Inatteso Boltanski

Opera di Christian Boltanski
19/07/2006
Fino a settembre, a Roma, il famoso artista francese Christian Boltanski (Parigi, 1944) presenta una nuova installazione pensata appositamente per i 1000 m² di uno dei padiglioni del MACRO al Mattatoio, luogo ideale per inscenare l’affascinante spettacolo sul passaggio tra la vita e la morte, tema topico dell’arte del maestro, oltre quello del passaggio inesorabile del tempo e dell’essere umano sospeso tra moltitudine e unicità. In una sorta di scenario teatrale il pubblico è invitato ad attraversare lo spazio e a rispondere alle numerose sollecitazioni visive, auditive e fisiche date dagli oggetti e dalle immaginii immagini ti riuniti dallti dall'lementi dell'alle numrose.
Un mondo capovolto trova rappresentazione in una grande quantità di abiti che incombono dall’alto generando quasi uno straniamento spazio-temporale. Lo spettatore riconosce sé stesso e i propri ricordi più personali in queste presenze fantasmatiche dal forte sapore di vite vissute. Le voci che risuonano nell’ambiente aumentano l’impressione di trovarsi in contatto con esseri umani trapassati. Le immagini proiettate sulle pareti trasparenti richiamano anch’esse momenti di vita trascorsa con un video che riprende eventi significativi e tragici della contemporaneità, entrati nella memoria collettiva.
Concludono questo percorso inatteso nove teche di vetro, illuminate da una luce pulsante, simili a casse mortuarie che insieme però comunicano il senso di una vita ancora pulsante. La grande scritta “Exit”, che cala dall’alto alla fine del percorso, racchiude questo duplice valore: il senso di un’uscita dalla vita vissuta, dell’abbandono della dimensione quotidiana e quello di una liberazione dalla tragicità dell’esistenza di ognuno. Presente anche la dimensione ironica e quasi umoristica, tipica delle profondità dell’arte di Boltanski, vicina al sentire comune della tragicità della vita e insieme del prendersene gioco con le armi della leggerezza. L’inattesa conclusione suona infatti come una beffa infantile: un’affermazione della forza vitale del riso di fronte al dramma dell’esistenza.
Christian Boltanski, nato a Parigi nel 1944, vive e lavora a Malakoff. Dal 1968 decide di abbandonare la pittura su grandi tele per cimentarsi in un lavoro di sperimentazione e creatività avvalendosi del video e della fotografia. Tra le sue ultime partecipazioni internazionali, ricordiamo il contributo per la realizzazione nel 2003 di "O Mensch!", il Festival d’autunno a Parigi, e l’esibizione nello stesso anno con A Sculture Show, alla Marian Goodman Gallery di New York.
Christian Boltanski
21 giugno 2006 – settembre 2006
MACRO Mattatoio, Piazza Orazio Giustiniani 4 - 00153 Roma
Curatore: Danilo Eccher,
Orario: da martedì a domenica 16.00 - 24.00; lunedì chiuso.
Ingresso libero
Info: 06 5742284 – Fax: 06 8554090 - www.macro.roma.museum
Un mondo capovolto trova rappresentazione in una grande quantità di abiti che incombono dall’alto generando quasi uno straniamento spazio-temporale. Lo spettatore riconosce sé stesso e i propri ricordi più personali in queste presenze fantasmatiche dal forte sapore di vite vissute. Le voci che risuonano nell’ambiente aumentano l’impressione di trovarsi in contatto con esseri umani trapassati. Le immagini proiettate sulle pareti trasparenti richiamano anch’esse momenti di vita trascorsa con un video che riprende eventi significativi e tragici della contemporaneità, entrati nella memoria collettiva.
Concludono questo percorso inatteso nove teche di vetro, illuminate da una luce pulsante, simili a casse mortuarie che insieme però comunicano il senso di una vita ancora pulsante. La grande scritta “Exit”, che cala dall’alto alla fine del percorso, racchiude questo duplice valore: il senso di un’uscita dalla vita vissuta, dell’abbandono della dimensione quotidiana e quello di una liberazione dalla tragicità dell’esistenza di ognuno. Presente anche la dimensione ironica e quasi umoristica, tipica delle profondità dell’arte di Boltanski, vicina al sentire comune della tragicità della vita e insieme del prendersene gioco con le armi della leggerezza. L’inattesa conclusione suona infatti come una beffa infantile: un’affermazione della forza vitale del riso di fronte al dramma dell’esistenza.
Christian Boltanski, nato a Parigi nel 1944, vive e lavora a Malakoff. Dal 1968 decide di abbandonare la pittura su grandi tele per cimentarsi in un lavoro di sperimentazione e creatività avvalendosi del video e della fotografia. Tra le sue ultime partecipazioni internazionali, ricordiamo il contributo per la realizzazione nel 2003 di "O Mensch!", il Festival d’autunno a Parigi, e l’esibizione nello stesso anno con A Sculture Show, alla Marian Goodman Gallery di New York.
Christian Boltanski
21 giugno 2006 – settembre 2006
MACRO Mattatoio, Piazza Orazio Giustiniani 4 - 00153 Roma
Curatore: Danilo Eccher,
Orario: da martedì a domenica 16.00 - 24.00; lunedì chiuso.
Ingresso libero
Info: 06 5742284 – Fax: 06 8554090 - www.macro.roma.museum
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | L’artista belga a Roma fino al 1° marzo
"Difendo la vulnerabilità di tutto ciò che è vivo". Parla Jan Fabre, in mostra alla Galleria Mucciaccia di Roma
-
Roma | Fino al 28 febbraio al Palazzo della Cancelleria
Giordania: alba del Cristianesimo. A Roma 90 reperti per un viaggio tra storia e fede
-
Roma | A Roma dal 6 febbraio al 23 marzo
Italia al lavoro. Ottant'anni di passione e creatività in mostra al Palaexpo
-
Mondo | Dall’8 marzo al 22 giugno
Ricomposti alla National Gallery i grandi polittici del Trecento senese
-
Il complesso del '500 a un passo dal Colosseo torna a essere fruibile
A Roma Villa Silvestri Rivaldi riapre i battenti
-
I programmi dal 27 gennaio al 2 febbraio
La settimana dell’arte in tv, da Leonardo a Magritte