Fabio Viale. Lucky Ehi
Dal 18 Gennaio 2018 al 30 Marzo 2018
Milano
Luogo: Galleria Poggiali
Indirizzo: Foro Buonaparte 52
Curatori: Sergio Risaliti
Telefono per informazioni: +39 02 72095815
E-Mail info: info@galleriapoggiali.com
Sito ufficiale: http://www.galleriapoggiali.com/
Una replica della Pietà vaticana di Michelangelo, ma privata del Cristo. Un’immagine in grande formato della stessa scultura, ma con un ragazzo di colore al posto del Cristo. Un audio che spiega. Sono questi gli “ingredienti” – dirompenti – con cui si annuncia l’apertura del nuovo spazio a Milano della Galleria Poggiali, il prossimo 18 gennaio, con la mostra personale LUCKY EHI di Fabio Viale, a cura di Sergio Risaliti.
Il progetto dell’artista piemontese è stato realizzato con la collaborazione del CAS (Centro accoglienza straordinaria) di Torino, gestito dalla Cooperativa Sociale “L’ISOLA DI ARIEL”, e proseguirà fino al 30 marzo prossimo.
La nuova sede milanese della galleria – che si aggiunge agli spazi storici di Firenze e ai più recenti di Pietrasanta (LU) – è concepita come un ampio contenitore cubico nella tradizione del “piece unique”: un luogo di ricerca, a metà tra una project-room e una vetrina su larga scala, destinata a ospitare soltanto mostre site-specific, per le quali gli artisti coinvolti saranno chiamati a realizzare un unico progetto appositamente concepito.
Conosciuto per le sue sculture in marmo e le sue performance, nel rispetto dell’identità del nuovo spazio di Foro Buonaparte 52, Fabio Viale ha scelto di presentare un allestimento composto da tre sole opere: una replica in marmo della Pietà vaticana (1499) di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), un manifesto di grandi dimensioni – ritratto di Lucky Ehi, ragazzo nigeriano disteso su quella stessa replica al posto del Cristo – e una registrazione-audio – racconto in prima persona della vita travagliata dello stesso Lucky, giovane di fede cristiana costretto a fuggire dalla Nigeria per persecuzione religiosa. Tre lavori che nell’insieme strutturano un testo unico, in cui pratica artistica e storia dell’arte, teologia e poesia, media diversi, si scontrano e misurano con la cronaca, tra fatti quotidiani e geopolitica, per fondersi con l’umano destino, con le sofferenze e ingiustizie nel mondo.
Con il progetto LUCKY EHI Fabio Viale affronta una sfida con se stesso: la sua sorprendente abilità tecnica, ai limiti del virtuosismo, lo porta a confrontarsi con uno dei modelli più alti e più studiati della scultura religiosa (e non solo) di tutti i tempi – la Pietà vaticana – e a fare un passo oltre, riportando il divino alla dimensione umana attraverso il gesto semplice e toccante di “strappare” il Cristo dal grembo di Maria. Nella versione di Viale le braccia della Madonna sono aperte e vuote, pronte ad accogliere simbolicamente un nuovo corpo, in attesa di ricongiungersi con il frutto del suo sangue. E sta proprio qui l’atto più coraggioso dell’artista, che non ha timore di aggiungere nuovi contenuti a quelli già notevolmente complessi della Pietà, suggerendo come novello “Cristo” contemporaneo un giovane di colore - Lucky Ehi, appunto - migrante nigeriano con una grande croce cristiana tatuata su una spalla, fuggito a 17 anni da un inferno di violenza, e dopo dure e lunghe traversie arrivato in Italia. Lucky è uno dei tanti ultimi della nostra società, che l’artista ha voluto ritrarre in una dimensione di amore materno che travalica oggi più che mai ogni confine – geografico, politico, sociale e religioso.
“È la storia individuale di Lucky Ehi che diventa centrale – sottolinea Sergio Risaliti, curatore della mostra e studioso di Michelangelo (autore con Francesco Vossilla del saggio Michelangelo. La Pietà vaticana, edito da Bompiani) –. Una storia esemplare, paradigmatica, eppure simile a quella di migliaia di uomini e di donne che fuggono dal proprio Paese di origine in cerca di pace e di benessere, di libertà e fratellanza. Ecco che la storia di Lucky Ehi si sovrappone a quella di Gesù. Lucky Ehi è l’esausto che trova pace sulla Pietà al posto del Messia. Il messaggio cristiano in cui ha riposto speranza il giovane nigeriano – così come ci testimonia il tatuaggio – trova un compimento simbolico. E in questa storia dei nostri tempi, Maria – che è anche chiesa e comunità nell’iconografia religiosa – è la madre, la comunità laica che accoglie e abbraccia consolando”.
Inaugurazione giovedì 18 gennaio 2018 ore 19
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