Da Botticelli a Steve McCurry, un dialogo oltre il tempo tra musei e castelli
Anche l'arte va in montagna. Le mostre da vedere in Trentino
Steve McCurry |
Steve McCurry, Mongolia, 2018
Francesca Grego
03/08/2021
Trento - Non solo trekking, gastronomia e paesaggi mozzafiato: in Trentino l’arte è di casa, come dimostra il ricco programma di mostre messo a punto per l’estate 2021, basato sul dialogo tra passato e presente. Da Raffaello a Picasso e Dalì, da Botticelli a Steve McCurry, dalla “pittoressa” Fede Galizia fino alle interpretazioni in chiave attuale del celebre Ciclo dei Mesi del Castello del Buonconsiglio, un filo invisibile lega i maestri antichi alle estetiche del moderno e ai linguaggi contemporanei in un itinerario che tocca pittura, installazioni e fotografia.
Ecco gli appuntamenti da non perdere.
Steve McCurry. Terre alte. Fino al 19 settembre a Trento, Palazzo delle Albere
Da uno dei fotografi contemporanei più noti e amati, 130 scatti per descrivere le terre e le genti di montagna. Afghanistan, Tibet, Mongolia, Giappone, Brasile, Birmania, Yemen, Marocco sono le tappe di un viaggio tra le altitudini del mondo alla scoperta dei legami tra popoli, animali e paesaggi. Rischio e bellezza, denuncia ed espressione artistica si incontrano nelle immagini inconfondibili del fotografo statunitense, che ancora una volta dà sfogo al suo insopprimibile desiderio di esplorare e raccontare la ricchezza del pianeta. Al termine del percorso, la Icon Room presenta undici pietre miliari della fotografia di McCurry, a partire dal celeberrimo ritratto della Ragazza afghana.
Sandro Botticelli, Venere (dettaglio), 1495-1497 circa (© MiC - Musei Reali, Galleria Sabauda)
Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. Fino al 26 settembre al MART di Rovereto
Che cosa hanno in comune la pittura del Rinascimento e le immagini della moda contemporanea? Quale legame sotterraneo avvicina le Veneri di Botticelli a Kate Moss e Chiara Ferragni? A guardar bene il filo è tutt’altro che invisibile: in tempi recenti il pittore prediletto da Lorenzo il Magnifico ha ispirato artisti come David LaChapelle, Oliviero Toscani e perfino Fernando Botero, senza dimenticare la Pop Art di Giosetta Fioroni e le installazioni di Michelangelo Pistoletto. Al cuore di questa storia c’è un’ideale di bellezza che ha attraversato i secoli per diventare un’icona al di là del tempo. Lo vedremo nei dettagli al MART in una mostra in due capitoli. Nella prima parte capolavori come la Venere della Galleria Sabauda di Torino e Pallade e il Centauro degli Uffizi raccontano l’opera del maestro rinascimentale in relazione alla sua epoca, tra dipinti di illustri artisti coevi come Filippino Lippi, Andrea del Verrocchio e Antonio Pollaiolo. La seconda parte fa spazio alle libere associazioni, per scoprire come l’arte contemporanea, la moda e il cinema abbiano reinterpretato il modello di Botticelli.
Camera Picta, Castello del Buonconsiglio. Opera di Federico Pietrella
Camera Picta. Fino al 12 settembre presso la Galleria Civica di Trento, Castello del Buonconsiglio
Dai palazzi romani alla Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, la camera picta ha fuso pittura e architettura in meravigliose illusioni. A Trento, tra le mura del Castello del Buonconsiglio, il celebre Ciclo dei Mesi del maestro boemo Venceslao ne rappresenta un esempio straordinario, oltre a essere una delle testimonianze artistiche più rare e preziose della vita nel XIV secolo e della pittura del Gotico internazionale. Per la prima volta i suoi affreschi sono riletti da otto artisti contemporanei - Francesco Arena, Stefano Arienti, Benni Bosetto, Andrea Mastrovito, Fabrizio Perghem, Alessandro Piangiamore, Federico Pietrella, Esther Stocker - in altrettante opere site-specific. Aperto ed eterogeneo, il dialogo oltre il tempo culmina nella restituzione del dipinto del mese di marzo andato perduto e oggi interpretato da Francesco De Grandi in un’opera che ne declina l’anima in chiave attuale.
