Ricordi Futuri 4.0. Cosa c’è in fondo al binario
Dal 14 Novembre 2018 al 03 Febbraio 2019
Milano
Luogo: Memoriale della Shoah
Indirizzo: Piazza Edmond J. Safra 1
Curatori: Ermanno Tedeschi
Telefono per informazioni: +39 02 2820975
E-Mail info: coordinamento.memoriale@memorialeshoah.it
Sito ufficiale: http://www.memorialeshoah.it
Si inaugura mercoledì 14 novembre 2018, presso il Memoriale della Shoah di Milano, la mostra “Ricordi Futuri 4.0. Cosa c’è in fondo al binario” a cura di Ermanno Tedeschi.
Alla vigilia dell’80° anniversario del Decreto Regio n. 1779 siglato il 15 novembre 1938, che ha sancito la promulgazione delle leggi razziali, la mostra intende raccontare, con il linguaggio proprio dell’elaborazione artistica, l’importanza del ricordo e della sua attualizzazione, al fine di rielaborare criticamente ciò che è stato, per una lettura consapevole di ciò che è e di ciò che sarà.
Opere d’arte figurativa, installazioni multimediali, fotografie, documenti e videointerviste: il percorso animerà gli spazi del Memoriale della Shoah di Milano in una maniera inedita, mostrando come esso sia luogo non solo di memoria ma anche di conoscenza, in grado di dare una concreta tangibilità a una tragedia dalla natura incomprensibile e incontenibile.
La mostra, che è stata resa possibile grazie al sostegno di AmTrust International, giunge per la prima volta a Milano dopo le esposizioni di Palermo, Asti e Torino. Sarà arricchita con nuove voci e opere, che dialogano con la città, mettendo in luce storie ed esperienze umane proprie del capoluogo lombardo. Di fondamentale importanza, in questo senso, i materiali dell’archivio storico e dalla biblioteca della Fondazione CDEC, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, presenti all’interno del percorso.
“La mostra Ricordi Futuri 4.0 - spiega Ermanno Tedeschi - ha come intento quello di raccontare come il presente che stiamo vivendo sia già futuro e come questo presente/futuro debba essere anche la linea guida da percorrere per richiamare i Ricordi affinché gli errori del passato non si ripetano, cercando in qualche modo di comprenderli. Si tratta di una mostra non solo documentale, ma anche d’arte e di racconto, che si sviluppa attraverso un linguaggio multimediale immersivo, mediante opere ad alto impatto emozionale che si rivolgono in particolare ai giovani. L’arte in tutte le sue espressioni infatti ritengo che rappresenti senza dubbio uno strumento efficace per comunicare la storia in una forma non usuale e più attuale e diretta”.
Sono 4 le sezioni tra cui lo spettatore è chiamato a muoversi:
· arti figurative: opere d’arte, disegni, pitture, sculture e installazioni di artisti del calibro di Emilio Isgrò, Francesca Leone, Alberto Burri e Manlio Geraci, di cui sarà esposta l’opera site-specific Libri bruciati, con 774 libri, tanti quanti furono gli ebrei deportati dal Memoriale. E, ancora, in esposizione opere del padre dell’arte israeliana Menashe Kadishman, il progetto One Family di Vardi Kahana, le incisioni su sughero di Avner Sher e le opere di Orna Ben-Ami che con i suoi interventi metallici su foto d’archivio dà risalto gli oggetti simbolo del dolore umano;
· videointerviste e proiezioni, con proiezioni e interviste originali che raccontano con modalità differenti la tragedia della Shoah. Tra queste una videointervista al famoso architetto polacco Daniel Libeskind e una inedita video-intervista realizzata da Emanno Tedeschi con i ragazzi della scuola secondaria di Druento che racconteranno la loro esperienza di visita al Memoriale;
· libri d’artista, una sezione in cui i libri, in edizione unica o limitata, assumono maggiore forza espressiva attraverso una manipolazione creativa;
· documenti che testimoniano le forme di discriminazione che hanno investito anche le categorie professionali, tra cui l’esclusione degli ebrei dall’ordine degli ingegneri; opere create dai bambini e ispirate ai racconti di Susanne Raweh, deportata all’età di 4 anni e sopravvissuta alla Shoah. Uno spazio sarà, inoltre, dedicato ai giocattoli usati dai bambini negli anni della persecuzione, a raccontare le loro paure, le loro angosce ma anche le loro speranze.
Cuore pulsante della mostra è I binari della memoria, un’installazione video-sonora immersiva ideata dalla fotografa e video artista Laura Pol e progettata da Riccardo Mazza. Fotografie, lettere e documenti inediti che testimoniano la vita quotidiana degli ebrei di Milano prima della promulgazione delle leggi razziali vengono proiettati per terra, creando un binario immateriale che tragicamente si dissolve in un punto senza luce, simbolo della morte, dell’oblio, e del dolore che seguì questo feroce nuovo ordinamento.
L’esposizione ospiterà, inoltre, il celebre Muro Occidentale o del Pianto di Fabio Mauri, artista di spicco dell'avanguardia italiana del secondo dopoguerra. L’opera, un muro di quattro metri, composto da una catasta di valigie di cuoio e legno, di varie dimensioni sta a simboleggiare la divisione del mondo, l’esilio, la fuga, l’esodo forzato e giunge a Milano grazie alla volontà e generosità della Fondazione Mauri.
L’esposizione si inserisce all’interno del palinsesto di Premesso che non sono razzista. Come nasce il pregiudizio e come combatterlo, la stagione ospitata dal Memoriale della Shoah, ideata e diretta di Marco Vigevani, che riflette e fa riflettere sui razzismi e i pregiudizi del passato e del futuro.
“Ciò che sta avvenendo, non solo a livello nazionale, ma anche globale, è la dimostrazione che mostre come quella che inauguriamo qui oggi sono semplicemente necessarie per tutta la cittadinanza” ha dichiarato Roberto Jarach, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. “Con questa esposizione, per la prima volta, il Memoriale offre alla città di Milano un percorso sensoriale ed esperienziale che ribadisce il nostro fermo rifiuto per tutte le espressioni di odio e pregiudizio, rimarcando con forza l’urgenza di respingere le nuove forme di razzismo, nelle quali sentiamo risuonare gli echi spaventosi del passato”
“Siamo onorati e orgogliosi di sostenere questa mostra” ha dichiarato Emmanuele Netzer, amministratore delegato di AmTrust International. “Un’occasione preziosa per guardare al passato come sorgente di consapevolezza e monito per non ripetere gli atroci errori della storia. Perché, se in fondo al binario c’è stata la pagina più buia del nostro tempo, è oggi nostra responsabilità mantenere viva l’esigenza di raccontare e di educare al rispetto dei valori inviolabili, primo fra tutti, la dignità e l’unicità di ogni essere umano.”
Sarà possibile visitare “Ricordi Futuri 4.0. Cosa c’è in fondo al binario” in concomitanza con gli orari di apertura del Memoriale: il lunedì dalle 9.30 alle 19.00, dal martedì al giovedì dalle 9.30 alle 14.30, la prima domenica del mese dalle 10.00 alle 18.00 e le altre domeniche dalle 10.00 alle 14.30.
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