Al Museo Picasso di Parigi, il diario di un anno da genio
1932: l’Anno Erotico di Picasso
Pablo Picasso, Le reve, 1932 (particolare)
Francesca Grego
04/10/2017
Mondo - “Il nostro lavoro è un modo di tenere un diario”. Parola di Pablo Picasso, che con semplicità disarmante sintetizza così il tema del rapporto tra arte e vita.
È questo il punto di partenza dell’ambizioso progetto espositivo Picasso 1932. Année erotique, dal 10 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018 al Musée Picasso di Parigi: resoconto rigoroso di un anno di svolta, denso di cambiamenti e di febbrile lavorio creativo per il genio del Modernismo.
Più di 110 dipinti, disegni, stampe e sculture seguono passo dopo passo la vita e l’attività artistica di Picasso, in movimento tra l’appartamento di Parigi, lo studio nel castello di Boisgeloup e le coste della Normandia; tra la famiglia, la modella-amante Marie-Thérèse Walter e un’ampia cerchia di amici e colleghi, mentre prepara la prima memorabile retrospettiva alla galleria Georges Petit.
Bagnanti, ritratti variopinti e innovative composizioni costruite intorno alla figura della Walter sono al centro della fervente ricerca di questo periodo, che trova il suo motore in una straripante energia erotica.
A cominciare dal capolavoro Il sogno, tra i fulcri della mostra, ogni opera porta in sé gli indizi di un vitalismo sessuale che è metafora della stessa creazione artistica: seni, falli, testicoli si nascondono dietro le innocue sembianze di frutti, elementi di un volto o corde di una chitarra. Un simbolismo rivelatore delle relazioni del pittore di Malaga con il gruppo dei Surrealisti, attivi a Parigi nello stesso periodo.
Contemporaneamente, Picasso lavora al tema della Crocifissione, mentre Brassaï, maestro della fotografia di quegli anni e scrittore di talento, realizza un prezioso reportage nell’atelier di Boisgeloup. Quei fogli che parlano dell’arte e dell’ego dell’artista, depositari di aneddoti esclusivi e di uno sguardo singolare sulla storia di un’epoca, restano appallottolati in un grande vaso a casa del fotografo per oltre 30 anni, finché l’Occhio di Parigi – come Henry Miller aveva soprannominato Brassaï – si decide a darli alle stampe.
Insieme ad altri rari materiali d’archivio, le Conversazioni con Picasso hanno fornito una documentazione fondamentale per contestualizzare la produzione dell’artista, dando al percorso della mostra il ritmo e l’accuratezza di una ricostruzione giornalistica.
Nel 1932 Picasso è già un’assoluta celebrità. Le sue opere suscitano interesse dalla Spagna al Giappone, dagli Stati Uniti a Venezia.
Ma non basta: vuole dimostrare di essere il più grande pittore del proprio tempo e ci riesce senza rinunciare a un rinnovamento profondo della propria arte. I quadri si fanno più piccoli e pacati, i disegni lasciano spazio a inusitate atmosfere idilliche.
Alla clamorosa esposizione parigina seguono la retrospettiva alla Kunsthaus di Zurigo e la pubblicazione del primo volume del Catalogo ragionato dell’opera di Pablo Picasso con Christian Zervos, che ne sanciscono definitivamente l’appartenenza ai vertici del sistema dell’arte mondiale.
Curato da Laurence Madeline e Virginie Pedrisot, l’evento Picasso 1932. Année erotiqueè frutto dellacollaborazione del Musée Picasso di Parigi con la Tate Modern, dove sarà fruibile a partire da marzo 2018.
Leggi anche:
• Da Genova a Venezia via Parigi: un autunno con Picasso
• Picasso torna a Roma, a cento anni dal suo ultimo viaggio in Italia
È questo il punto di partenza dell’ambizioso progetto espositivo Picasso 1932. Année erotique, dal 10 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018 al Musée Picasso di Parigi: resoconto rigoroso di un anno di svolta, denso di cambiamenti e di febbrile lavorio creativo per il genio del Modernismo.
Più di 110 dipinti, disegni, stampe e sculture seguono passo dopo passo la vita e l’attività artistica di Picasso, in movimento tra l’appartamento di Parigi, lo studio nel castello di Boisgeloup e le coste della Normandia; tra la famiglia, la modella-amante Marie-Thérèse Walter e un’ampia cerchia di amici e colleghi, mentre prepara la prima memorabile retrospettiva alla galleria Georges Petit.
Bagnanti, ritratti variopinti e innovative composizioni costruite intorno alla figura della Walter sono al centro della fervente ricerca di questo periodo, che trova il suo motore in una straripante energia erotica.
A cominciare dal capolavoro Il sogno, tra i fulcri della mostra, ogni opera porta in sé gli indizi di un vitalismo sessuale che è metafora della stessa creazione artistica: seni, falli, testicoli si nascondono dietro le innocue sembianze di frutti, elementi di un volto o corde di una chitarra. Un simbolismo rivelatore delle relazioni del pittore di Malaga con il gruppo dei Surrealisti, attivi a Parigi nello stesso periodo.
Contemporaneamente, Picasso lavora al tema della Crocifissione, mentre Brassaï, maestro della fotografia di quegli anni e scrittore di talento, realizza un prezioso reportage nell’atelier di Boisgeloup. Quei fogli che parlano dell’arte e dell’ego dell’artista, depositari di aneddoti esclusivi e di uno sguardo singolare sulla storia di un’epoca, restano appallottolati in un grande vaso a casa del fotografo per oltre 30 anni, finché l’Occhio di Parigi – come Henry Miller aveva soprannominato Brassaï – si decide a darli alle stampe.
Insieme ad altri rari materiali d’archivio, le Conversazioni con Picasso hanno fornito una documentazione fondamentale per contestualizzare la produzione dell’artista, dando al percorso della mostra il ritmo e l’accuratezza di una ricostruzione giornalistica.
Nel 1932 Picasso è già un’assoluta celebrità. Le sue opere suscitano interesse dalla Spagna al Giappone, dagli Stati Uniti a Venezia.
Ma non basta: vuole dimostrare di essere il più grande pittore del proprio tempo e ci riesce senza rinunciare a un rinnovamento profondo della propria arte. I quadri si fanno più piccoli e pacati, i disegni lasciano spazio a inusitate atmosfere idilliche.
Alla clamorosa esposizione parigina seguono la retrospettiva alla Kunsthaus di Zurigo e la pubblicazione del primo volume del Catalogo ragionato dell’opera di Pablo Picasso con Christian Zervos, che ne sanciscono definitivamente l’appartenenza ai vertici del sistema dell’arte mondiale.
Curato da Laurence Madeline e Virginie Pedrisot, l’evento Picasso 1932. Année erotiqueè frutto dellacollaborazione del Musée Picasso di Parigi con la Tate Modern, dove sarà fruibile a partire da marzo 2018.
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