Salvador Dalí, La scuola di Atene e L’incendio di Borgo, Opera stereoscopica, 1979 c., Figueres, Fundació Gala-Salvador Dalí | Courtesy Mart
Picasso, De Chirico e Dalì. Dialogo con Raffaello. Fino al 29 agosto al MART di Rovereto
Pur non essendo ben visto dalle avanguardie novecentesche, Raffaello è riuscito a influenzare alcuni dei più grandi maestri del moderno. è il caso di Pablo Picasso, Giorgio De Chirico e Salvador Dalì, che all’Urbinate devono l’ispirazione di celebri capolavori. Cento opere provenienti da musei come gli Uffizi, la Fundaciò Gala-Salvador Dalì di Figueres e il Musée Picasso di Parigi si incontrano al MART per raccontare il Novecento sotto una nuova luce. In otto sezioni tematiche scopriamo i legami che tre artisti geniali intrecciarono con il gigante del Rinascimento, dall’approccio colto e metafisico di De Chirico alle surreali rielaborazioni di Dalì, fino all’ammirazione silenziosa e dissacrante di Picasso con una serie irriverente dedicata alla Fornarina.
Fede Galizia (Milano, 1578 - Milano, 1630), Giuditta con la testa di Oloferne, 1596, Ringling Museum of Art, Florida
Fede Galizia. Mirabile Pittoressa. Fino al 24 ottobre al Castello del Buonconsiglio
Da Trento a Milano, fino alle grandi corti europee: a dispetto del suo essere donna, Fede Galizia fu tra le figure più amate della pittura tra il Cinquecento e il Seicento. Apprezzata dall’estroso Giuseppe Arcimboldi, la pittrice tridentina si fece strada giovanissima fino al cuore dell’Impero asburgico. Nonostante l’agguerrita concorrenza maschile, i suoi ritratti, le nature morte e le pale d’altare viaggiarono attraverso il continente per raggiungere committenti prestigiosi e lontani. Come mai piacevano tanto al pubblico dell’epoca? Che relazione c’era tra il successo dell’artista e il suo essere donna? Come è cambiato il modo di apprezzare le sue opere tra il Seicento e i nostri giorni? A queste e a molte altre domande rispondono ottanta dipinti arrivati a Trento da importanti collezioni italiane e internazionali, per celebrare finalmente Fede Galizia nella sua città natale.
Giovanni Boldini, Giovane donna in déshabillé (La toilette), Dettaglio, 1880 circa, Collezione privata
Giovanni Boldini. Il Piacere. Fino al 29 agosto al MART di Rovereto
Con le sue tele eleganti e luminose Boldini fu il ritrattista più conteso nell’alta società dell’Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento. Specie tra le signore, delle quali insieme alla bellezza era capace di catturare le più fuggevoli emozioni. Arrivano a Rovereto da prestigiose collezioni pubbliche e private i dipinti scelti per raccontare l’avventura dell’artista sullo sfondo scintillante della Belle Époque, e ci sono anche quelli del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico in seguito al terremoto del 2012. Un ricco percorso cronologico ripercorre l’evoluzione artistica di Giovanni Boldini e lo sviluppo del suo stile inconfondibile, tra i temi favoriti dal pittore e le celebrità del suo tempo. Come Gabriele D’Annunzio, con cui l’artista condivise più di una musa, a partire dalla Marchesa Casati, eccentrica femme fatale.
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Da uno dei fotografi contemporanei più noti e amati, 130 scatti per descrivere le terre e le genti di montagna. Afghanistan, Tibet, Mongolia, Giappone, Brasile, Birmania, Yemen, Marocco sono le tappe di un viaggio tra le altitudini del mondo alla scoperta dei legami tra popoli, animali e paesaggi. Rischio e bellezza, denuncia ed espressione artistica si incontrano nelle immagini inconfondibili del fotografo statunitense, che ancora una volta dà sfogo al suo insopprimibile desiderio di esplorare e raccontare la ricchezza del pianeta. Al termine del percorso, la Icon Room presenta undici pietre miliari della fotografia di McCurry, a partire dal celeberrimo ritratto della Ragazza afghana.
Sandro Botticelli, Venere (dettaglio), 1495-1497 circa (© MiC - Musei Reali, Galleria Sabauda)
Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. Fino al 26 settembre al MART di Rovereto
Che cosa hanno in comune la pittura del Rinascimento e le immagini della moda contemporanea? Quale legame sotterraneo avvicina le Veneri di Botticelli a Kate Moss e Chiara Ferragni? A guardar bene il filo è tutt’altro che invisibile: in tempi recenti il pittore prediletto da Lorenzo il Magnifico ha ispirato artisti come David LaChapelle, Oliviero Toscani e perfino Fernando Botero, senza dimenticare la Pop Art di Giosetta Fioroni e le installazioni di Michelangelo Pistoletto. Al cuore di questa storia c’è un’ideale di bellezza che ha attraversato i secoli per diventare un’icona al di là del tempo. Lo vedremo nei dettagli al MART in una mostra in due capitoli. Nella prima parte capolavori come la Venere della Galleria Sabauda di Torino e Pallade e il Centauro degli Uffizi raccontano l’opera del maestro rinascimentale in relazione alla sua epoca, tra dipinti di illustri artisti coevi come Filippino Lippi, Andrea del Verrocchio e Antonio Pollaiolo. La seconda parte fa spazio alle libere associazioni, per scoprire come l’arte contemporanea, la moda e il cinema abbiano reinterpretato il modello di Botticelli.
