Fino al 5 novembre 2025

Tra Roma e il Nord Africa: il culto della Grande Madre in mostra al Parco del Colosseo

Magna Mater tra Roma e Zama, allestimento al Tempio di Romolo I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
 

Francesca Grego

06/06/2025

Roma - Come nel mondo antico, due sponde del Mediterraneo tornano a incontrarsi in nome della Grande Madre, divinità venerata per oltre un millennio in Anatolia, in Grecia e a Roma. Nasce dalla collaborazione tra il Parco Archeologico del Colosseo e l’Institut National du Patrimoine Tunisien la mostra Magna Mater tra Roma e Zama, un progetto internazionale che intreccia archeologia, mito e cooperazione culturale. Da oggi, venerdì 6 giugno, fino al prossimo 5 novembre i visitatori del Parco potranno ammirare in prima assoluta i reperti emersi tra il 1996 e il 2015 a Zama, antica città tunisina nota per la celebre battaglia del 202 a.C. tra i Cartaginesi di Annibale e i Romani capeggiati da Scipione l’Africano.

Ma la storia di Zama non termina con le guerre puniche: dopo essere stata capitale del regno numida, sarà al fianco di Cesare contro Pompeo, diventando una città romana con il nome di Zama Regia. Le scoperte emerse durante gli scavi condotti dall’Institut National du Patrimoine Tunisien sotto l’egida del Ministero degli Affari Culturali sono eccezionali testimonianze di quest’epoca. In particolare le opere riunite al Parco Archeologico del Colosseo raccontano come il culto della Magna Mater, di origine orientale, viaggiò tra il santuario di Zama e il Palatino dove, secondo il responso dei Libri Sibillini, l’immagine aniconica della dea giunse nel 204 a.C., diventando per l’Urbe un simbolo di salvezza e rigenerazione


Magna Mater tra Roma e Zama I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo

“La mostra Magna Mater da Zama a Roma ricorda a tutti noi i valori cari alla Tunisia, dove la grande storia non riguarda solo Cartagine, ma tutte le regioni del Paese”, ha dichiarato Amina Srarfi, Ministro degli Affari Culturali: “Come capitale del regno numidico, Zama era molto aperta alla storia del Mediterraneo e profondamente influenzata dal mondo romano. Al pari di Cartagine, Hadrumète e Utique, è stata un centro di fermento politico, economico e sociale. Questa esposizione, i cui pezzi provengono da Zama Regia, riflette gli scambi culturali e religiosi tra il mondo numidico e Roma”.   

A cura di Alfonsina Russo, Tarek Baccouche, Roberta Alteri, Alessio De Cristofaro e Sondès Douggui-Roux con Patrizio Pensabene, Aura Picchione e Angelica Pujia, la mostra ripercorre origini e trasformazioni di una dea dalle molteplici identità - Kubaba, Cibele, Kybele, Meter Theon - e dei suoi culti, in un itinerario distribuito tra sei tappe all’interno del Parco. Di notevole rilievo è la sezione allestita nel Tempio di Romolo, che presenta per la prima volta al pubblico le opere provenienti dagli scavi di Zama Regia, straordinarie evidenze archeologiche della presenza del culto della Magna Mater nel Nord Africa romano. 


Magna Mater tra Roma e Zama, allestimento al Ninfeo della Pioggia I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo

“Questa mostra è frutto del lavoro collettivo di ricercatori, conservatori e restauratori italiani e tunisini”, racconta il curatore Tarek Baccouche, direttore dell’Institut National du Patrimoine Tunisien: “Essa offre agli spettatori un mosaico di dati scientifici, geografici, economici e culturali sul sito di Zama e, attraverso di esso, sull’intera regione. La mostra e gli accordi istituzionali che l’hanno resa possibile creano, da un lato, un legame tra i nostri Paesi, dall’altro un ponte che invita gli spettatori a viaggiare attraverso il tempo in una visita virtuale a Zama”. 

Procedendo lungo il percorso espositivo, la Curia Iulia amplia la prospettiva alle province dell’Impero – dall’Egitto alle Gallie, dalla Tracia alla Britannia – con una riflessione sulla diffusione e trasformazione del culto in epoca tardo antica. Sul Palatino, alle Uccelliere Farnesiane, i visitatori possono esplorare le radici orientali della dea e la loro trasmissione nel mondo greco ed ellenistico, con un focus sul carattere misterico dei suoi culti. Presso il Tempio della Magna Mater si racconta invece l’arrivo del culto a Roma durante la Seconda guerra punica, evidenziandone i significati storici e politici. Il Ninfeo della Pioggia ospita poi un’installazione emozionale che restituisce suoni, gesti e simboli della ritualità legata alla dea, mentre al Museo del Foro Romano la mostra si chiude con opere d’arte che illustrano la fortuna iconografica, letteraria e filosofica della Grande Madre tra il Rinascimento e il Barocco.

“Questa esposizione rappresenta un ponte prezioso tra culture e memorie antiche”, ha ricordato la curatrice Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la valorizzazione del Patrimonio Culturale e direttore del Parco Archeologico del Colosseo: “La mostra racconta le origini del culto, la sua diffusione nel mondo greco e romano e in tutto il Mediterraneo antico. Questo legame ha costituito la base per sviluppare un progetto di valorizzazione e rilettura complessiva della storia e dell’archeologia attraverso la figura della Magna Mater”. 


Magna Mater tra Roma e Zama, allestimento al Tempio di Romolo I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo