallazioni, passeremo dalle nacchere del Ballet Nacional de España su coreografie di Miguel Angel Berna alle immagini di Parade, il celebre spettacolo dei Balletti russi di Sergej Djagilev per il quale Picasso disegnò sipario, costumi e scenografie. Un’ulteriore finestra video si aprirà sul Café de Flore in boulevard Saint-Germain, leggendario luogo di incontro di artisti e scrittori nella Parigi dei primi decenni del secolo, mentre una ricca selezione fotografica racconterà la vita privata di Picasso e le sue relazioni con personaggi di spicco del mondo dell’arte, della letteratura, del cinema e della politica. Unico italiano in questo vasto ed eterogeneo parterre è l’attore Raf Vallone, protagonista di un focus dedicato in cui appare, tra atelier d’arte e camerini teatrali, in compagnia di Picasso, Jean-Paul Sartre e Jacques Prévert. E non mancherà, naturalmente, la mecenate e collezionista americana Gertude Stein, prima grande fan e promotrice di Picasso, evocata in un imponente videowall dal ritratto che l’artista dipinse per lei: alla sua figura si ispira oggi Alda Fendi, gettando un ponte tra la Roma contemporanea e la Parigi del primo Novecento per riflettere sul ruolo del mecenatismo nella cultura.
Pablo Picasso, Giovane Donna, 1909. Olio su tela, 92,3 x 73,3 cm I © The State Hermitage Museum, 2022. Foto di Pavel Demidov
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Come sul palcoscenico di un teatro, il quadro è pronto a emergere dal nero delle pareti per dare il via a un racconto immersivo e multimediale: musica, danza, video e rare immagini d’epoca delineano il contesto in cui nacque la Giovane donna, celebrando il genio del suo autore.
“Pi-i-cas-so il destino di un uomo in un cognome! Ero un bambino di sette anni quando il mio maestro pronunciò per la prima volta il suono da concerto di Pi-cas-so, un artista legato fortemente alla musica”, racconta Curi: “Le sue rivoluzioni pittoriche dal figurativismo al cubismo analitico seguono il classico quasi jazz di Satie, le pavane di Ravel, l’acciaio dorato di Stravinskij. Per me è musica da sempre: PI-CAS-SO”.
Museo Statale dell'Ermitage, San Pietroburgo I Courtesy Fondazione Alda Fendi - Esperimenti
Realizzato a Parigi nel 1909, Giovane donna è un esempio emblematico delle ricerche del pittore nella fase del Cubismo analitico. Rileggendo la tradizione antica del ritratto da salotto, Picasso scompone l’immagine dell’amante Fernande Olivier in linee, volumi e prospettive differenti, celebrando il trionfo del disegno. Nuda e seduta in poltrona con gli occhi chiusi, Fernande appare dallo sfondo scuro come un idolo: senza una fonte di illuminazione riconoscibile, il suo corpo sembra splendere di una luce interna. “L’artista rifiuta la rigidezza e la palpabilità materiale”, spiega Olga Leontjeva, curatrice presso il Museo dell’Ermitage: “Il personaggio diventa quasi effimero, si dissolve in un gioco di sfaccettature e macchie chiare, si confonde con il fondale”.
Fu il celebre collezionista e mercante moscovita Sergej Ščukin a dare il titolo al dipinto e a portarlo in Russia, dopo averlo acquistato a Parigi direttamente da Picasso. Profondamente interessato alle novità del modernismo occidentale, in un primo momento Ščukin fu spiazzato dalla pittura rivoluzionaria del maestro spagnolo. Dopo la prima visita all’atelier di Montparnasse con Henri Matisse e lo sconvolgente incontro con Les Demoiselles d’Avignon, ci mise un anno a metabolizzare lo shock. Poi fu completamente conquistato dall’audacia di Picasso, al punto da decidere di acquistare tutti i suoi dipinti di quell’anno - il 1908 - e molti altri. Lungo il percorso da Rhinoceros avremo modo di rivivere questa storia in una rara fotografia della sala del palazzo di Ščukin dedicata a Picasso, un piccolo ambiente dove, insieme alla Giovane donna, si accalcavano più di cinquanta dipinti legati ai periodi blu, rosa e cubista del pittore. Qui, dal 1909, ogni domenica giovani artisti e intellettuali moscoviti ebbero modo di conoscere le novità delle avanguardie europee, fino alla Rivoluzione del 1917, quando la collezione Ščukin fu requisita e nascosta per più di trent’anni perché bollata come arte “decadente”.
La sala Picasso a Palazzo Ščukin I Courtesy Fondazione Alda Fendi - Esperimenti
Voltate le spalle alle rovine di Roma antica che circondano Palazzo Rhinoceros, a pochi metri dall’Arco di Giano, i visitatori della mostra saranno trasportati in un coinvolgente viaggio nel tempo, con la musica e la danza come fili conduttori e il genio modernista al centro della scena. Grazie a due videoinstallazioni, passeremo dalle nacchere del Ballet Nacional de España su coreografie di Miguel Angel Berna alle immagini di Parade, il celebre spettacolo dei Balletti russi di Sergej Djagilev per il quale Picasso disegnò sipario, costumi e scenografie. Un’ulteriore finestra video si aprirà sul Café de Flore in boulevard Saint-Germain, leggendario luogo di incontro di artisti e scrittori nella Parigi dei primi decenni del secolo, mentre una ricca selezione fotografica racconterà la vita privata di Picasso e le sue relazioni con personaggi di spicco del mondo dell’arte, della letteratura, del cinema e della politica. Unico italiano in questo vasto ed eterogeneo parterre è l’attore Raf Vallone, protagonista di un focus dedicato in cui appare, tra atelier d’arte e camerini teatrali, in compagnia di Picasso, Jean-Paul Sartre e Jacques Prévert. E non mancherà, naturalmente, la mecenate e collezionista americana Gertude Stein, prima grande fan e promotrice di Picasso, evocata in un imponente videowall dal ritratto che l’artista dipinse per lei: alla sua figura si ispira oggi Alda Fendi, gettando un ponte tra la Roma contemporanea e la Parigi del primo Novecento per riflettere sul ruolo del mecenatismo nella cultura.
Pablo Picasso, Giovane Donna, 1909. Olio su tela, 92,3 x 73,3 cm I © The State Hermitage Museum, 2022. Foto di Pavel Demidov
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