Un’opera salvata. La Madonna con Bambino e Santi di Paolo Botulli a Potenza Picena
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Un’opera salvata. La Madonna con Bambino e Santi di Paolo Botulli a Potenza Picena
Dal 22 Dicembre 2013 al 06 Aprile 2014
Urbino | Pesaro e Urbino
Luogo: Galleria Nazionale delle Marche - Palazzo Ducale
Indirizzo: piazza Duca Federico 107
Orari: 8.30-19.15
Curatori: Gabriele Barucca
Enti promotori:
- MiBACT
- Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
Costo del biglietto: € 5
Telefono per informazioni: +39 0722 2760
E-Mail info: sbsae-mar@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.marche.beniculturali.it
Il salvataggio, il restauro e la presentazione dell’opera nella Galleria Nazionale delle Marche sono stati ideati e curati dal Dott. Gabriele Barucca, funzionario storico dell’Arte. La splendida tavola firmata da Paolo Bontulli fu realizzata nel 1507 per la chiesa di San Giacomo di Potenza Picena dove è sempre stata collocata sull’altare maggiore. Il recente crollo parziale della volta della chiesa ha imposto la rimozione dell’opera, che non ha fortunatamente subito danni. In attesa di trovare una nuova sistemazione a Potenza Picena, l’opera viene momentaneamente ospitata in una sala della Galleria Nazionale delle Marche a Palazzo Ducale di Urbino, inserita nel percorso che illustra le scuole pittoriche del Rinascimento marchigiano. Abbastanza ben conservato, il trittico raffigurante la Vergine col Bambino in trono e i santi Giacomo e Rocco costituisce il capolavoro di questo petit maître, pressoché sconosciuto, del primo Cinquecento nelle Marche. La pala d’altare completa della sua predella documenta l’aspetto reale della personalità artistica di Paolo Bontulli e le radici della sua cultura.
La lettura dell’opera rivela quel curioso miscuglio tra popolare e colto che rende così singolari e gradevoli le invenzioni del pittore originario di Percanestro, una località nel circondario di Serravalle di Chienti nell’alto maceratese. Sia nelle figure sia nella costruzione spaziale del polittico si manifestano i molteplici riferimenti, crivelleschi, camerti e sanseverinati, che si specificano nella conoscenza dell’opera di Carlo e Vittore Crivelli, di Giovanni Boccati e Giovanni Angelo d’Antonio, di Ludovico Urbani e Lorenzo d’Alessandro. Ma la resa formale del dipinto è connotata da un accento personalissimo, rustico ma non incolto, il cui portato più interessante e curioso è nel trono della Vergine, complessa macchina marmorea di ispirazione classica che denota un atteggiamento estrosamente accumulatorio, e nella ricchezza cromatica e decorativa che caratterizza le tavole principali e i pannelli della predella.
La lettura dell’opera rivela quel curioso miscuglio tra popolare e colto che rende così singolari e gradevoli le invenzioni del pittore originario di Percanestro, una località nel circondario di Serravalle di Chienti nell’alto maceratese. Sia nelle figure sia nella costruzione spaziale del polittico si manifestano i molteplici riferimenti, crivelleschi, camerti e sanseverinati, che si specificano nella conoscenza dell’opera di Carlo e Vittore Crivelli, di Giovanni Boccati e Giovanni Angelo d’Antonio, di Ludovico Urbani e Lorenzo d’Alessandro. Ma la resa formale del dipinto è connotata da un accento personalissimo, rustico ma non incolto, il cui portato più interessante e curioso è nel trono della Vergine, complessa macchina marmorea di ispirazione classica che denota un atteggiamento estrosamente accumulatorio, e nella ricchezza cromatica e decorativa che caratterizza le tavole principali e i pannelli della predella.
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