Camera Picta, Castello del Buonconsiglio. Opera di Federico Pietrella
Camera Picta. Fino al 12 settembre presso la Galleria Civica di Trento, Castello del Buonconsiglio
Dai palazzi romani alla Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, la camera picta ha fuso pittura e architettura in meravigliose illusioni. A Trento, tra le mura del Castello del Buonconsiglio, il celebre Ciclo dei Mesi del maestro boemo Venceslao ne rappresenta un esempio straordinario, oltre a essere una delle testimonianze artistiche più rare e preziose della vita nel XIV secolo e della pittura del Gotico internazionale. Per la prima volta i suoi affreschi sono riletti da otto artisti contemporanei - Francesco Arena, Stefano Arienti, Benni Bosetto, Andrea Mastrovito, Fabrizio Perghem, Alessandro Piangiamore, Federico Pietrella, Esther Stocker - in altrettante opere site-specific. Aperto ed eterogeneo, il dialogo oltre il tempo culmina nella restituzione del dipinto del mese di marzo andato perduto e oggi interpretato da Francesco De Grandi in un’opera che ne declina l’anima in chiave attuale.
Salvador Dalí, La scuola di Atene e L’incendio di Borgo, Opera stereoscopica, 1979 c., Figueres, Fundació Gala-Salvador Dalí | Courtesy Mart
Picasso, De Chirico e Dalì. Dialogo con Raffaello. Fino al 29 agosto al MART di Rovereto
Pur non essendo ben visto dalle avanguardie novecentesche, Raffaello è riuscito a influenzare alcuni dei più grandi maestri del moderno. è il caso di Pablo Picasso, Giorgio De Chirico e Salvador Dalì, che all’Urbinate devono l’ispirazione di celebri capolavori. Cento opere provenienti da musei come gli Uffizi, la Fundaciò Gala-Salvador Dalì di Figueres e il Musée Picasso di Parigi si incontrano al MART per raccontare il Novecento sotto una nuova luce. In otto sezioni tematiche scopriamo i legami che tre artisti geniali intrecciarono con il gigante del Rinascimento, dall’approccio colto e metafisico di De Chirico alle surreali rielaborazioni di Dalì, fino all’ammirazione silenziosa e dissacrante di Picasso con una serie irriverente dedicata alla Fornarina.
Fede Galizia (Milano, 1578 - Milano, 1630), Giuditta con la testa di Oloferne, 1596, Ringling Museum of Art, Florida
Fede Galizia. Mirabile Pittoressa. Fino al 24 ottobre al Castello del Buonconsiglio
Da Trento a Milano, fino alle grandi corti europee: a dispetto del suo essere donna, Fede Galizia fu tra le figure più amate della pittura tra il Cinquecento e il Seicento. Apprezzata dall’estroso Giuseppe Arcimboldi, la pittrice tridentina si fece strada giovanissima fino al cuore dell’Impero asburgico. Nonostante l’agguerrita concorrenza maschile, i suoi ritratti, le nature morte e le pale d’altare viaggiarono attraverso il continente per raggiungere committenti prestigiosi e lontani. Come mai piacevano tanto al pubblico dell’epoca? Che relazione c’era tra il successo dell’artista e il suo essere donna? Come è cambiato il modo di apprezzare le sue opere tra il Seicento e i nostri giorni? A queste e a molte altre domande rispondono ottanta dipinti arrivati a Trento da importanti collezioni italiane e internazionali, per celebrare finalmente Fede Galizia nella sua città natale.
Giovanni Boldini, Giovane donna in déshabillé (La toilette), Dettaglio, 1880 circa, Collezione privata
Giovanni Boldini. Il Piacere. Fino al 29 agosto al MART di Rovereto
Con le sue tele eleganti e luminose Boldini fu il ritrattista più conteso nell’alta società dell’Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento. Specie tra le signore, delle quali insieme alla bellezza era capace di catturare le più fuggevoli emozioni. Arrivano a Rovereto da prestigiose collezioni pubbliche e private i dipinti scelti per raccontare l’avventura dell’artista sullo sfondo scintillante della Belle Époque, e ci sono anche quelli del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico in seguito al terremoto del 2012. Un ricco percorso cronologico ripercorre l’evoluzione artistica di Giovanni Boldini e lo sviluppo del suo stile inconfondibile, tra i temi favoriti dal pittore e le celebrità del suo tempo. Come Gabriele D’Annunzio, con cui l’artista condivise più di una musa, a partire dalla Marchesa Casati, eccentrica femme fatale.
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